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Malaria, Iss conferma contagio in ospedale a Trento. Direttore Bordon: “Apss non commenterà fino a quando sarà stata visionata documentazione”

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Non una zanzara, ma probabile macroscopico errore umano

Trento – Sofia, la bimba di quattro anni morta di malaria, sarebbe stata contagiata all’ospedale di Trento. Secondo i periti dell’Istituto Superiore di Sanita’, che hanno trasmesso alla procura di Trento le loro conclusioni, il contagio sarebbe avvenuto in ambito ospedaliero. I tecnici escludono anche che il veicolo dell’infezione sia una zanzara: se errore c’è stato, si è trattato – commentano gli inquirenti – di una macroscopica falla nelle procedure, in sostanza un errore umano non facilmente individuabile.

Si tratta di una relazione di tre pagine, molto tecnica, che conferma le dichiarazioni rilasciate nei giorni corsi dal ministro della salute Beatrice Lorenzin. In sostanza conferma che Sofia e’ stata contagiata con lo stesso ceppo malarico di una delle due bambine del Burkina Faso che si trovavano al S.Chiara di Trento nello stesso periodo in cui era ricoverata la bimba. Sofia è morta il 4 settembre per malaria.

Nessun commento dall’Azienda sanitaria trentina

«Sono stato informato – spiega in una nota Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento – dal presidente Ugo Rossi e dall’assessore Luca Zeni che è stata richiesta copia al Ministero della relazione sul caso di malaria consegnata alla Procura di Trento. L’Apss non commenterà nulla fino a quando non avremo visionato la documentazione.

La commissione che ci ha supportato nelle indagini interne composta, tra gli altri, dal professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale delle malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, sta completando la relazione e non appena la riceverò la consegnerò personalmente al procuratore dottor Marco Gallina quale contributo dell’Apss nella vicenda legata alla morte della piccola Sofia, mettendoci a completa disposizione delle autorità preposte.

La verità è dovuta principalmente ai familiari della bambina ma anche al nostro personale medico e infermieristico che ha sempre lavorato con impegno e dedizione e che è molto provato da questa vicenda».

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