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Acli, al via la legge antiprivilegi di iniziativa popolare

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Il trattamento dei politici deve essere equiparato a quello dei dirigenti pubblici, le indennità non devono coprire i costi della politica

acliTrento – Non si tratta di un’iniziativa contro la politica, ma di una grande occasione per riconnettere la società civile con le istituzioni. Si è aperta l’audizione in prima commissione legislativa del Consiglio regionale relativamente alla proposta di legge di iniziativa popolare contro i privilegi della politica.

Come noto le Acli hanno raccolto in regione oltre 10.000 firme in calce ad una proposta che si pone l’obiettivo di parametrare il trattamento dei consiglieri regionali a quello dei dirigenti pubblici delle democrazie più evolute.
Il testo prevede essenzialmente:

La cifra di 7.500 euro lordi per l’indennità mensile dei consiglieri (circa 5.000 netti) con un rimborso spese di massimo 500 euro.

La soppressione, a regime, di ogni intervento pensionistico previsto in legge per i consiglieri regionali in modo tale da evitare che il trattamento previdenziale dei nostri politici pesi ulteriormente sulle casse della Regione. La proposta di legge consente ai consiglieri di questa legislatura di mantenere il versato a favore della previdenza complementare, mentre ai consiglieri delle passate legislature si consente di mantenere il regime previdenziale acquisito o in itinere il più possibile per il versato e si introduce nel contempo il limite massimi dell’assegno mensile che viene fissato sulla cifra di 3.300 euro.

La proposta prevede inoltre una semplificazione complessiva della materia e una riduzione delle indennità per il Presidente della Giunta e del Consiglio, nonché per gli assessori regionali.

Nella discussione che è seguita alla presentazione della proposta di legge, le Acli hanno ribadito anche il principio che l’indennità dei consiglieri non debba servire, come di fatto avviene ancora oggi, per coprire le spese dei partiti o dei gruppi di riferimento sostituendosi in parte al finanziamento pubblico.

Per queste spese, sostengono le Acli, è necessario provvedere con la massima trasparenza ricorrendo a forme dirette di intervento e garantendo servizi dedicati alle attività politiche dei gruppi consigliari.

Infine le Acli ritengono che in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando sia necessario dare un segnale di solidarietà e fraternità concreta istituendo il Fondo per il sostegno della famiglia e dell’occupazione in cui verranno convogliate le risorse risparmiate con le riduzioni proposte dalle Acli.

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