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APSP Transacqua in festa con i volontari, il Consigliere Cerchio: “Difendiamo i valori del territorio”

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APSP di Transacqua in festa lunedì 16 novembre, senza però dimenticare i valori e la forza del volontariato che anima le molte Case di riposo trentine, mentre si ipotizzano tagli. Ecco la riflessione del Consigliere dell’Apsp locale, Cesare Cerchio, dopo la proposta di riforma dell’assesore provinciale Luca Zeni

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Primiero (Trento) – Dopo dieci anni di impegno nel volontariato e dopo due anni da consigliere volontario, non retribuito, della Casa San Giuseppe di Transacqua, mi sento in obbligo di esprimere un’ opinione personale negativa sulla proposta di unificazione delle APSP Trentine. Sono infatti, delle Aziende competitive e sane, grazie all’impegno dei cittadini, dei Comuni e della Comunità e soprattutto, grazie a personale qualificato e ad un volontariato attivo diffuso, oltre a generosi lasciti, che si sono sviluppate sulle esigenze reali degli ospiti e sulle peculiarità dei singoli territori.

La proposta dell’Assesore provinciale Zeni

In vari interventi sulla stampa locale, Zeni propone un piano di accorpamento delle attuali 41 APSP in un’unica APSP provinciale; verrebbero eliminati gli attuali Consigli di amministrazione e le figure dei direttori, gli impiegati amministrativi verrebbero concentrati a Trento centralizzando in un’unica sede tutte le funzioni amministrative; vi sarebbe un unico Consiglio di amministrazione, un direttore generale e due direttori di area; verrebbe fissata una retta alberghiera eguale per tutti. L’obiettivo della proposta è di ridurre i costi di 17 milioni all’anno.

Situazione e prospettive locale 

Nella Valle di Primiero, la percentuale di cittadini over 65 è il 25% della popolazione, pari a circa 2.300 persone, per cui, calcolando una media di 3 persone per nucleo familiare, le persone che dovranno preoccuparsi del futuro degli anziani, raggiungono il numero di 6.900 cittadini residenti, e si prevede una crescita continua negli anni a venire. Inoltre, gli studi fatti dalla Comunità nel Piano sociale territoriale, segnalano un forte incremento di patologie degenerative debilitanti che portano in breve alla non autosufficienza, come demenze senili, anche precoci, aumento di casi di Alzheimer, di malati del morbo di Parkinson, e di malati cronici non autosufficienti.

Abbiamo già lunghe liste d’attesa presso le UVM, e molte famiglie del Primiero hanno la necessità di trovare un posto letto e sono preoccupate per il futuro dei loro anziani. Se gli anziani non troveranno posti letto presso le APSP, graveranno sempre di più sulle loro famiglie, e sui costi e sulle strutture della sanità pubblica, dati anche i sempre più bassi redditi medi delle pensioni, previste in ulteriore calo.

Sul nostro territorio non abbiamo ospedali, per cui le APSP presenti collaborano da sempre, operano 24 ore su 24, dato che sono le uniche strutture assistenziali specializzate nell’assistenza psicofisica e terapeutica agli anziani e loro famiglie, anche nella cura di patologie croniche, tipiche dei grandi anziani, da noi residenti.

La nostra APSP (Casa di riposo)

La nostra è la più vecchia APSP della Comunità di Primiero, fondata nel lontano 1848 grazie ad un importante lascito, ed a progressivi adeguamenti strutturali e gestionali, voluti dai cittadini e da tanti volontari, che hanno lavorato con impegno e generosità, di giorno e di notte, nell’interesse ed al servizio degli anziani più fragili.

Negli ultimi anni i servizi erogati agli anziani presso la nostra struttura si sono adeguati alle condizioni degli ospiti. Questi risultati si sono ottenuti grazie a corsi di formazione ed aggiornamento professionale, specifici, per il personale ed anche per i 71 volontari specializzati, che sono attivi in struttura, e che sono stati coinvolti, grazie ad una loro disponibilità ad accettare il cambiamento, dimostrando molta sensibilità ai nuovi problemi degli ospiti e di gestione.

