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Tunnel Brennero, Commissario Facchin: “Farlo o no, non cambia con Governo”

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Il punto sono tratte accesso corridoio Monaco-Verona

NordEst – “La galleria di base del Brennero è oggetto di un trattato, quindi non è che la decisione di farla o meno cambi a seconda del Governo”. Questa la premessa dell’intervento del commissario governativo per il Tunnel del Brennero, Ezio Facchin, a Trento a un seminario tecnico nella sede della Confindustria sul tema ‘Tunnel del Brennero.

Opportunità per la riqualificazione del territorio e il miglioramento della mobilità. “Ciò che preoccupa di più – ha proseguito – è il corridoio Monaco-Verona: bisogna vedere come le tratte di accesso possano assorbire il traffico nei vari punti”, citando ad esempio il punto di vista tedesco sulla Rola (l’autostrada viaggiante su rotaia, ndr) e le difficoltà del nodo di Verona.

“Bisogna mettersi attorno a un tavolo – ha affermato – e serve costruire un modo di pensare, da trasferire alle persone che hanno dei ruoli”.

Il confronto è aperto

L’iniziativa fa seguito al convegno dello scorso 19 settembre, organizzato dagli industriali trentini per stimolare un dibattito sulle opere funzionali al tunnel, in particolare per quanto riguarda le circonvallazioni delle città di Trento e Rovereto.

Un primo risultato si ha avuto in aprile – come ha ricordato il Presidente di Confindustria Trento, Enrico Zobele – con la firma del protocollo d’intesa tra Provincia, Comune e Rfi per l’interramento della ferrovia a Trento. “Il tunnel – ha proseguito Zobele – è un’opera a cui il Trentino deve guardare con interesse per migliorare la gestione del traffico merci che transita sul suo territorio e per migliorare l’impatto ambientale”.

A questo proposito il presidente degli industriali trentini ha fatto riferimento ai recenti blocchi al traffico in Tirolo. “Ad oggi non esiste una reale alternativa al trasporto su strada – ha ricordato -. L’intermodalità sulle infrastrutture attuali non è praticabile e i blocchi imposti dall’Austria hanno il solo effetto di danneggiare imprese e consumatori”.

Sulla stessa linea il Presidente nazionale degli autotrasportatori di Anita Thomas Baumgartner. “Con la ripresa dell’attività economica è aumentato il traffico merci, come conseguenza naturale”, ha spiegato. “È impensabile fare crescere l’economia e i posti di lavoro senza aumentare il traffico delle merci, che tra l’altro oggi ha un impulso ulteriore con la continua espansione dell’ecommerce”.

Al dibattito, moderato dal presidente di Sws Engineering Paolo Mazzalai, hanno preso parte alcuni relatori che hanno portato esperienze progettuali di altri territori da cui il Trentino potrebbe prendere spunto.

Città, mobilità e ferrovie

Sono intervenuti Carlo De Vito (Presidente di FS Sistemi Urbani), il quale ha parlato del rapporto delle città con le ferrovie sul tessuto nazionale. Daniele Cappelletti (cofondatore Campomarzio) ha portato la visione del collettivo Campomarzio su urbanistica e trasporto. Raffaele Mauro (docente all’Università di Trento) ha illustrato un’ipotesi di interramento della ferrovia a Trento, mentre dell’interramento a Torino ha parlato Francesco Bocchimuzzo (esperto di infrastrutture, già dirigente Rfi). Enrico Nigris (docente all’Università degli Studi Roma Tre) ha presentato la valutazione economica dell’intervento di riqualificazione dell’Areale ferroviario di Bolzano, realizzato su una superficie di 47 ettari.

In conclusione è intervenuto l’assessore provinciale per Infrastrutture e Ambiente Mauro Gilmozzi, il quale ha apprezzato “l’iniziativa di Confindustria Trento di organizzare un dibattito su questi temi in campo neutro: la politica ha bisogno di confrontarsi senza preconcetti”. Gilmozzi ha richiamato l’accordo recentemente sottoscritto per l’interramento della ferrovia a Trento.

“La nuova tratta del Brennero offre l’opportunità di realizzare l’interramento con uno scavo a cielo aperto, che ha costi nettamente inferiori a quelli previsti per i lavori in galleria.

Dobbiamo arrivare a un progetto – ha proseguito Gilmozzi – che, attorno alla ferrovia, costruisca una nuova forma di città e di territorio. La progettualità non si deve fermare qui, ma deve riguardare anche gli altri corridoi come quello che definisco Garda-Monaco e quello verso il Veneto”.

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