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Terrorismo, sgominata la cellula jihadista nel cuore di Venezia

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Arrestati tre kosovari e fermato un minore, 12 perquisizioni tra Venezia, Mestre e Treviso. Volevano compiere attentato a Rialto

NordEst – Blitz di Polizia di Stato e Carabinieri durante la scorsa notte nei confronti di una cellula jihadista in pieno centro a Venezia. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della città lagunare.

Alla cellula gli investigatori sono arrivati grazie ad una capillare attività di controllo del territorio, svolta in stretto coordinamento da Polizia e Carabinieri. Il blitz ha portato all’arresto di tre persone e al fermo di un minorenne, tutti cittadini originari del Kosovo e residenti in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Eseguite anche 12 perquisizioni: dieci in centro storico a Venezia, una a Mestre e una a Treviso.

“A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto”. E’ uno dei passi di una intercettazione riguardante i quattro kosovari bloccati nella notte perchè ritenuti parte di una cellula jihadista operante a Venezia

Il particolare dell’intercettazione è stato reso noto dal procuratore reggente di Venezia Adelchi D’Ippolito nel corso di una conferenza stampa. Il magistrato ha sottolineato che i quattro kosovari – tre arrestati e un minore fermato – erano impegnati “in una vera e propria attività di autoaddestramento al fine di prepararsi a compiere attività criminali e attentati da un lato attraverso esercizi fisici e dall’altro esaminando video dei fondamentalisti dell’Isis che spiegavano l’uso del coltello, come si uccide con un coltello”.

E’ stato accertato anche che compivano simulazioni per confezionare esplosivi fatti in casa. “Da parte di tutti c’era una grande adesione all’ideologia dell’Isis e ai recenti attentati – ha aggiunto d’Ippolito – in particolare quello a Londra del 22 marzo scorso che ha ricevuto grandi consensi e apprezzamenti”.

L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della città lagunare. Alla cellula gli investigatori sono arrivati grazie ad una capillare attività di controllo del territorio, svolta in stretto coordinamento da Polizia e Carabinieri.

I quattro sono tutti cittadini originari del Kosovo e residenti in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Eseguite anche 12 perquisizioni: dieci in centro storico a Venezia, una a Mestre e una a Treviso. L’indagine è stata svolta dagli uomini del reparto operativo dei Carabinieri e dal personale dalla Digos di Venezia: dopo aver individuato la cellula, sono state ricostruite le dinamiche relazionali, la radicalizzazione religiosa dei vari soggetti, i luoghi che frequentavano. All’operazione hanno partecipato anche il personale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, unità cinofile dei Carabinieri, il nucleo Artificieri della questura di Venezia e personale della Polizia scientifica, i reparti speciali di Polizia e Carabinieri, i Nocs e i Gis. Il blitz degli uomini delle forze speciali è scattato in piena notte, quando è stata fatta irruzione nelle abitazioni degli indagati.

All’operazione hanno partecipato anche il personale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, unità cinofile dei Carabinieri, il nucleo Artificieri della questura di Venezia e personale della Polizia scientifica, i reparti speciali di Polizia e Carabinieri, i Nocs e i Gis. Il blitz degli uomini delle forze speciali è scattato in piena notte, quando è stata fatta irruzione nelle abitazioni degli indagati.

Il governatore Zaia: “Servono leggi speciali”

“Il blitz della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia coordinata dal Procuratore aggiunto Adelchi d’Ippolito, che ringrazio a nome di tutti i veneti, ci restituisce un senso di sicurezza per il quale siamo grati a tutti gli inquirenti e alle Forze dell’Ordine che hanno portato a termine la brillante operazione. Avevamo i terroristi in casa ma, per fortuna, anche bravissimi tutori della legalità. Fa piacere sapere che la comunità veneta è protetta da magistrati e forze dell’ordine di questo livello e professionalità”. Lo dichiara il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, apprendendo del blitz che ha portato polizia e Carabinieri a sgominare una cellula jihadista, con perquisizioni a Venezia, Treviso e Mestre, tre arresti e il fermo di un minorenne.

“Questo successo – dice Zaia – è la dimostrazione che siamo in presenza di un fenomeno terroristico diffuso e capillare, verso il quale occorre applicare la tolleranza zero. Viviamo in un Paese che ha già vissuto una tragica stagione di terrorismo politico. Ma questo è ben più pericoloso, perché di livello internazionale, ramificato, subdolo. Messo in atto da cani sciolti o organizzati che sia – aggiunge Zaia – occorre mettere immediatamente in campo leggi speciali, perché quelle ordinarie, troppo permissive, di certo non bastano a contrastare una criminalità internazionale di questo tipo. Occorrono strumenti per rendere ancora più efficace il lavoro della magistratura e ancora più pervasivo quello delle Forze dell’Ordine.”.

“Siamo di fronte a delle scelte non più rinviabili – conclude Zaia – da fare senza buonismi ipocriti, nella consapevolezza che con questo tipo di nemico il dialogo è sconfitto in partenza, perché per dialogare bisogna essere in due, e  questi mirano solo a uccidere persone e soffocare le libertà del mondo civile”.

Patriarca Moraglia sull’operazione contro la cellula jihadista presente in città: “Sollievo e gratitudine nei confronti delle istituzioni. Venezia non ceda al panico”

Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha commentato, l’operazione condotta nelle ore scorse e che ha portato alla scoperta e all’arresto di una cellula jihadista presente in città. “Di fronte alla notizia dell’operazione portata a termine questa mattina dalle forze dell’ordine, coordinate dalla magistrature – osserva il Patriarca -, si avverte un vero senso di sollievo e profonda gratitudine nei confronti delle istituzioni.

È una notizia che dà fiducia e fa in modo che i cittadini non si sentano soli; percepiamo la città più sicura, tanto per chi vive in essa quanto per chi vi lavora e i turisti che, ogni giorno, l’affollano. Viviamo in un tempo difficile per la sicurezza e ciò chiede da parte di tutti più attenzione e vigilanza; in ogni modo, è importante che la domanda di sicurezza – che sale dalla collettività – riceva risposte come quella che è stata data oggi”.

Per il Patriarca Moraglia “rimane sempre vero, comunque, che la paura si vince imparando ad affrontare insieme la quotidianità con stile di vita che non si arrende al ricatto della violenza e del terrorismo. Si tratta di vivere senza cedere al panico; certamente la risposta non è facile ma, proprio per questo, deve essere data con forza sia dalla comunità civile sia dalle comunità religiose affinché la nostra città, da sempre aperta al mondo e luogo d’incrocio di culture, continui a credere nell’incontro e nel dialogo.

Come veneziani non intendiamo dimenticare questi valori, partendo dal rispetto delle persone ed auspicando che ogni cittadino con coscienza educata e retta sappia collaborare, secondo le giuste modalità, con le istituzioni e le forze dell’ordine”. “La nostra storia e tradizione – conclude – sono profondamente segnate dalla Bibbia, il libro dell’incontro e del dialogo fra Dio e l’uomo; la fede cristiana, che nasce da essa, ci ricorda che mai si può e si deve prescindere dal rispetto per l’uomo. Per ogni uomo, chiunque egli sia”.

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