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Trentino Alto Adige, Salvini: no al Patt e a chi ha governato con sinistra, sì con Svp ma non a tutti i costi

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Ministro evidenzia: serve un patto chiaro altrimenti nulla

Trento/Bolzano – Via alle trattative con la Svp per la regione Trentino Alto Adige e per la giunta provinciale di Bolzano. In provincia di Trento, invece, Mirko Bisesti sarà assessore e capogruppo, mentre le deputate Catoi e Zanotelli dovrebbero restare a Roma.

Il Patt, dell’uscente presidente della giunta trentina Ugo Rossi, invece, resta all’angolo secondo le parole del vicepremier Matteo Salvini, che dopo la vittoria della Lega alle elezioni di domenica a Trento e Bolzano anticipa le prossime mosse del partito. Parole dure su Ugo Rossi: “Chi ha governato con la sinistra fino a ieri difficilmente poi sta con noi”.

Salvini si dice pronto poi anche a sedersi al tavolo con la Svp per una giunta insieme ma “non a tutti costi”, e anche per la Regione il capo della Lega ragiona con la Svp: “Faremo il possibile per rispondere a chi ci ha votato chiedendo di governare per cambiare le cose, ma non a tutti costi. Se c’è un patto chiaro, come abbiamo fatto a Roma, bene, se no non se ne fa niente”.

“Vero che verso la Lega ci sono dei mal di pancia, ma ce ne sono altrettanti rispetto ai Verdi”, così il segretario Svp Philipp Achammer che insieme al presidente Arno Kompatscher fine settimana partirà con le consultazioni con ogni singola forza.

Dorigatti, no a cecità delle retoriche – “Dopo un lungo periodo di lavoro e di passione, si conclude qui la mia personale esperienza dentro le istituzioni e alla guida dell’assemblea legislativa della nostra speciale autonomia”. Così il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, nel suo ultimo atto ufficiale, la presentazione in Provincia, in sala Depero, del volume “Cosa videro quegli occhi”, l’autobiografia dei trentini nella Grande Guerra.  “Sono conscio – ha aggiunto – che forse avrei potuto fare anche di più e sono consapevole però della passione e dell’onestà intellettuale del mio agire. Libri come questo – ha concluso Dorigatti – hanno una rilevanza che va bel al di là del puro valore del racconto storico, perché dicono quali effetti produce la cecità delle retoriche: l’affermazione della ragione del più forte e la rinuncia del dialogo”.

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