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Olimpiadi 2026, Zaia: “Governo sia mediatore”. Malagò: “Tridente con Torino-Milano-Cortina” ma il nome non c’è ancora

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‘Candidatura forte, rinunciare per polemichette direi di no’

Il logo della candidatura di Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026

 

NordEst – “Cortina è in grado di far fare bella figura al Paese, abbiamo un territorio motivato, non avere le Olimpiadi sarebbe lutto nazionale. Il sottosegretario Giorgetti è un grande mediatore, deve fare il mediatore fino in fondo”. Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante la posa della prima pietra per il velodromo di Spresiano.

“Al sottosegretario Giorgetti – ha aggiunto Zaia – dico che noi ci siamo, la candidatura è quella dell’hub più grande a livello internazionale degli sport invernali. Crediamo sia una bella sfida, dove si sono già assottigliati alcuni competitor, direi che è una partita da giocare fino in fondo. Rinunciare per polemichette e fatti di grafica o di loghi – ha concluso – francamente direi di no”.

Sulle Olimpiadi del 2026, “a Losanna noi siamo pronti a ribadire quello che è stato deciso non dal sottoscritto o dal Coni, ma da un commissione che secondo me è in assoluto la più qualificata nel nostro Paese per queste valutazioni”. Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della cerimonia di Spresiano. “Le risultanze le conoscete tutti – ha proseguito, rivolto ai giornalisti – poi, è chiaro che ci sono dinamiche diciamo politiche, e questa parola dice tutto. Ho assistito agli incontri della scorsa settimana, il clima mi sembrava molto sereno e positivo. Il sottosegretario Giorgetti ha speso parole che abbiamo condiviso per cui ci sono più certezze che dubbi, e speriamo che questi dubbi nel giro di qualche ora si risolvano. Il sottosegretario ha preparato un documento che ha mandato agli interlocutori sulla materia. Per la candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026 “lo dico con tutta franchezza, il nome non c’è oggi, si tratta di fissare un criterio”. Lo ha affermato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Se il 19 settembre 2018 si pretende di sapere praticamente tutto -ha aggiunto Malagò- questo è sbagliato perché poi c’è tutto un work in progress che ci sarà da ora fino a settembre 2019, quando ci sarà la sessione del Cio. Ecco perché l’importante è che la nave parta. Se in queste ultime ore tutti condividono il nome ci si presenta a Losanna con il nome, ma non è obbligatorio”. Riguardo alla formula del “Tridente” Torino-Milano-Cortina, secondo Malagò “favorisce rispetto alle candidature tradizionali. Vorrei ricordare quel che è successo un anno e mezzo fa, per cui se rimangono due candiate è plausibile che si evitino degli ‘spargimenti elettorali’ di conflitti”, ha concluso.

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