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Proroga concessioni idroelettirche: via libera dal Consiglio provinciale di Trento

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Contrari Job della maggioranza e Degasperi di Onda CIvica. Favorevoli De Godenz e Ossanna

Trento – E’ stato approvato con 19 sì, 9 non partecipanti al voto e due no il disegno di legge di Mario Tonina che rinvia dal 2024 al 2029 la scadenza della concessioni dei grandi impianti idroelettrici. Hanno votato no, Job della maggioranza e Degasperi di Onda. Non hanno partecipato al voto gli altri consiglieri di minoranza, tranne De Godenz (UpT) e Lorenzo Ossanna (Patt) che hanno espresso il loro voto favorevole.

Il confronto in aula

Dalzocchio: serve il coraggio di rischiare per i trentini. La discussione generale sul ddl n. 162/XVI​è ripresa in mattinata con l’intervento di Mara Dalzocchio (Lega) che ha dato pieno appoggio alla proposta Tonina. E ciò nonostante la strada del ddl si presenti tortuosa. Nessun timore però per l’eventuale impugnazione del Governo, perché, ha aggiunto, se siamo autonomi non dobbiamo avere paura. Serve invece il coraggio di rischiare a favore dei trentini. Le impugnazioni ci sono sempre state, ha detto ancora Dalzocchio, ma noi dobbiamo andare avanti con le rivendicazioni di maggiore autonomia. Si farà un percorso lungo, si potrà pensare anche alle società in house, senza dimenticare però che questa scelta potrebbe comportare costi per gli enti pubblici e quindi andranno fatte attente valutazioni. In sintesi, la capogruppo leghista ha pienamente condiviso la proposta e lodato il coraggio del vicepresidente Tonini.

De Godenz: non dobbiamo spaventarci per le impugnative. Anche Pietro De Godenz ha sottolineato la necessità di avere coraggio per rivendicare l’autonomia. Lo spostamento al 2029 delle concessioni è importante e ci darà tempo per pensare ad una gestione in house della risorsa acqua. Un’idea tutt’altro che bizzarra perché l’obiettivo è quello di mettere nelle mani della Pat la risorsa acqua. Non dobbiamo spaventarci della possibilità di un’impugnativa anche perché col Governo c’è una trattativa in corso.

Savoi: abbiamo il diritto di decidere a casa nostra. Alessadro Savoi (Lega) ha affermato che abbiamo il diritto di decidere a casa nostra e non dobbiamo piegarci al centralismo di Roma. Oggi si sta discutendo, ha continuato, una norma buona, condivisa da tutti e che il Governo dovrà vergognarsi di impugnare. Ogni impugnazione, ha detto, è un atto contro l’autonomia che deve farci indignare. Dobbiamo avere l’orgoglio, piaccia o non piaccia a Roma, di decidere a casa nostra. Quindi, ha concluso Savoi, si deve approvare questo ddl senza paura dei “soloni” romani.

Paccher: le opposizioni strumentalizzano il problema. Roberto Paccher (Lega) ha detto che ci si deve indignare non solo nei confronti del centralismo, ma anche per le strumentalizzazioni delle opposizioni. Minoranza che si è riempita la bocca sulla necessità di intervenire sul calo bollette e questo ddl di proroga delle concessioni a fronte di investimenti sull’efficienza delle centrali idroelettrica è una risposta alla crisi energetica. Se anche la norma dovesse essere impugnata dal Governo va rivendicata la nostra autonomia. E comunque, ha concluso, non possiamo rinunciare alle nostre prerogative perché c’è la possibilità di un’impugnativa.

Tonina: la sospensione delle gare è la strada giusta. L’assessore Tonina ha replicato affermando che la sospensione delle gare al 2024 portando la scadenza al 2029 è un tema sentito come ha dimostrato il dibattito in commissione e in aula. Dibattito necessario a sviscerare le obiettive difficoltà di questo passaggio ma che richiede il coraggio di osare. Anche se la strada non è del tutto spianata, ha detto ancora, con Roma c’è un’interlocuzione che ha dato la possibilità al Governo di capire di più di questa complessa tematica che riguarda noi, Roma e l’Europa. Rivolgendosi a Olivi l’assessore ha precisato che la sentenza del 2022 che ha deciso il contenzioso è stata positiva per la Pat perché ha confermato la competenza primaria in materia idroelettrica sancita dall’art. 13 dello Statuto. Mai è stata messa in discussione la legge provinciale sulle energia idroelettrica che ha stabilito un iter diverso da quello statale per le concessioni. Sulle piccole concessioni, ha poi ricordato Tonina, non c’è stata un’impugnativa, si è solo modificata la legge per evitarla.

