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Trento, progetto di ritiro delle eccedenze alimentari nelle mense scolastiche

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Avviato il primo programa sperimentale a Lavis, Mezzocorona e Trento con l’obiettivo di ridurre lo spreco e ridare il giusto valore al cibo

cibo

Trento – Negli ultimi anni vi è una crescente sensibilità delle persone nei confronti dell’alimentazione, e in particolare al tema dello spreco alimentare. Numerosi studi ed organizzazioni governative hanno evidenziato come a livello domestico e nel campo della ristorazione vi siano degli sprechi che oltre a generare perdite economiche, sono in contrasto con le situazioni di indigenza e difficoltà che sempre più spesso sono presenti anche all’interno delle nostre società.

L’ultimo rapporto sulla povertà in Italia, curato dall’Istat fornisce un quadro italiano particolarmente drammatico con 3 milioni e 230 mila famiglie (pari al 12,6% del totale delle famiglie) in condizione di povertà relativa e 2 milioni e 28 mila (il 7,9%) di povertà assoluta. Anche se la situazione in Trentino è meno pesante, si registra comunque una certa incidenza di persone indigenti, che a fronte di situazioni familiari e occupazionali di debolezza hanno difficoltà a sopperire anche ai fabbisogni principali, come quello del cibo.

Il servizio di ristorazione scolastica della città di Trento (con Aldeno, Cimone e Garniga), della Comunità Rotaliana-Königsberg, della Comunità della Valle di Cembra, della Comunità della Paganella e della Comunità della Valle dei Laghi (quest’ultima capofila) è gestito in forma associata ed affidato a Risto 3;

Da qualche tempo sono state messe in atto alcune iniziative per tentare di fronteggiare una situazione sociale del territorio non per tutti facile, e per ridurre nel contempo il fenomeno dello spreco alimentare, menzionato ormai da più parti e registrato talvolta anche sulle tavole dei nostri bambini e ragazzi.

Dall’inizio dell’anno sono state intraprese alcune iniziative rivolte a tutta la cittadinanza che hanno dato il via ad un percorso di riflessione sul ruolo che riveste oggi l’alimentazione, non solo dal punto di vista dietetico, ma anche sociologico e sociale. Dopo una prima serata organizzata a febbraio al Muse dal titolo “Cibo e Cambiamenti” in cui ci si è interrogati sul problema dello spreco alimentare e sul suo impatto socio- economico, una seconda serata a marzo al Teatro della Valle dei Laghi ha approfondito l’argomento.

Oltre a questi momenti di “acquisizione di consapevolezza” del problema, da qualche tempo ha preso il via anche la prima sperimentazione concreta di ritiro delle eccedenze alimentari dalle mense scolastiche.

Il progetto “pilota” coinvolge tre realtà del territorio della gestione associata: la scuola “Stainer” di Lavis e la scuola secondaria di primo grado “E. Chini” di Mezzocorona, e la scuola “Schmidt” di Trento, che hanno aderito subito con entusiasmo alla proposta. In queste scuole da alcune settimane le pietanze preparate giornalmente in cucina e che non sono state servite ai bambini, vengono ritirate da Banco Alimentare Trentino Alto Adige ONLUS che provvede poi a donarle ad enti e persone bisognose del territorio. Tale progetto è stato reso possibile grazie alla sottoscrizione di un rigido contratto tra Risto 3 e Banco Alimentare che prevede l’adozione di procedure e misure igienico sanitarie rigorose per garantire agli enti coinvolti e anche alle persone che beneficiano delle donazioni dei migliori standard qualitativi e di sicurezza.

“Quello che non viene servito in mensa viene raffreddato dal personale della cucina, posto in appositi contenitori e consegnato il giorno successivo al Banco Alimentare – spiega la dott.ssa Camilla Santagiuliana, referente Risto 3 del progetto – per poter svolgere tale attività abbiamo fatto della formazione apposita al nostro personale e predisposto delle procedure specifiche; anche Banco Alimentare ha avuto un ruolo importante in tutto questo, dedicando un mezzo apposito per il ritiro dalle mense e destinando molte ore del suo personale; con il termine delle scuole, ora tireremo le somme: sicuramente andrà considerata la sostenibilità del progetto ma anche il valore umano che certamente rappresenta.”

Soddisfatto dell’iniziativa si è detto anche Stefano Raffaelli, direttore di Risto 3: “Riteniamo che la donazione delle eccedenze alimentari sia un gesto di solidarietà importante nei confronti del nostro territorio e che tali progetti abbiano una valenza anche per bambini e ragazzi che usufruiscono del servizio mensa. Sprecare del cibo significa sperperare risorse ambientali come acqua e anidride carbonica, ma anche vanificare il tanto lavoro delle persone che lo preparano. Auspichiamo che questa iniziativa aiuti a ridare il giusto valore al cibo.”

L’auspicio per il prossimo anno scolastico è quello di poter ampliare ove possibile tale attività, dando sostegno così alle persone meno fortunate, e di proseguire anche con progetti ed eventi legati alla sostenibilità e alla sana alimentazione.

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