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Addio al bellunese Padoa Schioppa: “Padre dell’Euro”

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Tommaso Padoa-Schioppa
Tommaso Padoa-Schioppa

Durata mandato
17 maggio 2006 – 8 maggio 2008
Presidente Romano Prodi
Predecessore Silvio Berlusconi (ad interim)
Successore Giulio Tremonti

Presidente della Consob
Durata mandato
1997 – 1998
Predecessore Enzo Berlanda
Successore Luigi Spaventa

Partito politico Indipendente

Tommaso Padoa-Schioppa, nato a Belluno il 23 luglio 1940, ma residente da tempo a Roma, è stato il suo ministro dell’Economia ma soprattutto un suo "amico". L’ex premier Romano Prodi, lo descrive come "un europeista appassionato e convinto, non un utopista. Un europeista concretamente impegnato nell’avanzamento dell’Unione’.

‘Era una persona di straordinarie capacita’ intellettuali’, prosegue Prodi. ‘Non solo un economista teorico, ma anche un grande conoscitore delle applicazioni, un osservatore acuto dei riflessi sociali’. ‘Cio’ che piu’ colpiva di lui era la grande considerazione delle istituzioni’, osserva ancora l’ex premier.

‘Conosceva bene le dinamiche del mercato, le studiava, ma non ha mai pensato che la forza del mercato potesse da sola dominare la societa’. Prodi, quindi, fa riferimento ad uno degli ultimi scritti di Padoa Schioppa, sulla ‘sofferenza delle istituzioni italiane insidiate da un crescente conflitto tra poteri’. ‘Era un grande italiano, oltre a essere un grande europeista. Spero che la sua sensibilita’ resti come lievito intellettuale per noi’, conclude Prodi.

‘Aveva la grande capacita’ di far lavorare le persone e motivarle. E a questo aggiungeva un talento innato nel destrutturare i problemi: li decomponeva in vari singoli aspetti per risolverli e trovare una risposta al problema da cui era partito. In questo senso piu’ che uno dei padri e’ stato uno dei costruttori della moneta unica’. Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio esecutivo della Bce, ricorda cosi’ Tommaso Padoa Schioppa.

Era, insieme, ‘un idealista ma anche un uomo molto concreto’. Secondo Bini Smaghi, l’ex ministro dell’Economia, scomparso ieri sera, ‘e’ sempre stato un grande europeista: ha creduto nel progetto dell’unificazione dei popoli europei attraverso le istituzioni forti come la Bce’.

Nell’Europa Padoa Schioppa ‘vedeva un progetto di integrazione politica, ma era anche consapevole che non poteva essere fatto in pochi anni ma che andava realizzato pezzo dopo pezzo. La moneta era un pezzo essenziale del progetto’. La crisi attuale, racconta Bini Smaghi, per Padoa Schioppa era ‘un’occasione per cercare di completare il processo di integrazione con un passo avanti proprio nell’unione politica. Era un euro-ottimista: dalle crisi cercava di tirare fuori elementi per fare un passo avanti nella nostra societa’.


Chi era Padoa Schioppa (Wikipedia):

Figlio di Fabio Padoa-Schioppa, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, ha frequentato il liceo classico Francesco Petrarca a TriesteLaureato in economia all’Università Bocconi di Milano nel 1966, Master in economia dal MIT di Boston nel 1970, inizia la sua carriera professionale nella Brenninkmeyer per poi passare alla Banca d’Italia (1968), raggiungendo il titolo di responsabile della divisione mercati monetari del dipartimento di ricerca.

Dal 1979 al 1983 è stato Direttore Generale per l’Economia e la Finanza dell’Unione Europea; dal 1984 al 1997 è stato Vice Direttore Generale della Banca d’Italia (di cui nel 2005 fu uno dei presunti "papabili" in sostituzione di Antonio Fazio, anche se lo fu ancor di più nel 1993, anno in cui Carlo Azeglio Ciampi presentò le dimissioni per assumere la carica di Presidente del Consiglio); nel 1997 assunse l’incarico di presidente della CONSOB, che ha conservato sino al 1998.

