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Imprese, il Veneto scommette su un futuro “Green”

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Tutelare il territorio per favorire la crescita delle aziende

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Venezia –  “La Regione del Veneto guarda al futuro del territorio, e non può che vederlo green”. A dirlo è l’assessore alle politiche ambientali Maurizio Conte, con riferimento tra l’altro alla notizia apparsa in questi giorni che anche la chimica di Porto Marghera si trasformerà in linee di produzione più sostenibili per l’ambiente. “Nel Veneto – aggiunge Conte – il sistema delle imprese è legato allo sviluppo non solo economico e produttivo ma anche sociale. La sua strutturazione è coerente con un’impostazione di tipo culturale e, ora che la consapevolezza ambientale è ad un buon livello tra i veneti e che la sostenibilità è obiettivo comune di politica e cittadini, dobbiamo concentrarci sulle buone pratiche d’applicazione”.

“Sul piano amministrativo – spiega l’assessore veneto – la Regione ha la necessità di guardare alla tutela del territorio, legando questo aspetto alle esigenze d’impresa e viceversa. Enti pubblici ed aziende devono quindi operare in sinergia trovando una sintesi fra le diverse esigenze. Il nuovo equilibrio guarda al benessere, alla qualità della vita, e questo è conseguenza dell’azione dell’uomo, anche per quanto riguarda la gestione delle risorse rinnovabili. In quest’ottica vanno considerati il benessere lavorativo; quello produttivo collegato sia all’abbattimento dell’inquinamento, sia all’innovazione tecnologica; quello derivante dall’utilizzo delle risorse naturali, come l’acqua, o il riutilizzo di altre, come i rifiuti. La Regione guarda a tutti questi aspetti, con attenzione particolare per le autorizzazioni e i sistemi di controllo”.

“C’è quindi la necessità – conclude Conte – di adeguare gli investimenti in questa direzione e rivedere la legislazione in materia, soprattutto quella europea, perché qui sta uno degli aspetti più critici. Lo si è visto con gli incentivi per le biomasse il cui utilizzo, nelle nostre zone montane, ha creato nuovo picchi di inquinamento atmosferico. Ma il rischio è anche quello di spingere in maniera artificiale un settore che poi non è in grado di restare in piedi senza incentivi, come si è verificato per il fotovoltaico. Oggi come oggi c’è bisogno quindi di chiarezza sia sul piano normativo, sia a livello di sostegno economico alle nuove opportunità. Con criteri ben definiti, istituzioni e imprese possono essere artefici di un nuovo Rinascimento “green”, che avrà ricadute sociali positive tanto per la creazione di posti di lavoro, quanto per la qualità della vita”.

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