NordEst

Uccide datori di lavoro e si toglie la vita

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La tragedia – Nuovo sopralluogo di polizia e carabinieri, sabato mattina alla Gifas Electric di Massarosa (Lucca), dove venerdì un ex dipendente, Paolo Iacconi, ha ucciso due dirigenti, Luca Ceragioli e Jan Frederik Hillerm, e poi si e’ suicidato. Sui cadaveri verra’ effettuata l’autopsia, probabilmente lunedi’. Oltre alla dinamica dei due omicidi, gli inquirenti mirano a capire se sul gesto di Iacconi possa aver in fluito l’uso di medicine o altro. Fra gli aspetti da chiarire, anche quello relativo ad Andrea Ghilardi, il direttore commerciale della Gifas Electric, che potrebbe essere stato uno degli obiettivi omicidi di Iacconi, ma che venerdì non era in ditta, per partecipare al funerale di un parente: anche Ghilardi avrebbe dovuto essere presente alla riunione con Iacconi.

Paolo Iacconi, 51 anni di Sacile (Pordenone) era stato licenziato circa un anno fa, aveva dal 1987 il permesso di detenere legalmente una pistola in casa nonostante fosse stato in cura per tre anni nel Centro di Salute Mentale di Pordenone a causa di una sindrome sindrome depressiva e nonostante avesse per ben due volte tentato di suicidarsi.

Il permesso – si e’ saputo sabato a Pordenone – riguarda solo il possesso della pistola all’interno dell’abitazione e, quindi, Iacconi non poteva portare l’arma fuori di casa. Questa circostanza non era nota ai medici del Centro di salute mentale di Pordenone che lo hanno avuto in cura per i quali, a partire dal 2009, a conclusione di una serie di interventi terapeutici, l’uomo era ‘tecnicamente guarito’.

L’uomo aveva gia’ tentato due volte di suicidarsi nel 2007. In seguito a questi due episodi – ha dichiarato alla stampa Angelo Cassin, direttore del Centro di Salute Mentale di Pordenone, che lo ha avuto in cura dal 2006 al 2009 – Iacconi era stato ricoverato per due volte. Dal 2009, in seguito a un netto miglioramento delle sue condizioni di salute, era considerato ‘tecnicamente guarito’, anche se era rimasto in contatto con il Centro di Salute Mentale di Sacile. Dalla Questura di Udine si e’ saputo che Iacconi non era in possesso di un porto d’armi, ma dal 1987 era solo autorizzato a detenere in casa un’arma per difesa personale.

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