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Menu, shopping e regali: ecco l’ecodecalogo delle feste

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I consigli di Greenpeace per prendersi cura dell’ambiente senza rinunciare all’atmosfera natalizia

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Natale 2016 – Luci di Natale, regali, menu di pranzi e cenoni, buoni propositi. Le feste possono essere il momento buono per prendersi cura dell’ambiente, basta seguire alcuni consigli. Per questo Greenpeace stila un ‘ecodecalogo’ da tenere presente per fare le scelte giuste in questi giorni.

Per creare l’atmosfera natalizia, l’invito è a scegliere lampade a basso consumo. A parità di illuminazione, con la tecnologia Led si ha un risparmio energetico dal 50 al 80%. Collegare poi le luci a un timer, in modo da attivarle solo in un determinato periodo, consente di risparmiare energia.

Pranzi e cenoni ‘green’, a partire da come apparecchiamo la tavola: dire no a piatti e bicchieri di plastica è facile, in commercio ci sono infatti diverse alternative biodegradabili e compostabili. Per il menu , poi, oltre a scegliere prodotti provenienti da agricoltura biologica, locali, stagionali e liberi da Ogm, quest’anno si può fare ancora di più acquistando legumi e zafferano dalle terre colpite dal terremoto in Italia centrale, aiutando così questa parte del Paese a ripartire.

Scegliere il pesce giusto facendo acquisti responsabili: da evitare merluzzo, salmone, gamberi, tonno rosso e pesce spada; sì al pesce fresco locale che viene offerto dalla piccola pesca artigianale. Anche nella scelta del tonno in scatola, si può fare una scelta sostenibile, privilegiando il tonnetto striato pescato a canna.

Capitolo regali. Impattare meno si può, a partire dalla modalità con cui decidiamo di fare lo shopping delle feste, periodo durante il quale aumenta il traffico e peggiora la qualità dell’aria. Invece che in auto, godiamoci l’atmosfera natalizia passeggiando o utilizzando la bici: fa bene all’ambiente e alla salute. In alternativa, scegliere i mezzi pubblici o altre forme di trasporto collettivo. Nella borsa non possono mancare i sacchetti riutilizzabili.

L’imperativo: less is more. Meglio ridurre i regali e comunque preferire prodotti ecosostenibili, facendo attenzione all’imballo che spesso è spropositato rispetto al regalo. E poi, l’oggetto che stiamo regalando è necessario, è gradito, oppure finirà in un cassetto o peggio nel cassonetto?

Un esempio di questo spreco: i vestiti. In media, sottolinea Greenpeace, una persona acquista il 60% in più di prodotti d’abbigliamento ogni anno e la loro durata media si è dimezzata rispetto a 15 anni fa, producendo montagne di rifiuti tessili.

Meglio quindi scegliere capi d’abbigliamento che durino nel tempo e possano essere riparati. Uno dei costi maggiori per il pianeta viene dal crescente uso di fibre sintetiche: il poliestere, in particolare, emette quasi tre volte più Co2 nel suo ciclo di vita rispetto al cotone. Questo materiale può impiegare decenni a degradarsi e contamina l’ambiente marino sotto forma di microfibre in plastica.

Se scegliamo di regalare un capo d’abbigliamento, visto che l’upcycling è di tendenza , orientiamoci su vestiti di seconda mano, o abiti in cotone biologico. Nell’acquisto si può scegliere anche di evitare le sostanze chimiche pericolose preferendo i marchi che sono impegnati nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose. Per andare a sciare o a camminare con le ciaspole scegliamo capi senza PFC.

Attenzione anche alla scelta delle piante: si usano molto le stelle di Natale in questo periodo, ma da un rapporto di Greenpeace emerge che i due terzi delle piante ornamentali analizzate sono contaminate da pesticidi dannosi per le api.

Regalare bellezza: profumi, creme, cosmetici. Per essere ‘green’ basta controllare che nei prodotti scelti non ci siano microsfere di plastica (compaiono tra gli ingredienti alla voce Polietilene o Polipropilene) che vengono inserite per il loro potere abrasivo e poi finiscono per contaminare il mare ed essere ingerite dai pesci che poi arrivano sulla nostra tavola.

Buoni propositi per l’anno nuovo: scegliere l’energia rinnovabile installando un pannello solare o, in alternativa, diventate membri di una cooperativa che produce energia 100 per cento rinnovabile; sostenere un’associazione ambientalista come Greenpeace.

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