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Olimpiadi 2026, Padrin: “Bob, intempestività della scelta, ora al lavoro per valorizzare Cortina nell’evento olimpico”

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Amarezza nel Bellunese dopo le comunicazioni di Malagò, soddisfatti gli ambientalisti dopo le proteste delle scorse settimane. Nei giorni scorsi la presa di posizione della Provincia di Belluno sulla pista

Il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin

 

NordEst – «Se saranno veramente le Olimpiadi di Milano e Cortina, e non solo di Milano, dovremo costruirlo da qui in avanti. Con un’attenzione particolare non solo alle gare sportive, ma all’eredità dei Giochi sul territorio, a cominciare dalle varianti e dalle opere infrastrutturali indispensabili al territorio». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, nella giornata in cui è arrivata la notizia che lo sliding center non verrà realizzato a Cortina e che per le gare di bob, skeleton e slittino il Coni sta pensando a un impianto estero.

«La pista da bob di Cortina è sempre stata nel dossier olimpico, fin dall’inizio, fin dalla presentazione della candidatura. Il problema del forte aumento dei costi e soprattutto dell’assottigliarsi dei tempi tecnici per la realizzazione ha inevitabilmente indirizzato le scelte, ma la decisione finale è quanto mai intempestiva: giunge fuori tempo massimo e rischia di stravolgere completamente quello che era il progetto iniziale di Milano-Cortina 2026, sostenuto e finanziato dal Governo, dalle Regioni coinvolte e dal sistema Paese. Non vorrei che l’aver abbandonato la pista ampezzana solo adesso, dopo lunghi mesi in cui era emersa in maniera piuttosto chiara la direzione che era stata imboccata, possa diventare un modo per dimenticarsi del territorio bellunese e lasciare solo il nome di Cortina sulle Olimpiadi».

«L’intera vicenda, se si può cogliere un insegnamento, deve farci riflettere – continua il presidente Padrin – il clima di contrapposizione totale che si è creato sulla pista da bob – pur a fronte di giustificate motivazioni sia nella contrarietà a fronte di costi di realizzazione e gestione futura, sia nelle motivazioni a favore della riqualificazione della dismessa pista esistente – è stato disgregante e distruttivo. Nella gestione di un grande evento – come anche nella gestione di un territorio o di opere pubbliche – non ci può essere spazio per divisioni manichee che non permettono un’analisi sana, corretta e costruttiva dei costi e dei benefici».

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