Lettera aperta del presidente dell’Associazione delle Macellerie di Montagna
Trento – «In seguito alle notizie riguardanti la risoluzione del rapporto commerciale tra la Federazione allevatori del Trentino ed il consorzio Sait, per la fornitura della carne trentina sotto il Marchio Qualità Trentino (QT) – spiega in una nota Massimo Corrà, Presidente Macellai Confcommercio – mi sento in dovere di rappresentare la posizione di una categoria (quella dei macellai aderente all’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino che ho l’onore di presiedere) che, sulla valorizzazione del prodotto carne trentina, ha avviato da un paio d’anni un percorso di riqualificazione, dedicandogli tempo, impegno, passione e risorse umane ed economiche.
L’iter ha visto nascere spontaneamente l’associazione Macellerie di Montagna-Trentino, che riunisce allo stato attuale quindici aziende storiche e fortemente radicate sul territorio. L’obiettivo è valorizzare un prodotto locale che si richiama alla nostra migliore tradizione culinaria e gastronomica, ingiustamente bistrattato soprattutto in questi ultimi tempi da una tendenza modaiola, sul quale invece abbiamo inteso investire come imprenditori privati, in termini di formazione, educazione culturale e promozione.
Le logiche di mercato sottese a questa operazione – continua Corrà -, che rispettiamo come operatori economici, rischiano però di “svalutare” un prodotto che invece necessita di essere conosciuto ed apprezzato e quindi acquistato con piena consapevolezza. La Grande Distribuzione Organizzata (GDO), per logiche strutturali ed organizzative intrinseche, non ha tempo per riflettere sul valore dell’acquisto di un “pezzo” di carne; per noi macellai quel tempo diventa l’elemento fondamentale e distintivo, il valore aggiunto che solo una competenza professionale tramandata di generazione in generazione, è in grado di offrire.
Dispiace che la qualità di un alimento così importante – conclude Confcommercio Trentino – e parte integrante di una sana e corretta dieta mediterranea venga sacrificata sull’altare del mero prezzo di acquisto; è una logica che non rende giustizia a chi dal territorio trentino e per il territorio trentino vuole fare emergere un’eccellenza. Il forte richiamo, nel massimo rispetto delle opinioni e posizioni altrui, è quello di riconoscere il ruolo e la valenza dei macellai trentini, che sono anche allevatori, veri “artigiani” della carne e attivi protagonisti della cosiddetta “filiera corta”, con un prodotto lavorato e trasformato in loco».
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