NordEst

Trieste, i cimeli del vento nel Museo della Bora

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L’Associazione ha l’obiettivo di trasformare quello che ad oggi e’ ancora un museo in fieri, confinato in un magazzino di 60 metri quadrati per ora visitabile solo su appuntamento, in un vero e proprio museo Museo della Bora e del Vento, che molto sarebbe piaciuto a poeti e letterati.
 
In tanti, infatti, hanno scritto della bora nei loro versi e nei loro libri: tra questi, Stendhal, Peter Handke e Giani Stuparich. "…Bisogna vederla nascere. Qualche anno fa, di febbraio, ebbi l’occasione d’assistere alla sua venuta. L’aria era annebbiata e sonnolenta…", cosi’ descriveva la bora Stuparich, "…ma poi quando vidi la nebbia sopra la citta’ addensarsi, rotolare e sparire, quando vidi il mare pulirsi – proseguiva la descrizione nel suo ultimo libro, ‘Il ritorno del padre’ – e sentii fremere intorno a me l’aria, giungendomi alla pelle un piacevole frizzio e alle nari un fresco e leggero odore di sassi e di pini, allora capii che cos’era. Nasceva la bora. Si profilava sul ciglio dei colli e poi d’un balzo era giu’, sulla citta’ e sul mare. Le case acquistavano corpo, si tergevano, s’avvicinavano; i moli liberavano le loro sagome forti e squadrate dal velo tenero della nebbia; nei bacini l’acqua del mare prendeva colore e moto. Una freschezza, un ringiovanimento da per tutto…"
 
A capitanare l’impresa del Museo, il presidente dell’associazione Rino Lombardo, una vera fucina di idee su quello che dovrebbe diventare la struttura oggi ospitata in via Belpoggio n. 9, dietro le Rive, vicino all’Universita’ ‘vecchia’.

L’ambizione e’ innanzitutto quella di allargarsi e di riuscire ad aprire i battenti non solo per appuntamento, come accade ora, telefonando allo 040.307478 o inviando una mail all’indirizzo museobora@iol.it. 

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