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Operazione SHERIF della Finanza

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Condannati a 10 anni i trafficanti

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Trento – In data 12 dicembre 2012, è stata depositata la sentenza n. 407/12 con la quale si è avuta la condanna definitiva nei confronti dei due principali imputati, coinvolti nell’OPERAZIONE SHERIF, indagine condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Trento nel settore del contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La corte d’appello di Trento ha condannato M.E. alla pena di anni 10 e mesi 9 di reclusione, oltre a 80 mila euro di multa, e D.F. alla pena di anni 9 e mesi 9 ed a 75 mila euro di multa.

L’indagine aveva smantellato una pericolosa organizzazione criminale, composta essenzialmente da soggetti di origine albanese e dedita all’importazione nel territorio nazionale di cocaina dall’Olanda ed eroina dall’Albania e dal Kosovo.

Le articolate indagini, durata due anni, avevano permesso di denunciare 24 persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, di arrestare 9 persone in flagranza di reato e di sottoporre a sequestro 2,1 kg di cocaina, 40,5 kg di eroina e 4 autovetture. Ben più alto era però il livello quantitativo curato nel tempo dall’organizzazione. Le risultanze investigative, infatti, avevano consentito di quantificare in capo all’organizzazione una movimentazione complessiva di circa 150 kg di eroina, per un valore all’ingrosso di circa 1.800.000 € (equivalenti a 7.500.000€ al dettaglio) e di circa 60 kg di cocaina per un valore all’ingrosso di circa 2.400.000€ (equivalenti a 6.000.000€ al dettaglio).

Sulla base delle indagini svolte, il G.I.P. di Trento aveva emesso 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere.

Fulcro del legame associativo erano i fornitori della sostanza stupefacente dimoranti nell’ Europa centro settentrionale, in Albania ed in Kosovo, ai quali gli spacciatori operanti in varie località del territorio nazionale ricorrevano per garantirsi il flusso di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti.

Nel corso delle indagini emergeva altresì, la “transnazionalità” quale tratto saliente della consorteria criminale, la quale, grazie alla mobilità dei suoi sodali, estendeva la propria operatività in varie nazioni europee ed in particolare in Italia, Albania, Kosovo, Olanda, Germania, Grecia e Svizzera. In ognuno di questi Paesi, l’organizzazione godeva dell’appoggio e del contributo logistico e operativo di varie cellule criminali in contatto sia con i vertici sia tra di loro e coordinava le varie fasi delle attività illecite finalizzate all’importazione della sostanza stupefacente, al suo occultamento e smistamento ed al trasferimento di ingenti somme di denaro.

L’associazione a delinquere, in ambito nazionale, ha gravitato in prevalenza in Trentino Alto Adige, Lombardia, Puglia, Piemonte ed Emilia Romagna.

Le indagini, condotte con il coordinamento del dott. Davide Ognibene, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Trento, sono state svolte in continua e proficua sinergia con diversi Organismi esteri di Polizia.

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