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Indice PMI. Cresce, a sorpresa, la manifattura italiana. In calo la Germania

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L’evento era tutt’altro che atteso e, considerando le infelici e recenti stime del governo italiano (Pil nel 2014 a -0,3 %, Deficit/ Pil al 3%), i mercati sono rimasti spiazzati

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NordEst – L’evento era tutt’altro che atteso e, considerando le infelici e recenti stime del governo italiano (Pil nel 2014 a -0,3 per cento, Deficit/ Pil al 3 per cento), i mercati sono rimasti spiazzati: l’indice Pmi manifatturiero di Markit (società internazionale di comunicazione e servizi finanziari) per l’Italia è salito, a settembre, a 50,7, contro le attese degli analisti che lo davano a 49,5 e mentre l’indice degli altri principali Paesi europei è in calo.

Questo, di per sé, non è sufficiente a indicare l’immediata ripresa; resta il fatto che, di norma, l’indicatore, che raccoglie le percezioni dei direttori degli acquisti in merito a fattori quali le dinamiche occupazionali, gli ordinativi e le previsioni sui fatturati, è in grado di anticipare le performance dell’economia reale; inoltre, sopra i 50 punti, si ritiene la congiuntura in fase di crescita.

Per quanto riguarda le altre principali manifatture europee, giungono segnali scoraggianti dalla Germania, dove il Pmi scende a 49,9 punti per la prima volta da giugno 2013; in Francia, l’indice è in rialzo, a 48,8, ma ancora sotto la soglia della crescita. L’intera Eurozona, poi, cala a 50,3 punti, quando la stima era di 50,5.

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