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La regione Veneto ricorre alla consulta contro lo “split payment”

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Zaia: “Lo stato si prende quasi 4 miliardi delle imprese. Se la UE dirà no già pronto il rincaro delle accise sui petroli. Allucinante!”

industria

Venezia – “Lo ‘split payment’ è l’ultima trovata del governo Renzi per complicare la vita alle imprese in tempi di crisi. Impone l’obbligo per tutta la Pubblica Amministrazione (incluse Regioni, Comuni, Ulss, ecc.) di non pagare più l’Iva ai propri fornitori, ma di versarla direttamente allo Stato. Col risultato di togliere alle imprese venete quel po’ di autofinanziamento che era rimasto nelle loro possibilità, in tempi di crisi e di credito difficile”.

Con queste parole il Presidente del Veneto, Luca Zaia, annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale per impugnare, oltre ad altre disposizioni della legge di stabilità, anche la norma che introduce il cosiddetto “split payment” . L’incarico è stato affidato al prof. Luca Antonini.

“Tutte le aziende che lavorano con la PA, quindi, dal primo gennaio non potranno più compensare, come facevano prima, l’Iva incassata sulle fatture di vendita con quella pagata sulle fatture di acquisto; inoltre, siccome il pagamento dell’Iva è mensile o trimestrale, perderanno anche una piccola leva finanziaria che era comunque utile per tamponare la crisi in atto – spiega il Presidente del Veneto – Tutto cancellato: lo Stato si impossessa quindi della liquidità delle imprese. Ma non solo: per ottenere indietro l’Iva pagata sugli acquisti ai propri fornitori le imprese dovranno chiedere il rimborso allo Stato, i cui tempi biblici sono noti. Le imprese si troveranno con un flusso di cassa fortemente sbilanciato, e saranno costrette a ricorrere al credito (sempre che di questi tempi le banche lo concedano) e a pagare interessi o a mettere in sofferenza i fornitori”.

“Ma c’è di più – prosegue Zaia – Per richiedere il rimborso dell’Iva sugli acquisti la normativa prevede che, se l’importo è superiore ai 15 mila euro, occorra una fideiussione o un visto di congruità: altri costi. In sintesi: è stato calcolato che lo split sottrarrà 4 miliardi l’anno di liquidità alle imprese”.

“Ma oltre il danno c’è anche la beffa, nascosta nelle pieghe del provvedimento – rincara la dose il Presidente Zaia – Non solo danneggia le imprese, ma anche la Regione e tutti i Comuni. Lo split payment, infatti, è stato introdotto disponendone l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2015 ma senza avere in tasca l’assenso del Consiglio Europeo (di cui si resta in attesa) che invece è necessario ai sensi delle direttive comunitarie sull’Iva. Quindi il governo ha introdotto una normativa che rischia non solo di mandare in infrazione l’Italia, perché ha introdotto una deroga al regime, armonizzato a livello UE, dell’Iva senza il preventivo assenso europeo, ma soprattutto rischia di dover fare marcia indietro. Tanto che la stessa legge di stabilità afferma che se l’Europa boccerà lo split payment, verrà aumentata l’accisa sulla benzina e sul gasolio – conclude Zaia – Ma in questo modo, in questi tempi di spending review, si impone fin da subito alle Regione, alle Usl e ai tutti i Comuni di sostenere subito (si prevedono sanzioni per chi non la fa!) i costi necessari ad adeguare tutti i sistemi informativi di gestione amministrativo contabile (siamo infatti in regime di fattura elettronica), con il rischio che tutta questa spesa si riveli completamente inutile perché l’Europa non concede la deroga. Chiederemo i danni allo Stato!”

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