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Kabul, Talebani cercano di disperdere la folla: spari ad aeroporto di Kabul

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Spari sui manifestanti a Jalalabad: almeno 2 morti. Distrutta statua di leader sciita anti-Talebani. Emirati confermano: “Ghani è qui”. Afghanistan, atterrato a Fiumicino aereo con afghani e cooperante italiana

NordEst (Adnkronos) – Prosegue a Kabul il ponte aereo per portare in Italia gli ex collaboratori afghani e loro familiari. E’ atterrato all’aeroporto di Fiumicino il KC767 dell’Aeronautica Militare con a bordo 85 afghani e una cooperante italiana. Secondo quanto previsto dalle disposizioni anti Covid dovranno sottoporsi al tampone prima di lasciare lo scalo.

“L’impegno è massimo da parte della Difesa per evacuare chi ha collaborato con l’Italia”, ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Il nostro impegno è lavorare col massimo sforzo per completare il piano di evacuazione dei collaboratori afghani, degli attivisti e di chi è esposto al pericolo”, ha aggiunto a pochi minuti dall’atterraggio a Fiumicino del primo volo del ponte aereo.

“Ora lo possiamo chiamare ‘ponte aereo umanitario” per tutti i cittadini afghani che hanno collaborato con l’Italia, ma anche per coloro che hanno bisogno. L’impegno della Difesa è massimo per portare il maggior numero di cittadini afghani in Italia. Faremo di tutto” ha detto Diego Giarrizzo, colonnello dell’esercito in forza comando Operativo del Vertice Interforze (VIDEO).

“La Difesa sta mettendo al massimo tutte le migliori risorse che ha per riportare in Italia il maggior numero di cittadini afghani in Italia. A Kabul abbiamo una task force di evacuazione composta da decine di militari con il compito di individuare queste persone già riconosciute collaboratori dell’Italia e che verranno imbarcati negli aerei militari. Fin quando saremo in grado e le condizioni di sicurezza lo permetteranno, continueremo a portare in Italia cittadini afghani” ha spiegato il colonnello.

Amnistia generale in Afghanistan per tutti i funzionari che hanno lavorato per il governo. Lo assicurano i Talebani, che in una nota affermano: “E’ stata dichiarata un’amnistia generale per tutti, dunque tornate alla routine con piena fiducia”.

Intanto, sono ripresi all’aeroporto di Kabul i voli militari per l’evacuazione di diplomatici e civili stranieri ed afghani dopo la riapertura dello scalo nella notte. I voli erano stati sospesi ieri, dopo gli incidenti e le scene drammatiche di migliaia di persone sulla pista dell’aeroporto per tentare di imbarcarsi sugli aerei in partenza.


L’appello del Forum per la pace in Trentino

Mentre alcuni Paesi europei vogliono il rimpatrio dei profughi, il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani ha inviato una lettera al Presidente Fugatti, al Presidente del Consiglio Kaswalder, all’Assessore alla cooperazione per lo sviluppo Gottardi, ai Consiglieri e alle Consigliere provinciali, alle Sindache e ai Sindaci trentini per esprimere la più grande preoccupazione per quanto sta avvenendo in Afghanistan.

Allo stesso tempo, il Forum ha espresso alle istituzioni provinciali e ai Comuni profondo sconforto per le reazioni di alcuni Paesi europei che affrontano l’acuirsi della crisi umanitaria in Afghanistan unicamente da un punto di vista utilitaristico, concentrando la propria attenzione sul “rischio di una nuova crisi migratoria” e sul “rischio terrorismo”.

In particolare, il Forum ha chiesto alle istituzioni di attivare le reti territoriali e nazionali allo scopo di predisporre corridoi umanitari direttamente con il Trentino, terra di accoglienza, per coloro i/le quali rischiano la propria vita rimanendo in Afghanistan, con particolari tutele e garanzie per le donne afgane e le loro famiglie

Il Forum ha chiesto anche di facilitare l’individuazione e sostenere le realtà che sul territorio della Provincia e dei Comuni trentini si renderanno luoghi di accoglienza per le persone in fuga dall’Afghanistan e di farsi portavoce con il Governo affinché vengano attivate iniziative simili sul territorio nazionale e per riattivare iniziative simili nei confronti delle persone lungo le principali rotte migratorie.

Nelle scorse settimane, Austria, Danimarca, Belgio, Grecia, Paesi Bassi si sono detti contrari a interrompere i rimpatri in Afghanistan, ribadendo di voler aiutare i profughi “sul posto”, Paesi nei quali sono frequenti episodi di violenza verso le persone migranti.

Lo scorso 23 luglio 2021 30 organizzazioni non governative chiedevano ai Paesi europei di cessare le deportazioni e i rimpatri verso l’Afghanistan, sia in forma diretta che attraverso il coordinamento con altri Paesi, ma – anzi – di rivedere le decisioni negative già adottate così come i decreti di espulsione alla luce dei rischi, concreti e prevedibili, di future persecuzioni.

A queste prese di posizioni segue quella di Emergency, da sempre attiva e presente sul territorio afgano: “mentre in Afghanistan si combatte ovunque, il pensiero di alcuni Paesi europei è rimpatriare i profughi afgani e riportarli indietro, in un Paese che è meno sicuro che mai”.

dati di UNAMA, la missione ONU attiva nel Paese fin dal marzo 2002, evidenziano questa realtà: 5.183 vittime civili complessive negli ultimi 6 mesi, tra feriti e deceduti, con un aumento del 47% rispetto allo scorso anno. Una cifra, peraltro, che in un solo semestre eguaglia i record negativi registrati nel 2016, nel 2017 e nel 2018.

In questi giorni, il ricordo di Gino Strada ha coinvolto tante e tanti, a volte a sproposito. Lui lo ricordava sempre: “non credere una parola, quando diranno che hanno “sconfitto il terrorismo”. Sono bugie, enormi bugie che difenderanno con i denti per coprire i propri crimini e i propri interessi. Ma i morti e i feriti sono lì, se ne trovano i resti e la memoria, se si ha il coraggio di farlo”. L’Afghanistan non è – e non era – un Paese sicuro.

Massimiliano Pilati, Presidente Forum pace Trento

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