NordEst

Libero uno dei Rom che costringeva i figli a rubare

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Ha destato scalpore in tutto il Triveneto la notizia del ritorno in libertà a pochi giorni dal fermo, di uno dei Rom che spadroneggiavano in tutto il Nordest con furti commessi dai figli. A poche ore dall'operazioen che ha destato tanto clamore, non è stato convalidato il fermo di 4 degli 8 nomadi portati in carcere.

Secondo il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Giorgio Piziali,  non c'è pericolo di fuga, mentre è sconcertato della decisione il Procuratore di Verona Guido Papalia. Nei fatti però, solo uno dei Rom è tornato poi in libertà.
In seguito alla decisine del giudice, l'uomo potrà persino riavere i figli dopo quanto è avvenuto. La moglie invece, resterà in carcere per scontare una vecchia pena. Per altri due è stata disposta la custodia cautelare.  

In queste ore intanto le indagini non si fermano e l'inchiesta sullo sfruttamento di minori prosegue con altri clan indagati.  

La banda di Rom 

Centinaia i colpi messi a segno dalla banda, che sfruttava i minori perché non imputabili, in tutto il nord Italia. Gli arrestati, fermati dalla polizia di Verona, girovagavano per il Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, utilizzando documenti di identità falsi e portando con sé numerosi bambini, alcuni propri figli ed altri probabilmente avuti in affido da altre famiglie.

Un'attività che evidentemente dava i suoi frutti, dato che gli indagati possedevano un parco auto con Mercedes e camper nuovissimi e avevano acquistato alcuni appartamenti in Veneto, appoggiandosi a un'agenzia immobiliare per la stipula di rogiti con nomi di copertura.

La banda è stata fermata tra il Piemonte ed il Veneto, proprio mentre tre degli indagati con i rispettivi camper stavano per oltrepassare il confine italo-francese, in direzione di Bordeaux. Le accuse nei loro confronti sono di associazione a delinquere finalizzata a commettere furti aggravati in abitazione con l'induzione dei minori a perpetrarli, maltrattamenti in famiglia ed abbandono di minori.

Il Tribunale per i Minori di Venezia ha affidato sei bambini a strutture di accoglienza e, il passo successivo, sarà la revoca della potestà genitoriale.

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