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“La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, gli 80 euro per mangiare da un italiano su quattro

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Addio dieta mediterranea, spesa nel 2014 crolla dal – 4% per l’olio a -7% per pesce

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NordEst – Quasi un italiano su quattro (18 per cento) tra quelli che lo hanno appena ricevuto nella busta paga ha deciso di spendere il bonus di 80 euro per andare più spesso a mangiare fuori (4 per cento) o per fare una spesa migliore (14 per cento).

E’ quanto emerge dal Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014” presentato dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al Teatro Palapartenope di Napoli che analizza per la prima volta la destinazione dell’ “aumento” deciso dal Governo guidato dal premier Matteo Renzi che è stato accreditato il 27 maggio all’indomani delle elezioni europee. Secondo l’Indagine Coldiretti/Ixe’ elaborata per l’occasione. Una maggioranza del 38 per cento utilizzerà i soldi per fare fronte alle spese familiari (bollette in scadenza, tasse, visite mediche) mentre il 18 per cento li metterà da parte per risparmiare, il 15 per cento per acquistare qualcosa (abbigliamento o altro) per se stesso o per la propria famiglia e l’8 per cento per pagare debiti a conferma della situazione di disagio che sta vivendo la popolazione. Gli acquisti alimentari sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 a causa della crisi con la spesa per abitante che era sempre stata tendenzialmente in crescita dal dopoguerra fino a raggiungere l’importo massimo nel 2006 e iniziata a crollare da allora, progressivamente ed in misura crescente ogni anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat sui consumi finali delle famiglie a valori concatenati.

Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost, ma ad alto rischio. Di fatto è tornata l’economia domestica con quasi tre famiglie su quattro (73 per cento) che hanno tagliato gli sprechi a tavola, l’80 per cento che fa la spesa in modo piu’ oculato, e il 26 per cento riducendo le dosi acquistate secondo l’indagine Coldireti/Ixe’. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché – continua la Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo.

Una svolta che purtroppo non si vede ancora dal momento che nei primi due mesi del 2014 – sottolinea la Coldiretti – è crollata la spesa a tavola degli italiani che dicono addio alla dieta mediterranea, dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli acquisti di pasta degli italiani – precisa la Coldiretti – erano già diminuiti in valore dell’8 per cento nel 2013 rispetto all’anno precedente mentre il pesce fresco aveva subito una contrazione nella spesa addirittura del 19 per cento, l’extravergine del 6 per cento e l’ortofrutta del 2 per cento. Nel 2014 si è toccato il fondo – precisa la Coldiretti – con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi al primo bimestre dell’anno. In controtendenza solo il vino che – continua la Coldiretti – registra un aumento della spesa del 3 per cento a fronte pero’ di un calo nel numero di bottiglie acquistate per effetto della tendenza degli italiani a bere meno, ma meglio. Nei primi due mesi dell’anno – continua la Coldiretti – a diminuire del 2 per cento sono anche gli acquisti di carne e derivati con una tendenza allo spostamento dalle carni rosse a quelle bianche come il pollo mentre calano del 3 per cento i consumi familiari di latte e derivati. Si spende meno anche per gli ortaggi trasformati in scatola o surgelati che subiscono un taglio del 4 per cento e si rinuncia anche alle acque minerali (-1 per cento).

A cambiare – continua la Coldiretti – è in realtà anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie di qualità alimentare. Una conferma – conclude la Coldiretti – viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio tradizionale in Italia con un +2,9 per cento nel bimestre 2014 secondo l’Istat. La vera sorpresa viene pero’ dal ritorno in Italia della spesa dal contadino nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori dove nel 2013 hanno fatto acquisti ben 15 milioni di italiani con un aumento del 25 per cento rispetto all’anno precedente, in netta controtendenza con la crisi dei consumi, secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’.

Sono oltre 1200 i mercati degli agricoltori presenti in tutte le regioni grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti che ha realizzato la piu’ vasta e capillare rete di vendita realizzata dagli agricoltori del mondo che puo’ contare su fattorie, botteghe e mercati che coinvolgono 28mila agricoltori con prodotti coltivati su circa 280mila ettari. Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica – spiega la Coldiretti – si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.

Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in piu’, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. “I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente”.

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