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Immigrazione: Zaia: “Hotspot a NordEst come arginare la falla in una diga con un dito”

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“Il problema va affrontato a monte. Il semestre italiano Ue ha fallito in tutto e ora siamo soli”

hotspot

Venezia – “Nessun hotspot a Nordest costituirebbe la soluzione del problema, almeno fino a che il governo continuerà a praticare una ospitalità indifferenziata, mentre è urgente cominciare a distinguere chi ha davvero bisogno da chi viene in Italia e nella Ue con altri scopi. Altrimenti è come voler bloccare con un dito la crepa di una diga”.

Lo dice oggi il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia in tema di immigrazione commentando l’ipotesi della realizzazione di un hotspot nel Nordest.

“E’ ormai provato – aggiunge Zaia – che due terzi dei cosiddetti profughi non fuggono né da situazioni di guerra né da situazioni di violenze o carestie. Vanno aiutati a casa loro, vanno ricavati dei corridoi umanitari e creati dei centri raccolta sotto l’egida internazionale. E lì, soltanto lì, effettuare la cernita fra profughi e semplici emigranti economici”.

“La verità – secondo il Governatore del Veneto – è che l’Italia non ha voce in capitolo, ha sprecato il semestre di presidenza della Ue, non è stata in grado di mettere in moto una vera solidarietà europea naufragata tra fili spinati e blindature varie, non ha avuto la forza di costringere l’Europa a modificare radicalmente il trattato di Dublino, in una parola è rimasta sola”.

“E ora che l’Austria ha chiuso le frontiere – conclude Zaia – ci chiediamo dove si accumuleranno tutti gli immigrati provenienti dalla rotta balcanica e, verosimilmente, dall’Adriatico. Ma soprattutto in quale direzione si potrebbero dirigere una volta che potessero uscire dall’hotspot. Ve lo dico io in quale direzione: resterebbero in Italia come lo sono rimasti tutti gli altri”.

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