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Rapporto OsservaSalute, per la prima volta cala l’aspettativa di vita degli italiani

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Intrapresa una china pericolosa. Serve seria spending con costi standard, basta tagli lineari

DonnaAnziana

Nordest – “Ci siamo. Il timore che da almeno due anni esprimo sul futuro della salute degli italiani e dei veneti trova ora conferma autorevole dal Rapporto Osservasalute e da un tecnico al di sopra di ogni sospetto come il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi: per la prima volta nella storia d’Italia nel 2015 è scesa l’aspettativa di vita delle persone. La causa è evidente: è mancata una seria spending review fondata sui costi standard. I tagli lineari a cui abbiamo assistito e stiamo ancora assistendo hanno messo in croce sia le Regioni virtuose che, avendo già ottimizzato la spesa come il Veneto, non sanno più dove e cosa tagliare, sia quelle in deficit, alle quali non sono stati dati parametri oggettivi per rientrare come sarebbero stati i costi standard”.

E’ questo il commento del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ai contenuti del Rapporto Osservasalute 2015 presentato oggi.

“Lo dicevamo da tempi non sospetti – aggiunge Zaia – la politica dei tagli è cosa diversa da una seria spending e i tagli che si sono susseguiti, e che ancora ci attendono nel futuro, ci hanno portato verso quel 6,5% del Pil dedicato alla sanità che l’Oms indica come soglia sotto la quale inizia a calare l’aspettativa di vita della gente e si prefigura la violazione dell’articolo 32 della Costituzione che sancisce l’universalità delle cure in Italia. Secondo i nostri calcoli sui tagli prospettati avremmo dovuto arrivarci nel 2018, quando in Italia il rapporto Pil spesa sanitaria è previsto al 6,38%. E’ successo prima, e questo è un campanello d’allarme che nessun governante può permettersi di sottovalutare”.

A sostegno di quanto detto, Zaia snocciola una serie di dati: “Fin dal 2014 – fa notare – quanto solennemente scritto nel Patto Nazionale per la Salute (tuttora in vigore non lo si dimentichi) è stato disatteso. Per il 2014 erano previsti stanziamenti per 109 miliardi e 928 milioni e ne furono erogati solo 109. Peggio è andato nel 2015 quando, a fronte di uno stanziamento di 112 miliardi 062 milioni ne sono stati erogati effettivamente 109 miliardi 715 milioni, meno 2 miliardi 347 milioni. La discesa continuerà anche nel 2016, con 111 miliardi assegnati contro i 115 miliardi 444 milioni previsti dal Patto per la Salute e comunque con 2 miliardi 097 milioni in meno rispetto anche all’Accordo del 2 luglio 2015 che il Veneto non sottoscrisse. Il Fondo si toccherà nel 2017 e 2018 con altri 4 miliardi 680 milioni in meno nel 2017 e 6 miliardi 444 milioni nel 2018”.

“Tutti gli studi internazionali – conclude Zaia – indicano che una Nazione che non è in buona salute fatica a progredire anche sul piano economico e sociale. Basterebbe questo per capire che è urgentissima una decisa inversione di rotta verso l’appropriatezza: risparmiare si può e si deve, come dimostrano i conti del Veneto, ma l’obbiettivo non si raggiunge con i tagli”.

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