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Primiero, 100 anni fa la valanga della “Val Male” a Siror: morirono 82 soldati

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Cade il 9 marzo il 100° anniversario della tragica valanga che investì i Bersaglieri ed i Fanti dell’Esercito Italiano nelle Val Male

9marzo

di Ervino Filippi Gilli

la-grande-guerraPrimiero San Martino di Castrozza (Trento) – La Val Male, un toponimo che è tutto un programma (ed infatti valanghe e frane in quest’area non si contano), è uno dei canaloni che scendono dal versante occidentale del Monte Cimerlo a monte di Siror.

Con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 le truppe italiane si erano attestate sulla linea che dal Col dei Cistri, attraversando il Cismon, raggiunge i Dismoni ed il Pian del Termen sul versante opposto del torrente. Analizzando quello che accadde nell’inverno del 1916 si capisce come l’Esercito Italiano fosse del tutto impreparato dal punto di vista della conoscenza di ciò che vuol dire vivere e combattere in montagna: numerosissimi baraccamenti e postazioni vennero realizzate infatti in siti esposti alla caduta di valanghe.

Fu così che durante un inverno straordinariamente nevoso, i quantitativi del 1916 non sono stati più raggiunti, numerosissimi soldati vennero travolti dalle valanghe e che la “morte bianca” falcidiò gli eserciti più che gli scontri a fuoco (resi impossibili dai metri e metri di neve caduta). Tornando a quel 9 marzo, stando alla ricostruzione del maestro Luciano Brunet, Simone Longo un abitante di Siror esperto dei luoghi, aveva avvertito i comandanti militari di non costruire baracche all’interno del canalone ma, oltre a non essere ascoltato, fu tacciato di connivenza con il nemico.

82 soldati travolti dalla valanga

Fu così che, quando la valanga scese, sia i Bersaglieri del 53° Battaglione che i Fanti del 31°di stanza in quel tratto di fronte vennero travolti: 82 soldati persero la vita e per 56 di essi non fu possibile dare un nome alla salma. Inizialmente questi poveri soldati vennero sepolti a Polina (che da quel giorno prese il nome di Polina dei Morti) e successivamente vennero trasportati nel cimitero militare di Pieve (che si trovava dove è stato realizzato il nuovo ampliamento alcuni anni fa). Di qui, tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta i corpi vennero esumati e molti tornarono alle terre natie, i militi senza nome vennero trasportati nei vari ossari.

Altre vittime al fronte

Quel nove marzo fu un giorno tragico su tutto il fronte: oltre a quella appena descritta si staccarono valanghe anche sul Cauriol (4 morti), nella Valle del Cismon (2 morti in località non specificata) ed nella Valle del Vanoi (6 morti) nonché su tutto il fronte dolomitico. Oltre agli 82 soldati delle Poline in quell’inverno, solo nel tratto di fronte tra il Colbricon e Cima Bocche morirono sicuramente altri 49 soldati italiani mentre il numero dei feriti non è noto; al momento le perdite da parte austrungarica non sono conosciute ma si crede che, a parte la valanga in Marmolada che travolse 300 soldati, le postazioni austriache fossero più riparate e solo le salmerie abbiano subito perdite a causa delle valanghe.

In giorni come questi in cui il pericolo valanghe è molto alto, fermarsi a meditare sulle scelte da prendere e magari rinunciare, può essere un atto di intelligenza che può salvare la nostra e non mettere a repentaglio la vita di chi poi dovrà venire a cercarci. Se così si fosse ragionato anche nel 1916, quante vite si sarebbero risparmiate. Ma questa è un’altra storia.

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3 Replies to “Primiero, 100 anni fa la valanga della “Val Male” a Siror: morirono 82 soldati

  1. Questa era la preparazione e la competenza degli ufficiali italiani capaci solo di mandare a morire i poveri diavoli di soldati. Non è cambiato niente da allora nella repubblica delle banane.

  2. L’italica Storia dovrebbe approfondire anche il geniale comportamento e la sublime preparazione di questi “comandanti militari”, troppo spesso responsabili di strategie e scelte da corte marziale. Quest’ultima, però, era riservata ai poveri cristi.

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