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Consiglio provinciale Trento, Nerio Giovanazzi eletto vicepresidente: “Si ho carattere focoso, il mio ruolo non condizionerà incarico da Consigliere”

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Mattinata di voto in Consiglio provinciale a Trento dopo le dimissioni di Viola. Il suo sostituto sarà Giovanazzi, che ha confermato l’intenzione di non ricandidarsi

Trento – Dopo la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Walter Viola da vicepresidente del Consiglio provinciale con i relativi provvedimenti conseguenti, l’aula ha eletto il suo sostituto.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) è il nuovo vice presidente del Consiglio provinciale al posto del dimissionario Walter Viola, passato dal gruppo di Progetto Trentino a quello del Patt.

Per la sua elezione ci sono state tre votazioni a scrutinio segreto. Le minoranze, alle quali per consuetudine politica condivisa dalla maggioranza spetta questa carica istituzionale, avevano presentato anche la candidatura di Marino Simoni (Pt). Poiché solo alla terza votazione per l’elezione sarebbe stato bastato ottenere il maggior numero di voti, Giovanazzi ha prevalso con 8 preferenze contro le 2 di Simoni, 21 schede bianche e una nulla.

Giovanazzi: “assumo questo incarico senza interessi personali perché questo è l’ultimo anno della mia esperienza politica, ma non rinuncerò al mio ruolo di consigliere”

Il nuovo vicepresidente ha preso la parola ringraziando anche la maggioranza per non aver interferito nella scelta delle minoranze. “Assumo quest’incarico – ha spiegato – non per interesse perché questo è l’ultimo anno della mia esperienza politica, ma con una certa amarezza, perché avrei desiderato che chi rivestiva questo ruolo lo mantenesse fino alla fine della legislatura. Hanno scritto che ho un carattere focoso – ha aggiunto – ma poiché questa è l’unica caratteristica che scavando sulla mia persona è stata trovata, ne sono orgoglioso”. Giovanazzi ha concluso assicurando che, pur interpretando come vicepresidente del Consiglio il proprio ruolo istituzionale, come consigliere non mancherà di esprimere le sue posizioni politiche, lavorando comunque sempre nell’interesse della comunità trentina. Dal canto suo Dorigatti si è detto certo che anche con Giovanazzi proseguirà come in passato la collaborazione all’interno dell’ufficio di presidenza.

Viola: “aderendo al Patt voglio contribuire a rafforzare un punto di equilibrio politico e sociale di cui l’autonomia ha oggi bisogno”

Poco prima il vice presidente uscente, Viola, aveva motivato la propria scelta con la necessità di contribuire al rafforzamento dell’autonomia attraverso il “soggetto che – ha detto – a mio modo di vedere oggi può più di altri esprimere questa possibilità costruttiva”. Non mi pongo contro nessuno, ha proseguito Viola, ma essere per il Trentino e rispondere all’attuale momento di emergenza “ricomponendo, non destrutturando”. “Certo – ha riconosciuto – la mia è una scelta opinabile, come sempre in politica”, ma è anche “di continuità con la mia storia e cultura politica” la cui radice profonda è “popolare”. “Scegliendo di aderire al gruppo del Patt – ha precisato ancora Viola – non intendo rinnegare la mia lunga militanza, esercitata sempre con spirito costruttivo e rispettoso degli avversari politici, nei banchi dell’opposizione, ma al tempo stesso non intendo certo inseguire il sogno nostalgico di restaurare quel grande partito che fu la Democrazia Cristiana”. Viola ha sottolineato anche che il Patt aderisce insieme alla Svp “alla grande famiglia di popolari europei”.

Quanto al Trentino, il neo-consigliere autonomista ha evidenziato che si sta riprendendo dalla crisi più grave dal dopoguerra ad oggi, che ha causato danni seri al tessuto sociale, in primo luogo con lo scollamento tra politica e cittadini, e l’evidente distanza tra cittadini e istituzioni della nostra autonomia. “La cura di questi mali secondo Viola “non può certo essere la frammentazione e la litigiosità che sconfina ormai da troppo tempo nello scontro individuale”. Occorre invece recuperare la fiducia, ma questo per Viola “non può passare dalla radicalizzazione dello sconto politico”, che “ha poco senso in una realtà autonoma” che ha nella coesione sociale la sua forza genetica.

Con la sua adesione al Patt il consigliere ha ribadito di di voler contribuire, “con umiltà e rispetto”, “al rafforzamento non solo o non tanto di una robusta forza di centro, ma di un partito che sia un forte punto di equilibrio politico e sociale”, “fattore indispensabile per il rilancio e la difesa dell’autonomia e di un modello sociale ed economico che, pur con i suoi difetti e ritardi, è un modello che molto ha dato alla crescita della nostra comunità”. “Una crescita che, come insegna la storia di questa terra, è dovuta anche alla tradizione di moderazione e realismo che costituisce una parte importante della mentalità della nostra gente”. Questo patrimonio oggi “rischia di venire inquinato da una sottocultura politica nazionale dello scontro fine a se’ stesso, della superficialità e degli ammiccamenti demagogici”. Ma questa “non può essere la strada del Trentino”. Le mie dimissioni da ogni carica che il Consiglio mi ha affidato in quanto componente delle minoranze – ha concluso Viola – non sono quindi che la conseguenza dettata dal rispetto per le istituzioni e per i colleghi”.

