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Covid Italia, Rt in calo a 1.01: sale l’incidenza, 10 Regioni a rischio moderato

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Sono 10 Regioni e le province autonome che risultano classificate a rischio moderato, secondo quanto si apprende, nel monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute e la Sicilia, che dovrebbe diventare gialla da lunedi’, e’ classificata a rischio moderato ma con “un’alta progressione di escalation nei prossimo 30 giorni”. Rientrati a casa i ragazzi contagiati nella colonia di Cesentatico

NordEst – Le restanti 11 Regioni risultano classificate a rischio basso. Oltre la Sicilia che ha superato le soglie per i ricoveri (19.4%) e le intensive (12.1%), il rischio moderato riguarda Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Piemonte, Trento, Puglia, e Valle d’Aosta.

Covid in Italia, Rt in lieve calo a 1.01

Ma sale da 74 a 77 casi per 100mila abitanti l’incidenza del coronavirus nel Paese. E’ questo il dato riportato negli indicatori decisionali, basati su numeri ministero della Salute e Protezione civile. Dato che fotografa la situazione in tempo reale e fa riferimento al periodo 20-26 agosto. Aumento che si registra anche nei dati della bozza del Monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia (flusso Iss), in cui si prende in considerazione un periodo diverso, cioè dal 16 al 22 agosto: in questo arco temporale di riferimento l’incidenza risulta in aumento da 69 a 71 per 100mila abitanti.

Il monitoraggio Iss

Ancora in calo l’indice Rt a livello nazionale, quindi, che scende rispetto alla scorsa settimana in cui si attestava invece a quota 1,1. “Nel periodo 5-17 agosto – si legge nel testo della bozza del monitoraggio – l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,01 (range 0,93-1,12), in diminuzione rispetto alla settimana precedente, coincidente con la soglia epidemica”.

“Si osserva una lieve diminuzione anche dell’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero”, viene segnalato nel monitoraggio. L’Rt ospedaliero, secondo quanto riporta la bozza, scende a 1,04 (dato al 17 agosto) da 1,08 (dato al 10 agosto). Mentre risulta “in leggero aumento l’incidenza settimanale a livello nazionale”, che secondo i dati flusso Iss riferiti al periodo 16-22 agosto è a 71 per 100.000 abitanti, contro 69 per 100.000 abitanti (del periodo 6-15 agosto). “L’incidenza – viene dunque fatto notare – rimane al di sopra della soglia settimanale di 50 casi ogni 100.000 abitanti che potrebbe consentire il controllo della trasmissione basato sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti”.

Nessuna Regione ad alto rischio, no soglia critica per ricoveri e terapie intensive

Nessuna regione italiana presenta un rischio epidemico alto per Covid. E rispetto al precedente monitoraggio, scende anche il numero di Regioni/Province autonome che risultano classificate a rischio moderato, secondo il Dm del 30 Aprile 2020: sono 10 questa settimana (la scorsa erano 18). Mentre le restanti 11 “risultano classificate a rischio basso”.

In Italia “aumenta l’impatto della malattia Covid sui servizi ospedalieri ma, complessivamente, ancora al di sotto delle soglie di allerta”, rileva ancora il monitoraggio. “Nessuna Regione/Provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica ai sensi del Dm Salute del 30 aprile 2020”, viene precisato.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è però in aumento “al 5,7% (rilevazione giornaliera ministero della Salute), con il numero di persone ricoverate” che sale da 423 (17 agosto) a 504 (24 agosto). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta al 7,1%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in salita da 3.472 (17 agosto) a 4.036 (24 agosto)”.

Nel monitoraggio anche un monito: sebbene “la trasmissibilità stimata sui casi sintomatici e sui soli casi ospedalizzati” sia “in diminuzione”, non è ancora “al di sotto della soglia epidemica”. L’Italia non è ancora sotto il livello di sicurezza.

Variante Delta dominante, associata ad aumento casi

“La circolazione della variante Delta rimane largamente prevalente in Italia. Questa variante è dominante nell’Unione Europea ed associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in paesi con alta copertura vaccinale”, emerge ancora dalla bozza.

“La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti aumenta leggermente (34% contro 32% la scorsa settimana). In lieve diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (46% contro 47%). Infine, il 21% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”, sottolinea la bozza del report Iss.

Per questo i tecnici evidenziano che “una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”. Infine “è opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”, conclude il report.

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