A Caoria domenica 6 giugno erano presenti anche alunni e insegnanti del Liceo Rosmini di Trento che hanno presentato la ricerca effettuata sulla figura femminile di Anastasia Sperandio (1906 – 1927), a cui è stata intitolata la passerella del paese. Durante la mattinata l’assessore provinciale Stefania Segnana – dopo una breve visita al centro vaccinale di Tonadico – ha presentato nel Vanoi il progetto Coliving: “Non vogliamo calare nulla dall’alto”. Presenti tra gli altri all’evento il sindaco Bortolo Rattin, il presidente di Itea spa, Salvatore Ghirardini e il commissario della Comunità di Primiero, Roberto Pradel con altri dirigenti provinciali
Caoria (Trento) – La storia di Anastasia (1906 † 1927) racconta il coraggio di tanti giovani che nel passato lasciavano le valli trentine negli anni ’20, per andare a lavorare stagionalmente in Val di Fiemme o in Alto Adige ma non solo, attraversando il Lagorai a piedi dalla Forcella Sadole, ad oltre 2000 metri di quota.
Una donna speciale, che gli Alpini di Caoria ricordano sin dal 2004, quando è stato creato il “Comitato Anastasia Sperandio Valli di Fiemme e Vanoi”, con l’intento e l’impegno di stimolare, coordinare ed attuare attività, manifestazioni, convegni, per promuovere un possibile collegamento viario tra le due valli. Ogni anno il Gruppo Alpini di Caorìa celebra infatti una commemorazione sulla “Cros de la Cauriota”.
La drammatica scomparsa di Anastasia
La giovane di Caoria, Anastasia Sperandio, terminato il suo ingaggio autunnale, faceva ritorno a casa. Giunse, sabato 12 Novembre 1927, verso sera, a Ziano, e scese dal treno a vapore alla piccola stazione La ferrovia Ora-Predazzo costruita a scopi di guerra da prigionieri serbi e russi e dai ragazzi di Fiemme, nel 1917, ora serviva alla gente della Valle di Fiemme e Valle di Fassa per recarsi in Val d’Adige, o a Trento, o a Bolzano.
A Ziano, Anastasia trovò accoglienza dalla famiglia Vanzetta per trascorrere la notte. Il mattino dopo, nonostante il maltempo e i consigli di desistere, la giovane partì verso Forcella Sadole con un forte maltempo. Quel giorno aveva appuntamento col fratello Antonio al passo, che le sarebbe venuto incontro: lui però non salì per via delle condizioni avverse, convinto che anche la sorella avesse fatto lo stesso.
Tanta era la voglia di rientrare a casa, che Anastasia proseguì lo stesso il suo cammino: poco sotto il valico, fu sorpresa però da una tremenda tempesta di neve. Cercò rifugio ma, sfinita dal freddo e dalla fatica, morì assiderata vicino ad un sasso, dove cercava disperatamente riparo. Fu ritrovata qualche giorno dopo nei pressi del Maseròn, vicino al Pian delle Maddalene, a quota 1800, semisepolta dalla neve.
Quando la notizia arrivò in valle, nel Vanoi, i genitori si trovavano in montagna, a badare agli animali e non poterono assistere al funerale della figlia. In Val Sadole ora si trova una piccola croce in omaggio alla “Cauriòta”. Sui registri dei Morti, presso l’ufficio parrocchiale di Ziano, è scritto invece: «Sperandio Anastasia di Beniamino (è cancellato il nome di Massimino) e Francesca nata Casèr da Caoria, trovata morta in Sadole e sepolta qui 24 d.m.». Come data della morte è segnato il 13 Novembre, e più sotto il 21, data del ritrovamento. Ad officiare le esequie, nel pomeriggio di giovedì 24 Novembre, fu don Gardener. La giovane Anastasia fu tumulata nel cimitero di Ziano.
La famiglia Sperandio
Anastasia era nata a Caoria di Canal S. Bovo il 20 Ottobre 1906 da Massimino detto Costantet e da Francesca Casèr .Aveva due sorelle ed un fratello: Sabina, Carolina trasferitasi in Toscana, ed Antonio, deceduto qualche anno fa a Canal S. Bovo. La famiglia veniva chiamata «dei Lamoi» e trascorreva buona parte dell’anno tra Mardel, el Roncon ed il Col dei Boti, quindi in zona molto isolata e senza la possibilità di poter scambiare un discorso con i paesani. Una famiglia di contadini che allevava degli animali, procurava il fieno agli stessi nella buona stagione.
La scarpetta di Anastasia
Il 18 settembre 2011, un gruppetto di alpini con il sindaco di allora, Mariuccia Cemin, hanno incontrato, presso la suddetta croce, una delegazione di Ziano capitanata dal sindaco Vanzetta che dopo la celebrazione della messa celebrata da Don Lucio Zorzi missionario in Brasile, ha consegnato al Comune una vecchia scarpetta di donna ritrovata proprio vicino alla croce durante gli scavi per la posa dell’acquedotto. La disgrazia accaduta ad Anastasia, non è comunque l’unica di quel periodo. I giornali dell’epoca raccontano storie molto simili di donne e lavoratori stagionali in difficoltà sul passo Sadole.
Oggi a distanza di molto tempo, Anastasia sarà ricordata con l’intitolazione di una passerella nel centro del paese di Caoria e ogni giovane che passerà da quelle parti, cercherà il suo nome, ricordando la storia di una ‘donna coraggio’, a quasi cento anni dalla sua scomparsa.