Sulle grandi, ha aggiunto, certo servirebbe una legge statale, alla quale peraltro stanno lavorando, ma, di fronte alla crisi e visto che c’è solo un anno di legislatura, arrivare a una sospensione delle gare è una scelta giusta. Poi, ha continuato l’assessore, chi verrà nella prossima legislatura dovrà fare altre valutazioni, ma avrà il tempo necessario per farle. Poi Tonina ha sottolineato positivamente che anche la verde Lucia Coppola ha affermato che il ddl va nella direzione giusta. A Marini ha detto che certo si deve lavorare per il risparmio energetico ma questo ddl non riguarda questo tema specifico. A Manica, che ha sottolineato le difficoltà della norma, ha detto che sulla percorribilità della legge il presidente Fugatti sta trattando a Roma. Tonina ha detto inoltre che col nuovo governo era d’obbligo muoversi perché l’immobilismo sarebbe stato un errore. Se la scadenza dovesse rimanere quella del 2024, la grande società pubblica è in grado di mettere in campo tutti gli interventi necessari. Con questo ddl, ha concluso, potremmo avere più tempo per affrontare i cambiamenti epocali che ci troviamo davanti.

La minoranza: da Roma nessuna notizia, sospendete il ddl. Dopo una sospensione dei lavori necessaria per un confronto tra le minoranze, Olivi (Pd), al rientro in aula, ha detto che dalle parole di Tonina non è venuta chiarezza sul nodo della questione, su cosa si sta discutendo a Roma col Governo. A fronte di una legge che rischia, per la terza volta consecutiva, la censura da parte della Consulta. C’è, ha ricordato ancora, il parere del Consiglio sul rischio di un’impugnativa e di fronte a queste evidenze si dice solo che c’è un’interlocuzione con Governo. Quindi, Olivi ha chiesto a Tonina di fermare la discussione sul ddl fino a quando non sarà chiaro l’esito del confronto di Fugatti con i ministeri. L’esponente Pd ha chiesto al presidente della Giunta di venire in aula per far capire dove sta il punto del contendere e per sapere se Roma ha in serbo alcune modifiche per rendere giuridicamente sostenibile il ddl. Una sospensione, ha detto ancora, dell’iter consiliare per evitare di approvare una legge a rischio anche per ammissione dello stesso proponente. Olivi ha concluso che ben difficilmente si potrà ottenere un risultato solo trentino.

Alessio Manica (Pd) si è rivolto al presidente Kaswalder, ricordando che in una capigruppo si era chiesto di non calendalizzare il ddl proprio per permettere un confronto con Roma. Ora, invece, la Giunta l’ha voluto mettere in calendario, nonostante lo stesso Consiglio abbia messo in guardia sui rischi di incostituzionalità. Stamattina, ha aggiunto, anziché riferire sul confronto nella capitale, in aula si è detto in sostanza: è arrivato l’ordine da Fugatti di andare avanti.

Paolo Zanella (Futura) ha detto che non si può legiferare sapendo che il Governo ci impugnerà una norma e che dovremmo emendarla nel bilancio a metà dicembre. Un modo di legiferare, ha aggiunto, indegno per il consiglio di un’autonomia come la nostra. Per questo Zanella ha chiesto a Kaswalder di aderire alla richiesta di sospensione del ddl. Una questione di rispetto della dignità dell’autonomia anche per Lucia Coppola (Europa Verde), la quale ha chiesto a sua volta la sospensione del ddl.

Ivano Job (Misto – Noi moderati) ha affermato che il grande errore è stato quello di non aver affrontato il tema delle derivazioni idroelettriche come regione. Errore che ci mostra deboli nei confronti del Governo.

Tonina: nessuna sospensione, si va avanti. Tonina, dopo questi interventi, ha chiesto un confronto con la maggioranza. Al rientro in aula l’assessore ha affermato che Giunta e la maggioranza, anche a seguito di un confronto con Fugatti dalla capitale, non accoglie la richiesta di sospensione del ddl e ha aggiunto che con la sua approvazione inizierà un ulteriore dialogo con Roma e non solo. Il ministro Urso, ha ricordato, ha mostrato ieri un’ apertura e oggi il presidente della Giunta sta tenendo un confronto con altri ministri. Quindi, il disegno di legge va approvato perché va nella direzione giusta.

Gli ordini del giorno. L’odg di Marini e Zanella, bocciato con 19 no, 9 sì e due astenuti, mirava a impegnare la Giunta a condizionare l’estensione delle concessioni idroelettriche ad un piano di investimenti di efficientamento energetico degli edifici pubblici Pat attraverso interventi programmati di bilancio energetico della Pat e l’introduzione di un vincolo nell’impiego dei fondi distribuiti a soci pubblici delle concessionarie per interventi coerenti con il Green Deal europeo. Negativo il parere della Giunta, perché ha detto Tonini non si possono vincolare fondi destinati ai soci pubblici.