Cia: diverso trattamento per Bottamedi e Viola sul loro passaggio dalla minoranza alla maggioranza

Prima del voto ha preso la parola anche Claudio Cia (misto), che ha segnalato come la gente oggi fatichi a comprendere i passaggi politici di un eletto da uno schieramento all’altro. E ha poli lamentato come “mentre nel caso del passaggio della consigliera Bottamedi dai 5 stelle al Patt si era sollevato un polverone, per quello di Viola oggi si registrano invece connivenza e silenzio, nonostante interferisca negli equilibri tra maggioranza e minoranza”. Cia ha ipotizzato che il diverso trattamento è forse dovuto al fatto che Bottamedi è donna.

E si infine dichiarato soddisfatto della bontà della scelta da lui compiuta tre anni fa (il 14 dicembre 2014), di votare scheda bianca e non a favore quando si trattò di eleggere Viola alla vicepresidenza del Consiglio provinciale al posto di Diego Mosna. Sul tema il presidente Dorigatti ha ricordato che per i consiglieri “non esiste vincolo di mandato” e osservato che ultimamente è aumentato, più di quanto sia accaduto nelle passate legislature, il numero dei componenti del gruppo misto.
Borga (CT) ha detto di aver sempre voluto evitare giudizi su questi passaggi da uno schieramento all’altro, preferendo “lasciare agli elettori la valutazione di coloro che non rimangono nel partito per cui avevano candidato”.

Kaswalder eletto per le minoranze al posto di Viola in IV Commissione, il cui vicepresidente sarà Simoni. In V Commissione entra Borga

Le dimissioni di Viola dalla carica di vicepresidente sono state accolte dal Consiglio provinciale con 21 voti a favore, 6 di astensione e 4 non partecipanti. Su proposta delle minoranze l’aula ha anche nominato Walter Kaswalder al posto di Viola nella Quarta Commissione (23 sì e 5 astenuti). A seguire l’assemblea legislativa, sempre su proposta delle minoranze, ha eletto Borga (CT) al posto di Viola nella Quinta Commissione con 22 voti a favore e 7 di astensione. Nella riunione dei capigruppo convocata da Dorigatti a inizio seduta, le minoranze hanno preannunciato che a sostituire Viola come loro rappresentante alla vicepresidenza della Quarta Commissione sarà Simoni (PT), mentre Kaswalder (misto) prenderà il posto del neo-consigliere del Patt nel Comitato per la valutazione delle leggi e nella Consulta per la riforma dello statuto di autonomia. Dorigatti ha preannunciato che il Consiglio ratificherà queste ultime nomine nella prossima seduta utile.

Borga stigmatizza il silenzio della CPO sulla violenza di gruppo subita da una donna nigeriana

Da segnalare che la seduta si era aperta stamane in aula con un intervento di Borga per stigmatizzare il silenzio della Commissione provinciale pari opportunità in merito alla violenza di gruppo subita ieri da una donna nigeriana. “Non si sa se l’organismo abbia taciuto perché si tratta di una donna o perché si tratta di una nigeriana”, ha aggiunto il capogruppo di Civica Trentina. Il presidente Dorigatti ha ricordato di aver diffuso ieri pomeriggio una nota di condanna, non riportata dalla stampa, dell’atto di violenza, al pari di alcune forze politiche e che oggi vi sarebbero stati altri comunicati.

Il nuovo Vice, politico di lungo corso

Nato nel 1948 a Pietramurata di Dro, dove risiede, è sposato e padre di tre figli. Eletto per la prima volta consigliere provinciale nella XI legislatura, gli è stata affidata la carica di assessore regionale agli Enti locali. Nella seconda e nella terza Giunta Andreotti è stato assessore alle opere pubbliche.

La XII legislatura lo ha visto presidente della terza Commissione permanente del Consiglio provinciale, preposta alle materie dell’urbanistica, dei lavori pubblici, dell’edilizia abitativa, dell’ambiente, della comunicazione e dei trasporti, della caccia e della pesca, delle cave e delle miniere. Nella XIII legislatura è stato Vicepresidente del Consiglio provinciale, membro della Terza Commissione permanente e dell’Assemblea delle Minoranze. E’ stato rieletto consigliere provinciale nella XIV legislatura come candidato presidente di due liste autonome dagli schieramenti politici e rappresentative del centro moderato.

Nella sua esperienza ha ricoperto diversi incarichi nel settore della cooperazione e nella pubblica amministrazione. E’ stato componente del Consiglio e della Giunta della Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura di Trento e membro della Giunta esecutiva dell’Unione contadini. Rieletto per tre mandati consigliere comunale a Dro, è stato assessore all’agricoltura e foreste nonché vicesindaco della stessa amministrazione. Ha esercitato infine il ruolo di assessore anche nell’ambito dell’assemblea comprensoriale dell’Alto Garda e Ledro.

 

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