NordEst

Tar respinge sospensiva richiesta da Lac su impianti cattura uccelli

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“Noi abbiamo rispettato leggi e direttive comunitarie. Il TAR ne ha preso atto non accogliendo la richiesta di sospensiva della delibera che autorizza alla gestione degli impianti di cattura uccelli presentata dalla LAC, la Lega per l’Abolizione della Caccia. Il diritto ha prevalso sulle ideologia”.

E’ il commento dell’assessore all’attività venatoria del Veneto Daniele Stival alla ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale sulla questione il quale, ad un primo esame della vicenda, non ha accolto la richiesta di sospensiva in quanto non ha riscontrato i presupposti di violazione di leggi e regolamenti né l’esigenza di adottare misure cautelari in quanto non è riscontrabile alcun danno irreparabile, rimandando la discussione nel merito del ricorso alla Camera di Consiglio fissata per il 30 ottobre, lo stesso giorno in cui si discuterà nel merito anche del nuovo calendario venatorio regionale.

“Ritengo anche questo pronunciamento la conferma del buon lavoro svolto dalla Giunta regionale in materia di caccia, per garantire regole conformi e rispetto delle normative comunitarie. Sono sereno circa il giudizio di merito che sarà espresso a fine ottobre, a fronte di una azione amministrativa puntuale e sempre ispirata alla correttezza, a fronte invece di opposizioni che ritengono pregiudizialmente illegale la pratica venatoria, che illegale non è”.
 
La discussione nel merito del ricorso e’ fissata per il 30 ottobre, lo stesso giorno in cui si discuterà nel merito anche del nuovo calendario venatorio regionale.
 
In 35 giorni 13 morti e 33 feriti. Associazione vittime caccia, fermare strage – In 35 giorni effettivi di caccia, dal 1 settembre al 20 ottobre, le armi dei cacciatori, hanno ucciso 13 persone, tra cui un bambino, e ne hanno ferite 33, tra cacciatori e non. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati dell’Associazione Vittime della caccia."La questione non è più su caccia-si/ caccia-no, qui si tratta di fermare una vera strage. 

Le opinioni contano poco di fronte a questi fatti» ha precisato Daniela Casprini presidente dell’Associazione Vittime della caccia. «Infatti c’è da aggiungere ben poco, se la morte di persone innocenti, di bambini sacrificati alla caccia passano nell’indifferenza. Cosa hanno da dire le associazioni venatorie, che sono falsi questi dati? Non è forse un fenomeno allarmante questa escalation di vittime? Il Governo deve fare qualcosa» ha continuati Casprini «Un normale cittadino non può svolgere le proprie attività in campagna che rischia di essere massacrato. La caccia in Italia deve essere bandita».

«Esprimo il mio cordoglio e dolore alle famiglie delle vittime. Non posso però non condannare lo sciacallaggio cui stiamo assistendo in questi giorni: gli incidenti non vanno utilizzati per strumentalizzare l’opinione pubblica, e trascinarla con sé in una campagna anti-caccia».
 
Così il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, interviene sui due incidenti di caccia in cui il 20 e il 21 ottobre hanno rispettivamente perso la vita un ragazzo di 16 anni nel pavese e un uomo di 64 nel bergamasco. «La caccia» ha spiegato Veneziano «non va demonizzata. Incidenti di questo tipo possono accadere anche a chi prende l’auto, o pratica lo sci, o l’alpinismo. Certo, le norme di sicurezza ci sono e vanno rispettate, anche se potrebbero essere perfezionate».
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