L’altro odg di Marini, sottoscritto da Lucia Coppola, respinto con 19 5 sì, 6 astenuti, aveva l’obiettivo di impegnare la Giunta a introdurre un vincolo all’impiego dei fondi distribuiti ai soci per iniziative di ricognizione sugli allacciamenti alla rete fognaria per sanare le irregolarità che causano problemi ai sistemi di depurazione e agli obiettivi di qualità delle acque. Anche su questo odg il parere della Giunta è stato negativo anche se, ha detto Tonina, è condivisibile la necessità di migliorare la spesa energetica per gli impianti di depurazione ma non si possono vincolare su questo i concessionari.

L’articolato.

Olivi ha ritira i suoi 3 emendamenti sull’articolo uno perché agli atti del Consiglio c’è un ddl che ha l’obiettivo di legare la proroga delle concessioni alla costituzione di società in house. Olivi ha detto di non voler partecipare al voto del ddl a fronte al rifiuto di non rinviarlo. Anche l’opposizione ha colto la necessità di mantenere nelle mani trentine questo bene strategico, ma se non cambia il quadro normativo nazionale, in base al quale siamo stati sanzionati duramente, si va incontro ad un’ulteriore sconfitta. La via maestra, ha ribadito, è quello della modifica dell’articolo 13 dello Statuto. Rivolto a Kaswalder ha affermato che gli arbitri devono essere imparziali, ma possono convocare i capitani per un confronto. D’altra parte se lo stesso Tonina ha chiesto un incontro con la sua maggioranza, significa che le proposte della minoranza non sono del tutto infondate.

Anche Zanella ha dichiarato la sua decisione di non partecipare al voto, anche se la finalità di evitare le gare è condivisibile, ha detto, perché c’è il rischio di dare in mano ai privati un settore strategico che dovrebbe tornare sotto il controllo pubblico. Ma il metodo scelto non è degno del Consiglio. Inoltre, nessuno ha risposto sul fatto che gli stati europei non stanno mettendo a gara le concessioni e ha sottolineato che sulla Bolkestein la Giunta ha cambiato posizione: prima sembrava invalicabile, oggi invece non sembra un gran problema.

Niente partecipazione al voto anche per Lucia Coppola (Europa Verde) che pure vede nel ddl alcuni tratti positivi. Ma, ha detto ancora, c’è in corso un interlocuzione a Roma, ma al Consiglio viene chiesto una salto nel buio che non va nell’interesse anche della Giunta. I dubbi sulla sostenibilità giuridica ci sono e quindi mancano le condizioni per un voto sereno.

Filippo Degasperi (Onda), esprimendo il suo voto contrario, ha ribadito che non c’è stata risposta sul fatto che questo ddl dovesse essere un passo verso l’obiettivo di un controllo pubblico dell’idroelettrico. L’unico obiettivo è quello di prorogare di 5 anni le concessioni, ma per gli investimenti 5 anni non sono nulla, Anche sul fatto che il ddl condurrebbe alla creazione di una società pubblica, la Giunta è poco credibile. Tutto rimane invece anche nelle mani delle più grandi società private trentine. Scelte che sono state fatte negli anni, ma la realtà è che paghiamo le bollette a queste spa. A testimonianza c’è il fatto che quando De si è trovata in difficoltà ha scaricato i costi sugli utenti. Mentre, si parla di ritorno al pubblico, ha ricordato, ci sono comuni come Cavalese che vogliono privatizzare le loro società elettriche.

Ivano Job (Misto), ha dichiarato il suo no al ddl, ricordando che chi diceva, la Lega, l’energia elettrica ai trentini muoveva l’entusiasmo della gente. Poi quando si è trattato di aumentare il controllo pubblico si sono posti dalla politica, alla guida di queste società dirigenti non all’altezza.

Claudio Cia (FdI) ha riconosciuto la bontà del ddl nelle sue finalità, ma ha ribadito che non c’è la certezza sul suo futuro di fronte alla Consulta. Il capogruppo di FdI ha detto di sapere dai parlamentari trentini che si sta lavorando a Roma a una soluzione del tema sollevato dal ddl Tonina. Quindi, pur con tanti dubbi sulle conseguenze delle reazioni di Roma, Fratelli d’Italia vota a favore. Anche correndo il rischio di apparire irresponsabili.

Dopo il sì all’emendamento Cavada, il ddl è stato approvato con 19 sì, 9 non partecipanti e 2 no.​

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