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AF447, Airbus e Air France assolti per disastro Rio-Parigi 2009. Consigliere provinciale Marini: “Familiari vittime abbandonati” (VIDEO)

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La sentenza dopo 14 anni dalla tragedia aerea del volo AF447 del primo giugno 2009 che provocò 228 vittime. Sull’aereo erano presenti anche i trentini Zortea, Lenzi e Zandonai con tre altoatesini


 

Parigi (Francia) –  Il costruttore europeo Airbus e la compagnia Air France, sotto processo per omicidi colposi dopo l’incidente del volo AF447 Rio-Parigi, nel 2009, sono state assolte al termine del processo, che si è concluso 14 anni dopo il disastro. “La compagnia Air France – si legge in una nota del colosso dell’aeronautica civile – conserverà sempre nella memoria il ricordo delle vittime di questo terribile incidente e rivolge il suo più profondo cordoglio all’insieme delle famiglie e dei cari”.

Per Airbus, la sentenza è “coerente” con il non luogo a procedere pronunciato al termine dell’istruzione giudiziaria, nel 2019. Esprime inoltre la propria soldiarietà ai familiari e “ribadisce” il suo “totale impegno in materia di sicurezza aerea”. Di seguto la notizia pubblicata dai principali giornali francesi:

La sentenza

Il tribunale di Parigi ha escluso colpe delle due imprese, giudicando che se degli “errori” sono stati commessi, “nessuno legame certo di causalità” con l’incidente ha potuto “essere dimostrato”. Nel disastro morirono 228 passeggeri, tra cui il direttore della Trentini nel Mondo, Rino Zandonai, il consigliere provinciale, Giovanni Battista Lenzi e il sindaco di Canal San Bovo, Luigi Zortea. Tre le vittime altoatesine: Georg Martiner di Ortisei, Alexander Paulitsch e Georg Lercher, di San Candido.

Marini (M5S): Familiari abbandonati”

“Secondo i giudici d’appello francesi – commenta in una nota il Consigliere M5S Alex Marini – , non è stato possibile dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio il nesso di causalità fra il comportamento delle due aziende e l’incidente. I giudici hanno riconosciuto che Airbus ha commesso ‘quattro imprudenze o negligenze’ mentre Air France ha commesso due ‘colpevoli imprudenze’. In sostanza è stato accertato che la glassa delle sonde di velocità di Pitot presenti sull’aereo ha dato luogo ad un’avaria che ha portato l’aereo a precipitare nell’Atlantico. Incidenti simili si erano già verificati nei mesi precedenti al disastro, ma Airbus non fece mai sostituire le sonde, pur sapendo che tendevano al congelamento, Air France invece fornì informazioni parziali ai suoi piloti in relazione ai difetti delle sonde.

A fronte di questi fatti accertati – scrive Marini – i giudici parigini hanno comunque ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti a condannare le due società. Per quanto mi riguarda – sottolinea Marini – ritengo l’esito del processo insoddisfacente. Da un lato faccio fatica a comprendere come si possa riconoscere che un incidente mortale è stato causato da un’avaria di parti meccaniche delle quali erano noti i difetti e che ciononostante non sono state sostituite. Mi sembra, purtroppo, che in Francia la ragion di Stato tenda a prevalere sulla ricerca della verità. Dall’altro sono e resto sconcertato per la totale assenza delle istituzioni italiane nel processo. Né il Governo né tantomeno le Province autonome hanno ritenuto di far sentire la loro voce nel dibattimento, accompagnando e sostenendo i familiari delle vittime”.

  • Ecco il testo dell’interrogazione 4411/XVI a risposta scritta per “Sollecitare il governo italiano affinché si attivi presso la diplomazia francese”

La ricostruzione


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