Per far fronte al cambiamento, nonostante l’aumento degli adempimenti burocratici, negli ultimi anni sono stati ampliati e migliorati gli spazi fisici. Inoltre, grazie ad una oculata gestione ed alla scelta di costituire nuclei specializzati, abbiamo migliorato e personalizzato la qualità dell’assistenza, rispondendo sempre meglio alle esigenze degli ospiti e delle loro famiglie.

Grazie alla leadership della Direzione ed all’impegno di tutti i dipendenti e del Consiglio, inclusi i collaboratori volontari, ed alla scelta di collaborare e scambiare esperienze con la APSP di Canal San Bovo e di altre strutture limitrofe, in sinergia con i servizi sanitari di Comunità, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi di qualità e di riduzione dei costi, imposti dalla Provincia, negli ultimi tre anni, senza aumentare le rette agli ospiti.

Un fattore importante di successo, è la presenza di personale locale, che vive sul territorio, che spesso conosce l’ospite o la sua famiglia. La vicinanza ai Comuni, alla Comunità ed alle famiglie, grazie ad un dialogo diretto continuo, ci ha permesso di sviluppare i servizi interni ed anche quelli esterni. Così, offriamo servizi a livello domiciliare per alleviare le famiglie ed anche un servizio di assistenza ai turisti anziani, residenti in Hotels e negli appartamenti.

Questi alcuni indicatori numerici del peso e del valore importante delle persone e delle famiglie che operano e sono legate alla nostra APSP di Transacqua: considerando la media di 3 persone per famiglia, 81 sono gli ospiti che coinvolgono 243 famigliari, 71 sono i volontari specializzati ed attivi ( 213 le persone di famiglia coinvolte), 90 dipendenti tra diretti e indiretti ( 270 persone con i famigliari) , per un totale di 244 persone impegnate e remunerate. Senza calcolare i fornitori esterni di prodotti di consumo, manutenzioni, prodotti e servizi vari.

Proposte concrete per il futuro 

La proposta di Zeni ha incontrato molte critiche da parte di chi conosce da vicino la realtà delle Case di riposo.

L’UPIPA, che è l’associazione che le riunisce a livello provinciale, ha dimostrato, conti alla mano, che i presunti risparmi, di cui parla l’Assessore con la sua proposta di unificazione e centralizzazione, in realtà non ci saranno. Ciò non significa lasciare tutto come sta! Vi sono degli interventi che possono, da un lato salvaguardare il legame delle Case di riposo con il proprio territorio e dall’altro consentire ulteriori risparmi nella gestione (oltre a quelli già fatti negli ultimi tre anni, su richiesta della Provincia). Ecco alcuni punti.

Valorizzare le APSP, dando più autonomia e deleghe, dato che sono strutture flessibili e snelle, sorrette dal volontariato e che hanno tutte le competenze e l’esperienza per rispondere ai crescenti problemi socio sanitari degli anziani più fragili e sono un’eccellenza dei territori trentini. Sarà sempre più importante attuare, a livello di Comunità territoriali, nuove sinergie e scambi di servizi e di esperienze, tra le Case di riposo ed i responsabili dei servizi socio sanitari. Progressivamente bisognerà continuare ad unificare la gestione di diversi servizi, partendo dagli adempimenti amministrativi, quando in questo modo si realizzano economie di gestione reali.

L’opportunità che ha il Trentino è quella di delegare loro la gestione sui territori di tutti i servizi utili agli anziani, in house ed anche quelli a domicilio. Le APSP hanno la responsabilità dello sviluppo di nuovi servizi e dell’informazione e dell’orientamento alle cure ed alla riabilitazione degli anziani, specie non autosufficienti, erogando servizi diversificati, anche innovativi, per rispondere ai nuovi bisogni delle famiglie.

Cesare Cerchio

Consigliere APSP San Giuseppe Transacqua

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