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Inaugurata a Tesero la nuova Casa di Riposo: 80 posti letto e 84 dipendenti

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Alla presenza di numerose autorità, fra cui il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina (che ha portato anche i saluti della collega Stefania Segnana) il vescovo di Trento mons. Lauro Tisi, e tutta la comunità di Fiemme, la nuova casa di riposo Giovanelli. Dopo una lunga attesa caratterizzata da difficoltà di diversa natura, la nuova struttura, avviata nel 2017, è ora pienamente operativa, con 80 posti letto autorizzati, 79 accreditati, e 70 convenzionati. 79 gli ospiti attualmente presenti, mentre il personale ammonta a 84 unità

Tesero – Casa Giovanelli ha alle spalle una storia secolare, che risale all’anno 1665, quando Gian Giacomo Giovanelli scrisse nel proprio testamento, dopo aver costituito suoi eredi tutti i poveri della Valle di Fiemme, che la sua casa di Tesero venisse trasformata in Xenodochium, cioè in un ospizio per vecchi  bisognosi di assistenza.

L’istituzione funzionò come ospedale di Fiemme fino all’aprile del 1955; in quell’anno infatti l’ospedale completò il suo trasferimento a Cavalese, nella struttura costruita dalla Comunità Generale di Fiemme. Più recentemente la casa è stata trasformata in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona.

La necessità di strutture come questa è ben evidenziata dai numeri, come illustrato anche dal vicepresidente Tonina: oggi in Trentino ci sono 150 anziani ogni 100 giovani, quando nel 1986 erano 86. In tre lustri, l’età media è salita di 3 anni, i nati si sono ridotti di quasi un quinto, mentre  la popolazione anziana è in forte aumento: dal 2000 gli ultra 65enni sono cresciuti di +39% e gli ultra 80enni addirittura del +89%, quindi quasi raddoppiati.

“Questa realtà è una parte importante del nostro sistema di welfare – ha detto il vicepresidente della Provincia autonoma Mario Tonina, intervenuto alla cerimonia – nel quale si muovono attori pubblici e privati, amministrazioni e comunità, associazioni di volontariato, per fornire risposte a una parte della popolazione che, sappiamo, è in costante crescita. Nel 2030, secondo le previsioni, ci saranno 150.000 ultrasessantacinquenni; non potremmo rispondere alle loro necessità solo con le Rsa. Una risposta è naturalmente questa, ma non solo. Fin che le persone sono autonome, con il sostegno della cooperazione sociale e del volontariato potranno essere aiutate a rimanere nelle loro case. Il volontariato sarà importante anche nelle stesse case di riposo, esprimendo tutto il calore della vicinanza della comunià”. Il futuro  sarà fatto non da una sola risposta ma da risposte diversificate – ha detto ancora Tonina – accanto all’investimento in campo socio-assistenziale, e vorrei ricordare che la spesa in provincia di Trento è doppia rispetto ad altre regioni, come amministratori dovremo sforzarci di individuare e valorizzare  soluzioni che ripartiscano le cure fra la pubblica amministrazione, il comparto delle Rsa e delle Aziende pubbliche di servizi alla persona, le organizzazioni del territorio, il privato sociale, rafforzando le reti fra comunità e  sostenendo un sistema che in Trentino, per fortuna, è già molto fertile”.

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