Dal 1998 al 2006 ha fatto parte del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea. In questa veste è stato un sostenitore della moneta unica nonché il primo a definire l’Euro "una moneta senza uno stato".[1]

Nell’anno accademico 2002/2003 riceve la laurea honoris causa in economia aziendale e direzione delle aziende all’Università degli Studi di Bergamo. Seguirà, nell’anno accademico 2005/2006, quella conferitagli in Banca e Finanza dall’Università degli Studi di Udine.

Nell’anno 2003 riceve inoltre il Premio speciale per la saggistica, nell’ambito del Premio letterario Giuseppe Acerbi per l’opera Europa, forza gentile.

Dal 17 maggio 2006 è diventato Ministro dell’Economia e delle Finanze nel governo Prodi II, come tecnico indipendente: prima di questa nomina è stato il presidente dell’istituto internazionale dei revisori dei conti.

Come primo atto da Ministro di tale dicastero ha affrontato il varo della Finanziaria 2007: una manovra di notevole portata etichettata da una parte come coraggiosa e necessaria per risollevare uno Stato versante in condizioni economiche non positive e dall’altra esagerata e non necessaria. Famoso il termine "tesoretto" da lui coniato per identificare l’extra-gettito nelle casse statali, dovuto in parte ad entrate fiscali non previste e, dall’altra, alla lotta contro l’evasione fiscale che ha visto un netto incremento di "entrate recuperate" rispetto all’anno precedente.[2]

Il 5 ottobre 2007 è nominato presidente del Comitato monetario e finanziario internazionale dell’FMI.[3]

Il 22 gennaio 2008 doveva essere discussa in Senato una mozione di sfiducia presentata dal centro-destra in merito alle rimozioni, giudicate "illegittime" dal TAR del Lazio, del consigliere RAI Angelo Maria Petroni e dell’ex-generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale. Tuttavia la mozione è stata ritirata per permettere la discussione di un’altra mozione di sfiducia, quella contro il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.

Dal 3 agosto 2010 è stato uno dei due consiglieri economici del primo ministro della GreciaGeorge Papandreou.[4]

È morto a Roma il 18 dicembre 2010 all’età di 70 anni per arresto cardiaco[5][6].

Ruolo nella creazione dell’euro

Padoa-Schioppa e Wim Duisenberg ad un congresso internazionale sulla Finanza e la Moneta

Tommaso Padoa-Schioppa è stato definito l’"impeto intellettuale" dietro la nascita dell’euro e il "padre fondatore" della nuova moneta.[7] Questo perché in un suo scritto dieconomia pubblicato nel 1982 fece notare che per un gruppo di Paesi come l’Unione Europea era impossibile aspirare contemporaneamente a:

  • libero commercio estero;
  • mobilità dei capitali;
  • politiche monetarie nazionali indipendenti;
  • tassi di cambio fissi.

Questi quattro obiettivi, ciascuno dei quali auspicabile in sé, egli li battezzò il "quartetto inconciliabile" (successivamente detto Trio inconciliabile). A quell’epoca i vari Paesi dellaComunità Economica Europea mantenevano alcune limitazioni agli scambi e, soprattutto, alla circolazione dei capitali. Queste vennero via via eliminate tramite il programma delMercato Unico e la liberalizzazione dei movimenti di capitali. Alla fine degli anni ’80 i primi due obiettivi erano stati raggiunti; bisognava scegliere tra gli ultimi due. Nel 1982 Padoa-Schioppa aveva proposto di eliminare il terzo fine (Politiche monetarie indipendenti) e di creare una moneta unica per tutti gli stati appartenenti all’Unione, gestita da un’unica Banca Centrale Europea. Il Rapporto Delors dell’aprile 1989 appoggiò questo punto di vista proponendo un’Unione Monetaria Europea con un’unica moneta. Padoa-Schioppa si occupò allora della creazione della nuova Banca Centrale Europea di cui divenne uno dei primi membri del Comitato Esecutivo.

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