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Coronavirus in Trentino: 2 nuovi decessi e 98 contagi molti in Rsa, ci sono anche 8 minorenni

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ll presidente Fugatti: “Chiederemo al Governo di riaprire prima di giugno bar, ristoranti ed estetisti”

Trento – Sono complessivamente 4626 le persone che in Trentino hanno contratto il Coronavirus, di queste 1296 sono state contagiate nelle RSA e 1881 sono guarite. Oggi si registrano 2 decessi, entrambi avvenuti in RSA. I nuovi contagi sono 98, tutti verificati con tampone, 32 all’interno delle RSA, 1092 il totale dei tamponi effettuati. Fra questi vi sono anche 8 minorenni che si trovano in quarantena al proprio domicilio. Le persone decedute dall’inizio dell’emergenza salgono quindi a 407. Quelle ricoverate in terapia intensiva, in continuo calo, sono 23, mentre 1308 sono in isolamento fiduciario a casa.

Questo l’ultimo aggiornamento diffuso lunedì pomeriggio dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, insieme all’assessore alla salute, Stefania Segnana e alla task force impegnata a contrastare la diffusione del Coronavirus.

“Registriamo un dato negativo – ha detto il presidente Fugatti in apertura – perché la percentuale fra persone risultate positive e tamponi effettuati è risalita al 9%, anche se una spiegazione potrebbe essere data dal fatto che l’Azienda sanitaria sta verificando le persone vicine a chi era già stato contagiato. Valuteremo, quindi, il dato odierno nei prossimi giorni, per verificare se si tratti di un valore interlocutorio rispetto alla stabilizzazione che c’è stata nelle ultime settimane. Sui tamponi – ha aggiunto – informo che abbiamo dato indirizzo all’Azienda sanitaria, per avere una lettura più generale del contagio, di ampliare, nei prossimi giorni, le indagini anche alle forze dell’ordine e a quanti lavorano nei negozi”.

Il presidente ha poi parlato dell’ultimo decreto governativo annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio, Conte, che prevede una serie di riaperture progressive a partire dal 4 maggio. “Su certi aspetti – ha detto Fugatti – siamo molto perplessi. Non si capisce, ad esempio, perché alcune attività lavorative, come bar, ristoranti ed estetisti, debbano ripartire a giugno. Ormai – ha aggiunto – fra cittadini ed imprenditori vi è la piena consapevolezza che per tornare a lavorare occorra mettere in campo tutte le misure più idonee a garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti.

Anche perché, eventuali nuovi contagi in relazione alle riaperture previste dal 4 maggio si potranno verificare in 10, massimo 14 giorni. Non serve aspettare fino al primo di giugno, non c’è un motivo scientifico. Per queste attività, prolungare la chiusura può significare il fallimento. Dobbiamo avere più fiducia – ha detto ancora – nel senso di responsabilità degli imprenditori. Per questo chiederemo al Governo la possibilità che si possano riaprire bar, ristoranti ed estetisti prima di giugno. Per il resto, stiamo analizzando il decreto governativo, anche per valutare se alcune diminuzioni delle misure restrittive alla libertà personali possano essere anticipate a prima del 4 maggio”.

Il presidente ha poi annunciato che il tema all’ordine del giorno, considerato che la scuola riaprirà a settembre, come detto da Conte e che molte attività lavorative ripartiranno a maggio, è quello di venire incontro alle famiglie di lavoratori con figli. “Stiamo ragionando – ha detto il presidente – sui voucher per le babysitter, sui congedi parentali e a come organizzare i campi estivi”.

Infine, Fugatti ha informato di aver avuto oggi un incontro in video conferenza con i colleghi del Tirolo e dell’Alto Adige, Platter e Kompatscher, per parlare, in particolare, di turismo, al fine di mettere in campo una strategia comune.

