NordEst

Trento, Sequestrata la Maza di Arco: tre indagati

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La disposizione – E’ arrivata dalla Procura di Rovereto per problemi di carattere strutturale. L’operazione e stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Trento. Saranno ora necessari interventi di messa in sicurezza. Nel frattempo – si apprende dagli inquirenti – il servizio di raccolta rifiuti sara’ comunque garantito. Il sindaco di Arco Renato Veronesi aveva gia’ chiesto alla Provincia autonoma di Trento di intervenire. Nell’ambito dell’inchiesta in cui risultano indagate tre persone: il titolare della Sogap Savio Lucio Piana e i funzionari del Comprensorio Rudi Brunelli e Paolo Nino Copat.

La discarica della «Maza» chiude quindi i battenti con non pochi problemi per le aziende della zona. I  rifiuti dovranno essere infatti smaltiti altrove, presso altri centri. Va precisato che non si tratta di una "bomba ecologica" che minaccia la salute pubblica. Il procuratore capo Rodrigo Merlo, precisa però che si è generata «una situazione assolutamente insostenibile di grave impatto ambientale». E a causarla, secondo il magistrato, sarebbe stata, in primo luogo, la condotta negligente e dolosa di Piana in veste di responsabile dell’impresa, la Sogap appunto, che ha in appalto il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti del C9.

Nel corso di sei sopralluoghi effettuati dall’ottobre scorso al 9 febbraio, i Noe hanno accertato una serie di violazioni alle norme in materia di smaltimento dei rifiuti, specialmente del percolato, il rifiuto liquido che deriva dall’immondizia. I Noe hanno scoperto che il percolato, anziché essere pompato dalla vasca di raccolta e portato al depuratore per essere smaltito regolarmente, veniva ributtato in discarica, senza controlli ma tracimava dalla base della discarica depositandosi nella campagna confinante finendo nelle acque del torrente Salone e penetrando nella falda acquifera. Da altre verifiche, emerge inoltre che i sistemi di drenaggio e captazione del percolato non sono efficienti.

La Provincia prosegue nella messa in sicurezza – La Provincia autonoma di Trento continuerà – secondo i programmi già decisi e comunicati – l’opera di messa in sicurezza della discarica della Maza. Nel frattempo i rifiuti prodotti nel bacino del Comprensorio Alto Garda e Ledro saranno conferiti nella discarica dei Lavini di Rovereto. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai nominato custode giudiziale dopo il sequestro della discarica della Maza disposto questa mattina dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovereto.

L’ordinanza attiva le "misure contingibili ed urgenti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani prodotti nel bacino comprensoriale dell’Alto Garda e Ledro" ed è successiva all’atto firmato lo scorso 28 dicembre che ha attivato l’intervento per la risolvere i problemi di percolazione che si sono verificati a seguito delle piogge intense dell’autunno scorso. Vista la situazione di emergenza la Provincia, tramite le sue strutture, aveva avviato una serie di interventi tra i quali il completamento della rete di captazione del biogas e collegamento a quella già esistente, l’intervento di captazione delle acque meteoriche a valle dei lotti della discarica, la realizzazione della rete di monitoraggio della qualità dei suoli e delle acque di falda attraverso la realizzazione di una serie di nuovi piezometri. Sempre la Provincia ha avviato una verifica in ordine alla sicurezza statica dei versanti.

Dopo che i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Trento hanno posto i sigilli del sequestro preventivo alla discarica della Maza, l’autorità giudiziaria ha trasmesso al presidente della Provincia il verbale di nomina di custode giudiziale della discarica comprensoriale di Arco. Ne è seguita una nuova ordinanza per provvedere in via immediata al conferimento dei rifiuti solidi urbani RSU del C9 in un altro sito, vista l’impossibilità di utilizzare la Maza: di qui la disposizione che impegna il Comprensorio della Vallagarina di accettare conferimenti di rifiuti nei limiti dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente. Il provvedimento decorre da oggi ed ha la durata di 45 giorni. Contestualmente il presidente della Provincia autonoma di Trento ha disposto che gli uffici competenti effettuino ulteriori controlli aggiuntivi sulle altre discariche dove è attiva la società che gestisce la Maza.

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