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Camini e canne fumarie devono essere ben isolati

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Ecco i consigli del Servizio Antincendi e Protezione civile

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Trento – Quando va a fuoco un tetto – e recentemente si sono verificati numerosi incendi di coperture anche in Trentino – spesso la causa va cercata nella non perfetta realizzazione di camini e canne fumarie, in particolare per quanto riguarda l’isolamento termico e la tenuta ai fumi. Camini e canne fumarie devono essere ben isolati per evitare che i fumi della combustione facciano raggiungere al legno delle coperture la temperatura di accensione spontanea. Sia in fase di realizzazione che di controllo e manutenzione ci si deve rivolgere a specialisti, evitando il “fai da te”. La raccomandazione arriva dal Servizio Antincendi e Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento, in particolare dal Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco.

“Intervenendo sui luoghi dove si sono sviluppati gli incendi – evidenzia l’ingegner Stefano De Vigili, comandante del Corpo Permanente e dirigente del Servizio Antincendi e Protezione civile – i tecnici provinciali hanno notato che capita che camini e canne fumarie, sia di lontana che di recente costruzione, presentino un carente isolamento termico, aggravato dalla vicinanza, dal contatto, con gli elementi in legno dei tetti. Talvolta si è notata anche una carente pulizia dei condotti per non parlare dei casi in cui i camini sono stati costruiti dagli stessi proprietari, anche con poca perizia tecnica”.

Le conseguenze, come la cronaca ci evidenzia, possono essere molto gravi. Il Corpo Permanente raccomanda di far eseguire il controllo dei fumi da personale competente, almeno in occasione degli interventi di pulizia che sono obbligatori in base alla legge e ai regolamenti comunali. “Le verifiche – aggiunge De Vigili – permettono infatti di individuare eventuali carenze costruttive o insufficienza di isolamento. Si può quindi intervenire per correggere la situazione”.

Nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni si raccomanda di acquisire la dichiarazione di conformità (prevista dall’articolo 7 del Decreto Ministeriale 22-01-2008 n. 37).

Anche la tecnologia costruttiva delle coperture in legno deve considerare adeguatamente il rischio di incendio. “Per esempio – precisa ancora il comandante – la tecnica cosiddetta del “tetto ventilato”, che si conferma utile dal punto di vista del risparmio energetico, necessità di una grande attenzione riguardo al pericolo di incendio perché, favorendo la circolazione dell’aria tra i diversi strati del tetto, rende piuttosto veloce la propagazione della combustione”.

Per evitare danni potrebbe essere utile la posa di uno strato di materiale resistente al fuoco (almeno EI 60) al di sopra del tavolato inferiore. L’eventuale incendio della copertura non potrebbe propagarsi al di sotto dello strato resistente al fuoco, limitando i danni e consentendo l’utilizzo delle abitazioni anche subito dopo l’estinzione e la sistemazione provvisoria del tetto.

“Ancora più attenzione – conclude De Vigili – va posta nella costruzione di edifici interamente realizzati con strutture in legno. Con la tecnologia dell’intelaiatura con intercapedini isolate, in caso di incendio, si rischia la distruzione completa dell’edificio in breve tempo”.

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