L’assessore Segnana ha evidenziato che le richieste accolte per il bonus alimentare sono arrivate a quota 11024, ricordando che non occorre ripresentare la domanda se questa è già stata accolta. L’assessore ha poi evidenziato un dato positivo rispetto alla situazione ospedaliera in Trentino. “Nella settimana fra il 30 marzo e il 6 aprile – ha detto – erano circa 430 le persone, giornalmente ricoverate nei nostri ospedali, adesso sono 224. Un calo sensibile che ci induce ad avere fiducia, anche rispetto alla capacità di risposta che abbiamo saputo dare in termini sanitari”.

Il dottor Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria, ha evidenziato, come detto anche dal presidente Fugatti, che le indagini si siano indirizzate, in questi giorni, all’interno dei nuclei familiari dove ci sono delle persone positive. “Questo spiegherebbe – ha detto – l’incremento dei contagi e del numero di minorenni contagiati”.

Bordon ha poi evidenziato, rispondendo alle domande dei giornalisti, che vi sarà un’indagine approfondita sulla RSA di Canal San Bovo dopo i recenti casi e che si sta cercando di verificare, con il CIBIO, la possibilità di produrre in Trentino i “reagenti” necessari ad effettuare i tamponi, considerata la cronica carenza, almeno a medio e lungo termine. Infine ha annunciato che dalla prossima settimana partiranno i test sierologici, già fatti a centinaia per gli operatori sanitari, fra la popolazione dei 5 comuni trentini più colpiti dal virus. Ascolta l’intervento del direttore Bordon in merito alla situazione nel Vanoi

Le critiche al Governo

“Siamo ovviamente consapevoli delle enormi difficoltà che ha affrontato e sta affrontando il nostro Paese, difficoltà che sta attraversando anche la nostra comunità e, devo dire, con grande compostezza e senso di responsabilità.

Tuttavia ci aspettavamo, e continuiamo ad augurarcelo, un po’ più di coraggio nelle scelte che riguardano alcuni settori dell’economia reale”. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, risponde così alle sollecitazioni di un commento dei nuovi provvedimenti governativi annunciati per il prossimo 4 maggio dal premier Giuseppe Conte.

“Sia chiaro che la sicurezza e la salute vengono al primo posto ed anche da parte nostra abbiamo fatto propria questa consapevolezza”, afferma Fugatti. “Ma occorre pensare che sicurezza e salute sono inevitabilmente garantite dall’operosità di milioni di lavoratori e imprenditori, dalle fabbriche al turismo, dalla scuola all’artigianato, dai bar alle parrucchiere e l’elenco potrebbe continuare. Per tutti loro, ma anche per il bene di tutti, occorre trovare il miglior sincronismo possibile, la ‘coincidenza’ ottimale per non far perdere il treno a nessuno”, conclude il presidente del Trentino.

Le novità in provincia di Trento

In breve

Mascherine “made in Trentino”. L’obiettivo è dotare il Trentino di una produzione autosufficiente di presidi di protezione individuale per rifornire ospedali, case di riposo, farmacie ma anche enti pubblici ed aziende impegnate nel graduale rientro a partire dal 4 maggio. Le mascherine “made in Trentino”, certificate dall’Istituto superiore di sanità, sono di tipo chirurgico, in tre strati per uso sanitario, e generiche, ovvero di largo consumo, per utenti e lavoratori del settore secondario e terziario. Grazie a Trentino Sviluppo, società della Provincia autonoma di Trento, si è creata una rete di 17 piccole e medie aziende trentine – ma se ne stanno aggiungendo ogni giorno – che, convertendo parte delle linee produttive e sfruttando materie prime già in magazzino, hanno creato una filiera di produzione di mascherine chirurgiche e generiche, certificate dall’Istituto superiore di sanità, che a fine aprile saranno sul mercato. C’è chi, prima dell’emergenza, produceva tute sportive per il motocross o gli sport invernali. Chi, invece, era leader nella realizzazione di biancheria anallergica per la casa, chi era specializzato in piumini, trapunte e materassi. Ma ci sono anche cooperative sociali e gruppi di sarte artigiane. A breve saranno prodotte 40.000 mascherine, ma c’è materia prima per realizzarne 5 milioni.

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