NordEst

Acli, Dalfovo: “E’ urgente il rinnovamento”

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Autunno insieme, la tradizionale festa delle Acli trentine, si è rivelata l’occasione per una riflessione ad ampio raggio sulla crisi economica e le possibili azioni che i cittadini possono mettere in campo per ridefinire una possibile politica per la salvaguardia ed il rilancio dei beni comuni.

Arrigo Dalfovo, presidente delle Acli trentine, ha iniziato il suo atteso discorso davanti ad oltre 500 militanti provenienti da tutta la provincia assicurando che non candiderà alle elezioni (sia politiche, sia provinciali) chiarendo in questo modo la sua posizione di aclista e cittadino spesso critico con la politica e le istituzioni.

Le Acli – ha affermato Dalfovo – sono delle sentinelle della democrazia ed il loro compito è semplicemente quello di migliorare la nostra Autonomia con senso di responsabilità, ma anche criticandone eventuali storture, sprechi e scelte che vanno in direzione opposta rispetto ad una gestione oculata beni comuni.

Ricordando l’amico Walter Micheli, già vicepresidente della provincia e assessore all’ambiente, Dalfovo ha rilanciato l’idea di un “difensore civico dell’ambiente” al fine di porre in evidenza la priorità della “questione ecologica” intesa come punto delicato degli equilibri del territorio montano, ma anche come grande opportunità di sviluppo di questa terra.

Serve in proposito rilanciare una rinnovata cultura della responsabilità nei confronti dell’ambiente al fine di sviluppare un vero e proprio “piano strategico partecipato” che faccia della qualità dello sviluppo la vera leva economica del nostro territorio e della nostra comunità.

Per questo, ha ribadito Dalfovo, è necessario, sia rispetto a questa crisi economica, sia rispetto ai rischi di banalizzazione presenti nella nostra gestione ambientale, rilanciare con forza il paradigma del limite. Il limite, ha affermato il presidente delle Acli trentine, è il vero modello di riferimento per la nostra economia dal quale ne possono derivare i veri cambiamenti, sia culturali, sia tecnologici e politici, per superare la crisi all’insegna dell’innovazione e della sobrietà.

Per questi motivi è necessario che la politica elabori una disegno complessivo per ridare a questa Autonomia una “bussola per il futuro” capace di unire il rinnovamento economico al rinnovamento della classe dirigente.

La formazione diventa in questo modo un nodo strategico essenziale specie se rivolta ai nuovi amministratori delle Comunità di valle. E’ necessario – ha concluso Dalfovo – lavorare sulla formazione di una nuova classe di amministratori che dovranno essere competenti sul piano della cultura di governo e motivati sul piano della partecipazione e nell’ascolto dei cittadini.

Per Dalfovo il paradigma del limite può rappresentare una sorta di “nuovo inizio” della politica e della stessa azione sociale messa in pratica dal volontariato aprendo una prospettiva contrassegnata dall’innovazione tecnologica, dalla responsabilità del cittadino, dalla competenza dell’amministratore, dal rispetto dell’ambiente e dal rilancio di una nuova economia civile attenta ai valori etici.

Autunno insieme si è svolta al centro Trilacum di Terlago ed ha visto la partecipazione di una sessantina di volontari che hanno assicurato l’ottimo funzionamento della cucina, l’organizzazione dell’intrattenimento e dei momenti di festa presso il padiglione sportivo.
 

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