Primo Piano NordEst

NordEst, introdotta la categoria “Orso dannoso”

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Aggiornato il Piano d’azione interregionale per la gestione dell’orso bruno

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NordEst – Un plantigrado che causa, ripetutamente, danni a mandrie di animali domestici o a colture, in generale a patrimoni non difendibili mediante misure di prevenzione, verrà definito come “orso dannoso”. Questa nuova tipologia di orso entra da oggi a far parte del Piano d’azione interregionale per la gestione dell’orso bruno, che è stato modificato con una delibera di Giunta a firma dell’assessore Michele Dallapiccola. Una modifica concordata con il Ministero dell’ambiente.

A distanza di sette anni dall’approvazione del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace), la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha ritenuto opportuno aggiornare il Piano con alcune integrazioni di carattere tecnico e organizzativo. L’obiettivo è quello di migliorare la gestione dei plantigradi sul territorio, in considerazione anche dell’espansione raggiunta negli ultimi anni e quindi la conseguente necessità, in alcuni casi problematici, di intervenire tempestivamente, fornendo le necessarie risposte operative.
La modifica introdotta ha permesso di codificare la categoria di “orso dannoso”, in precedenza non considerata, verso la quale poter attuare le azioni previste dal Piano stesso, compresa la possibilità di prelievo, mediante captivazione o abbattimento, degli esemplari che arrechino, ripetutamente, gravi danni a patrimoni non efficacemente difendibili con misure di prevenzione, come ad esempio il patrimonio zootecnico bovino in specifici contesti ambientali. Per stabilire se un plantigrado debba o meno considerarsi dannoso è importante accertarne la ripetitività dei comportamenti. Un orso che causa un solo grave danno o che ne causa raramente, non è da considerarsi dannoso.
Il Ministero dell’Ambiente ha recepito favorevolmente tale modifica, proposta dagli enti interessati, a cui farà seguito l’adozione formale del Piano d’azione da parte dello stesso Ministero. Si tratta di un primo passo verso l’auspicata definizione di modalità gestionali più snelle ed efficaci, che abbiano come obiettivo finale l’ottenimento di una maggiore indipendenza gestionale nei riguardi di quella minima parte di popolazione ursina che presenta aspetti maggiormente problematici.

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