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Coronavirus: tornano a calare i decessi in Alto Adige, primo parziale via libera a spostamenti

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Ancora due decessi per coronavirus in Alto Adige, importanti novità per i residenti. Singolare episodio in quota, dove un uomo rifiuta di prestare soccorso ad un escursionista colpito da infarto

Bolzano – Elisoccorso Pelikan Alto Adige in azione

 

Bolzano – Entrambi si sono verificati nelle case di riposo, portando a 82 il totale degli ospiti delle residenze per anziani deceduti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. In complesso, considerando anche i 135 pazienti morti negli ospedali, le vittime del Covid-19 in provincia di Bolzano sono 217. Ieri il numero dei decessi era tornato a salire, tanto da far registrare 11 vittime.

I nuovi contagi sono 35 accertati sulla base della valutazione di 300 tamponi. In totale, il niumerro delle persone positive al test sono 2.180. Finora, sono stati effettuati 24.457 tamponi su 12.194 persone. I collaboratori dell’Azienda sanitaria provinciale che hanno contratto l’infezione sono 216. A questi si aggiungono 11 medici di medicina generale e 2 pediatri di libera scelta.

Scende ancora – adesso sono 26 – il numero delle persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva. Vi sono inoltre 8 pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva in cliniche in Austria e in Germania. Nei normali reparti dei sette ospedali dell’Azienda sanitaria, nelle cliniche private e nella base logistica dell’Esercito appositamente attrezzata a Colle Isarco sono ricoverati complessivamente 204 pazienti affetti da Covid-19. Altre 68 persone assistite dall’Azienda sanitaria sono casi sospetti.

Novità per gli spostamenti

In Alto Adige intanto, vengono ammessi spostamenti dalla propria abitazione a piedi e spostamenti sempre in provincia per visitare i familiari. Lo prevede l’ordinanza, firmata in serata dal governatore altoatesino Arno Kompatscher che parla di “un piccolo, circospetto passo” verso la ripartenza, che però non significa un “liberi tutti”. “Abbiamo sfruttato l’esistente margine di manovra a nostra disposizione e adeguato il più possibile le misure nazionali alla specifica situazione dell’Alto Adige”, commenta.

Il documento chiarisce che l’attività motoria rispetta comunque il requisito del distanziamento sociale se lo spostamento dalla propria abitazione avviene a piedi e se vengono comunque rispettate le norme di distanziamento sociale – almeno tre metri fra le persone – e se si indossa la mascherina, per evitare così ogni eventuale possibilità di contagio in caso di incontro con altre persone. I sindaci possono tuttavia scegliere di adottare norme diverse e, se necessario, più restrittive, in ragione della maggiore densità abitativa o dei dati relativi all’evolversi dell’epidemia.

Una ulteriore novità introdotta riguarda la possibilità di contatti all’interno del nucleo familiare inteso in senso stretto. E dunque sono autorizzati da domani gli spostamenti all’interno del territorio provinciale per fare visita al proprio compagno e/o ai propri figli.

Per quelle imprese che avevano potuto portare avanti la propria attività nonostante le restrizioni cade la limitazione di 5 dipendenti sin qui in vigore: le imprese che hanno un codice Ateco fra quelli autorizzati a proseguire l’attività possono ora lavorare senza limitazioni sul numero di dipendenti. Un ulteriore allentamento delle restrizioni riguarda quelle attività lavorative che possono essere portate avanti individualmente o insieme a collaboratori.

In breve

Un uomo ha perso i sensi per un arresto cardiaco a 1.800 metri di quota, in valle Aurina, ma un altro escursionista, che si trovava per caso nelle vicinanze, ha rifiutato di prestare i primi soccorsi. E’ quanto è avvenuto ieri mattina sul Monte Lupo, come riferisce il portale news altoatesino Stol.   L’uomo era in compagnia del figlio, quando si accasciato per terra. Il figlio ha subito lanciato l’allarme e ha prestato i primi soccorsi. In volo si è messo l’elisoccorso Pelikan con una squadra del soccorso alpino. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto l’uomo era ormai morto. Il figlio ha raccontato che un escursionista è stato testimone del malore ma si è rifiutato di partecipare alla rianimazione e si è allontanato.

Rsa trentine, emergenza personale. Nelle Rsa trentine ci sono “da un lato ospiti non Covid con rischio di sviluppo di esiti assistenziali associati al depauperamento del tempo di assistenza (disidratazione, malnutrizione, lesioni da decubito, perdita delle capacità residue), dall’altro ospiti Covid per i quali si rendono necessarie competenze clinico-assistenziali specifiche legate alla gestione di quadri clinici instabili a rapida evoluzione. È evidente e sotto gli occhi di tutti che l’emergenza nell’emergenza si sta consumando proprio nelle Rsa, ne è dimostrazione l’elevato tasso di mortalità, al quale è necessario associare la dimensione qualitativa del morire che sopraggiunge in solitudine per l’assenza dei propri cari”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia autonoma di Trento, Daniel Pedrotti, che, in una lettera al presidente Maurizio Fugatti e all’assessora Stefania Segnana, chiede “tempestivamente strategie per ideare scenari e modelli capaci di rispondere in modo efficace ed efficiente a questa emergenza”.

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