NordEst

Vino, vendemmia a rischio: cali soprattutto al nord

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Anche se "è ancora troppo presto per fare previsioni", l’Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani sottolinea che, malgrado i sette anticicloni che hanno infiammato l’Italia da Nord a Sud e una carenza di piogge estive oltre ogni record, non tutto è perduto; se nel mese di settembre – dicono gli enologi – si avranno temperature adeguate, giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, non è escluso che si possa ottenere un millesimo di alto livello in molte regioni italiane.
 
"Quella del 2012 è la seconda vendemmia più scarsa dal 1950, quando vennero prodotti 41 milioni di ettolitri", ricorda il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli. Guardando indietro all’ultimo decennio, invece, il 2012 precede unicamente il 2007 (con 42,5 milioni di ettolitri).

Ad oggi, sottolinea Martelli, è stato raccolto meno del 15% dell’uva. "Il pieno della raccolta in tutt’Italia avverrà nella seconda decade di settembre". Siamo quindi di fronte ad un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità.
 

"Per questo – precisa il direttore – non è opportuno fare previsioni, visto che il prossimo mese sarà determinante, in particolar modo per i vini rossi". Sul piano quantitativo l’Italia appare divisa in due con un Centro Nord – Lazio compreso – che fa registrare un calo rispetto al 2011 con percentuali di decremento che vanno da -5% a -15%, e un Centro Sud che registra dei valori pari o superiori, oscillanti da 0 a +10% rispetto allo scorso anno. Lombardia, Trentino e Toscana le regioni con minor produzione (-15%), secondo i primi dati di Assoenologi, mentre quelle che incrementano la propria produttività rispetto allo scorso anno sono la Campania e la Sicilia, con +10%.
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