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Terapie intensive oltre soglia critica in Trentino. Altre 4 vittime a Trento e 4 a Bolzano

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Continua a crescere di nuovo il peso della pandemia nelle terapie intensive italiane, dove l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid torna a raggiungere, a livello nazionale, il 29% ovvero appena un punto sotto la soglia definita critica. E sono ben 11 le regioni che la superano. Ricoveri in aumento in Austria

Trento/Bolzano – Altri 4 decessi per coronavirus in Trentino, nelle ultime 24 ore. Si tratta di 3 uomini e di una donna, di età compresa fra i 79 ed i 92 anni. Lo conferma il bollettino odierno dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari che indica 54 persone risultate positive a 630 tamponi molecolari alle quali si affiancano altri 29 casi positivi rilevati da 260 tamponi antigenici. I molecolari hanno inoltre confermato 41 positività intercettate nei giorni scorsi dai test rapidi.

L’analisi per classi di età mostra 14 nuovi casi di bambini e ragazzi in età scolare (uno ha tra 0-2 anni, 2 tra 6-10 anni, 5 tra 11-13 anni, 6 tra 14-19 anni) mentre 14 di 70 e più anni. Le classi in quarantena ieri erano 75. I ricoverati in ospedale salgono a 247, e restano alti anche se stabili i pazienti in rianimazione (48). Ieri i nuovi ingressi hanno superato di molto le dimissioni che nei fine settimana sono solitamente contenute: 18 i primi contro 4 fine degenza.

In ospedale sono avvenuti anche 3 dei 4 decessi. Nel frattempo i guariti crescono di altre 106 unità portando il totale da inizio pandemia a 30.580. Le vaccinazioni hanno superato quota 53.000: lunedì mattina la cifra pareggiava sulle 53.379 somministrazioni, comprese le 18.360 seconde dosi e le 7.288 riservate ad ospiti di residenze per anziani.

Tamponi nello studentato

“Sono stati completati – si legge in una nota dell’Opera universitaria di Trento – i tamponi ai 221 residenti delle palazzine E ed F dello studentato San Bartolameo posti in quarantena, realizzati dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari. È stato allestito un punto tamponi presso un’area dedicata e in giornata abbiamo completato questo primo test diagnostico a tutti i ragazzi posti attualmente in isolamento fiduciario.

Come già spiegato ai ragazzi in occasione del webinar tenutosi sabato scorso, questo primo tampone serve per conoscere quanto diffuso sia attualmente il virus negli ospiti delle palazzine E ed F. Anche nel caso di esito negativo, sarà comunque mantenuto l’isolamento per tutti i 221 residenti, dal momento che il periodo di incubazione della malattia varia tra 2 e 11 giorni e non possiamo escludere che i sintomi si manifestino in una fase successiva al tampone.

A seguito della quarantena di 10 giorni, salvo diverse indicazioni per il mutare del quadro epidemiologico, verrà effettuato un secondo tampone a tutti, e solo successivamente, se negativo, si porrà fine alla quarantena”. Queste le parole della dott.ssa Zuccali, Direttrice dell’Unità operativa igiene e
sanità pubblica dell’Azienda sanitaria.

Un primo momento informativo si è tenuto lo scorso sabato, attraverso un webinar rivolto a tutti i residenti delle strutture di Opera universitaria. L’invito è stato esteso via mail a tutti i residenti delle strutture. I partecipanti sono stati circa 250 ed è stata prevista la traduzione simultanea in inglese. È stato forte il richiamo da parte delle istituzioni ad un’assunzione di responsabilità da parte dei ragazzi, il cui comportamento in questa delicata situazione sarà cruciale per evitare la diffusione del virus nella città, con i rischi che ormai sappiamo soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.

Terapie intensive al limite

È’ quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) aggiornato al 7 marzo, che mostra, rispetto ai dati del primo marzo, una crescita del 4% a livello nazionale e due regioni in più oltre soglia.

Le 11 regioni che superano il 30%, ovvero il livello definito ‘critico’ poiché una volta superato risulta difficile poter assistere ad altri pazienti non Covid, viene superato da: Abruzzo (40%), Emilia Romagna (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (40%), Marche (42%), Molise (49%), PA di Bolzano (38%), PA di Trento (53%), Piemonte (32%), Toscana (34%), Umbria (58%).

Per quanto riguarda invece i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di malattie infettive, pneumologia e medicina generale, la quota nazionale sale al 33%, ancora sotto la soglia critica del 40%, ma 3 punti percentuali in più rispetto ai dati del primo marzo. In questo caso, la soglia critica viene superata da 7 regioni, ovvero 2 in più rispetto a una settimana fa: Abruzzo (43%), Emilia Romagna (45%), Lombardia (44%), Marche (52%), Molise (43%), Piemonte (40%) e Umbria (50%).

Il bollettino in Alto Adige

Continua a salire il conto delle vittime del Covid-19 in Alto Adige: altri 4 decessi portano a 1.063 il totale dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Inoltre, nelle ultime 24 ore, i laboratori dell’Azienda sanitaria provinciale hanno accertato 88 nuove infezioni: 65 sulla base di 677 tamponi pcr (143 dei quali nuovi test) e 23 sulla base di 4.895 test antigenici.

Finora, il numero delle persone testate positive è di 43.956 con pcr 23.056 con test antigenico, per un totale di 67.012. I pazienti Covid-19 ricoverati sono 46 in terapia intensiva (3 dei quali all’estero), 191 nei normali reparti ospedalieri, 158 nelle strutture private convenzionate e 128 in isolamento nelle strutture di Colle Isarco e Sarnes. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 6.431, mentre i guariti in totale sono 62.119.

Intanto nella vicina Austria, si registra un forte aumento dei ricoveri di pazienti Covid in terapia intensiva. Nelle ultime due settimane il numero è cresciuto del 23%, mentre quello dei ricoveri nei normali reparti ospedalieri è aumentato dell’11%.


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