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Ogm, Coldiretti: ‘76% Italiani contrari a semine Biotech’

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Manzato, Italia in stallo mentre il Veneto agisce

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Nordest – Mentre il Governo italiano annaspa senza prendere posizioni nette e definitive sulla questione Ogm, il Veneto agisce. E’intervenuto concretamente nel 2012 creando, insieme alle associazioni dei consumatori ed ambientali, una Task Force contro gli Ogm; ha posto ripetutamente la questione all’ordine del giorno della Commissione Politiche Agricole, ossia l’assemblea composta da tutte le regioni d’Italia, facendo pressione nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per l’introduzione della clausola salvaguardia; è stato in prima linea con il Disegno di Legge “Ogm free” che nel 2011 proponeva di chiudere l’accesso ai contributi per coloro che producessero organismi modificati”.

Lo ha detto l’assessore all’agricoltura Franco Manzato con riferimento alle polemiche sulle coltivazioni Ogm, A giugno 2013 i contrari sono aumentati del 14% rispetto allo scorso anno

Quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno. Lo ha reso noto la Coldiretti nell’ambito della mobilitazione della task force “Liberi da Ogm” in piazza Montecitorio, sulla base di una indagine condotta da Ipr marketing proprio nel giugno 2013. Con il crescere dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad appena il 10 per cento i favorevoli ma – sottolinea la Coldiretti – diminuiscono anche coloro che non hanno una opinione o non rispondono al 14 per cento.

Bastano questi dati per spiegare le ragioni della richiesta al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia che vieterebbe la messa a coltura di piante biotech, formulata dalla task force a cui partecipa la Coldiretti.

Sono già 8 i Paesi europei che – precisa la Coldiretti – hanno adottato la clausola di salvaguardia (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria). Un provvedimento che on Italia è già stato sollecitato da tutti i gruppi parlamentari al Senato, con una mozione votata all’unanimità. “La non definitiva risoluzione della vicenda Ogm va avanti ormai da troppo tempo e questa deve essere l’occasione per chiudere definitivamente una questione sulla quale cittadini, agricoltori, rappresentanze economiche e sociali, Regioni ed il Parlamento si sono espressi già tantissime volte” ha affermato Stefano Masini coordinatore della Task force “Liberi da Ogm” e responsabile ambiente della Coldiretti. Una situazione che lascia spazio a provocazioni come quella adottata in Friuli, con la semina di mais geneticamente modificato che il Ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, ha subito chiarito essere illegale.

 In Europa sono rimasti solo cinque paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. A livello globale il transgenico si afferma tra i paesi in via di sviluppo mentre diminuiscono i paesi industrializzati che si rivolgono a questo tipo di colture. Gli Stati Uniti continuano ad essere leader nella produzione di coltivazioni geneticamente modificate, con 69,5 milioni di ettari. Tra i paesi in via di sviluppo, i 5 leader nel biotech sono la Cina, l’India, il Brasile, l’Argentina ed il Sud Africa, che coltivano il 46% delle colture biotech globali (78,2 milioni di ettari).

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