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Caccia “illegale” in Albania, italiani nel mirino: verso il divieto per due anni

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Alcuni cacciatori italiani finiscono negli atti del Parlamento albanese per le loro prodezze venatorie

CatturaIl Ministro dell’Ambiente albanese Lefter Koka ha annunciato che il Governo prevede di vietare la caccia per due anni, dopo il calo significativo del numero di animali selvatici.

“Questa è una misura drastica ma necessaria per fermare l’ulteriore diminuzione della fauna selvatica, che ora è al minimo critico e per imporre controlli sulle attività di caccia che sono mancanti per gli ultimi due decenni”, ha detto Koka.

Secondo il ministro, dati raccolti da studi indipendenti e dal Dipartimento della biodiversità del Ministero dell’Ambiente mostrano che negli ultimi dieci anni c’è stato un forte calo della popolazione della fauna selvatica in Albania.

Koka ha detto che c’era stato un calo compreso tra il 30 e il 50 per cento delle specie che sono cacciabili , come conigli selvatici, volpi e coturnici, ma anche nella popolazione di specie protette .

Il ministro ha accusato la caccia illegale, il gran numero di fucili caccia registrati e l’incapacità delle autorità di imporre multe ai trasgressori.

“Ci sono 75.000 fucili da caccia, registrate in Albania, così come un gran numero di armi automatiche illegali”, ha detto Koka.

Secondo Koka, un altro fattore che ha aggravato la situazione è il gran numero di “cittadini stranieri che cacciano illegalmente in Albania”.

“Anche se il quadro giuridico per la protezione della fauna selvatica è stata migliorata nel corso degli ultimi anni, i dati rivela una situazione che può essere ripristinata solo attraverso una moratoria di emergenza sulla caccia”, ha concluso .

La misura straordinaria era già stata preannunciata a fine dicembre sollevando le proteste dei cacciatori albanesi che il 3 dicembre 2013 nel corso dell’audizione presso la Commissione Attività Produttive, Commercio e Ambiente del Parlamento Albanese hanno ammesso il grave stato in cui versa la fauna in Albania ma ribadito ancora una volta il loro sdegno per i massacri compiuti dai cacciatori stranieri ed in particolare i cacciatori italiani. Nel corso della dell’audizione Zyhdi Mustafa (secondo vice presidente della Federazione dei Cacciatori di Albania e presidente dell’Associazione dei Cacciatori a Scutari), Kujtim Hazbiu (vice presidente della Federazione dei Cacciatori di Albania) e Themi Perri (Segretario generale della Federazione dei cacciatori Albanesi) sono arrivati al punto di mostrare alcune immagini di cacciatori italiani che posano di fronte a decine di anatre uccise e a due esemplari di mignattaio ed un chiurlo, il tutto con la frase con cui il cacciatore italiano ha postato la foto sui social network.

Themi Perri è chiarissimo: “La caccia degli stranieri in Albania è diventata una cancrena, soprattutto recentemente si è trasformata in un massacro. Si è fatta una pessima propaganda nei paesi vicini dell’Albania come paradiso del bracconaggio. Vi darò due o tre foto per illustrare questo.  Scrivono: “Bella l’Albania …In Albania puoi fare quello che ti pare, in Italia invece, nonostante il calendario venatorio più restrittivo d’Europa, con il solito ricorso degli animalisti, i tordi te li puoi scordare. W la caccia in Albania…”. Come umiliante è per noi cacciatori albanesi: la foto dell’italiano con la carriola piena di animali. Come risultato di questi fenomeni sono scomparsi o sono in procinto di scomparire i rapaci, i cervi, camosci, i cinghiali, le starne. etc”

Nel corso dell’audizione è stato affrontato anche il problema dell’enorme diffusioni di armi da caccia nel Paese, solo in parte registrate e la discrepanza tra coloro che hanno licenza regolare e i molti di più che esercitano l’attività venatoria. I cacciatori sono arrivati a chiedere sanzioni penali più gravi per contrastare il bracconaggio e addirittura alcuni una moratoria di 4 anni per i cacciatori stranieri. Ovviamente i cacciatori albanesi si oppongono alla moratoria ma sono coscienti che senza un chiaro cambio di rotta la fauna è destinata a scomparire.

“Niente di nuovo sotto il sole”, afferma Filippo Bamberghi del CABS-Committee Against Bird Slaughter (CABS), “Lo andiamo ripetendo da sempre: la caccia indiscriminata si sta rivelando per tutto il suo potere distruttivo. Il turismo venatorio effettuato da molti cacciatori italiani sta depauperando la fauna di moltissime nazioni. L’Albania è una meta privilegiata, molti cacciatori italiani vanno anche a caccia chiusa, ad esempio per cacciare le marzaiole (un’anatra) durante il passo di migrazione primaverile. La cosa è stata descritta molto bene dallo scrittore Jonathan Franzen nel recente articolo “Last Song for Migrating Birds” scritto per il National Geographic. Leggere comunque gli atti dell’Audizione Parlamentare Albanese è agghiacciante: in due decenni la fauna è stata sterminata! I cacciatori albanesi descrivono benissimo i meccanismi d’azione di molti cacciatori italiani tra corruzione locale e trucchi per importare la fauna in Italia”.
“Il CABS sta monitorando le legislazioni venatorie di tutti i paesi in cui è più diffuso il turismo venatorio. Abbiamo scoperto ad esempio lo scorso anno, che in Romania l’utilizzo dei richiami elettroacustici, spacciati come consentiti dalle agenzie venatorie, sono in realtà vietati come ribadito dal Ministro dell’Ambiente. Il documento che abbiamo ottenuto è stato sottoposto dall’Europarlamentare Andrea Zanoni alla Commissione Europea. L’Italia deve fare la sua parte. Non possiamo accettare che molti cacciatori italiani vadano all’estero a fare massacri: ci vuole un impegno forte delle nostre istituzioni per impedire che questo continui”.

Senza dimenticare che da due anni la caccia nel Delta del Danubio è stata vietata. Motivo? Le stragi compiute dai cacciatori, soprattutto italiani.

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