NordEst

Su Grisenti le critiche degli alleati

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Interviene in prima persona il Procuratore della Provincia di Trento per fare chiarezza sulle indagini relative agli appalti truccati in provincia. "Dellai ha rifiutato l'offerta di finanziamenti per la sua campagna elettorale alle provinciali in Trentino e la sua gestione della politica non è oggetto delle nostre indagini", ha dichiarato il procuratore capo di Trento, Stefano Dragone, a proposito dell'intenzione di finanziamento espressa dall'imprenditore Fabrizio Collini, arrestato nell'inchiesta su presunti illeciti in appalti pubblici in Trentino.

"Quando si parla di sistema politico – ha puntualizzato poi Dragone – non si parla dell'amministrazione provinciale, né di Dellai nello specifico. Nel modo più assoluto no. Il fatto che Dellai potesse sapere o meno di quanto concerne imprenditori o politici trentini non è oggetto dell'inchiesta".

Non si può nemmeno parlare di cupola secondo il Procuratore, "Mi riferisco – ha spiegato il procuratore – alla posizione di Silvano Grisenti, ex presidente dell'A22, descritto in questi giorni come personaggio centrale dell'inchiesta. Non si tratta – ha precisato Dragone – di una cupola, come qualcuno insinua, perché il termine è specifico, significa mafia. Si tratta semmai di una gestione del potere sistemizzata".

I veleni in campagna elettorale 

Mentre da Rovereto il candidato leghista, Sergio Divina attacca alla presenza dell'ex ministro Maurizio Gasparri, parlando di sistema che "scoppia, con un Trentino che non si può più gestire, da cambiare urgentemente perchè così non si può più andare avanti", a Pergine Valsugana il presidente Lorenzo Dellai ricorda che non si costruisce nulla con la paura come sta facendo il suo "competitore" e che la sua carriera è sempre stata coistruita sulla "credibilità".

Emergono altre intercettazioni

In queste ore intanto, i quotidiani locali ribattezzano l'indagine Giano Bifronte, "Grisentopoli", dopo le numerose intercettezioni che hanno visto protagonista l'ex assessore e presidente A22. In alcune telefonate emergerebbe che l'ex presidente dell'A22 Silvano Grisenti avrebbe aiutato alcune imprese trentine. Per evitare che un capannone di Arcese costruito troppo vicino all'autostrada venisse abbattutto, Grisenti avrebbe suggerito di far installare delle barriere in modo che gli ispettori ANAS non rilevassero il problema. In un'altra telefonata invece si sarebbe interessato della Dolomatic.

 

Proprio le intercettazioni rivelano che Grisenti aveva fra i suoi confidenti anche Fiorenzo Tomaselli, giudice del Tar (ora sotto inchiesta) con il quale ha discusso di cause e sentenze relative all'A22 e Nicola Labianco, ex comandante dei carabinieri.

 

Grisenti avrebbe poi trattenuto rapporti telefonici con l'assessore Mauro Gilmozzi al quale aveva chiesto, ottenendolo, di rivedere gli indici di edificabilità di un terreno di Povo. Fra i tanti retroscena, emergono anche molti pranzi di partito pagati con i soldi della A22.

Intanto sabato pomeriggio l'ex assessore Grisenti ha distribuito volantini elettorali dell'Unione per il Trentino.

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