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Il Trentino ricorda il cardinale Bernardin, Depaoli: “Fu uomo straordinario”

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Chi era Joseph Bernardin – Figlio di emigrati trentini negli USA, nel 1966 è nominato vescovo di Atlanta, nel 1972 di Cincinnati, poi di Chicago nel 1982; subito dopo riceve il cappello cardinalizio. Joseph Bernardin nacque in Columbia, nella Carolina del Sud, il 5 aprile del 1928 da una famiglia di emigranti trentini. I suoi genitori lasciarono infatti nel 1927 il paese d’origine, Tonadico, per stabilirsi negli Stati Uniti. Qui Joseph crebbe frequentando la scuola dell’obbligo, le superiori ed iscrivendosi infine alla facoltà di medicina.

?NEL VIDEO DI LA VITA DEL CARDINALEDopo un anno di studi, con grande stupore da parte della famiglia, maturò la decisione di entrare in seminario. Conseguita la laurea all’università cattolica di Washington, venne ordinato sacerdote nel 1952 e raggiunse in breve tempo importanti traguardi.

Una vita intensa –
Nel 1966 divenne il vescovo più giovane degli Stati Uniti, nel 1972 arcivescovo di Cincinnati e nel 1974 presidente della Conferenza episcopale statunitense. Solo otto anni più tardi venne proclamato arcivescovo di Chicago ed entrò nel «numero dei cardinali di Santa Romana Chiesa». La sua fama gli valse addirittura la prestigiosa copertina del TIME nel 1982.

Nel 1993 viene ingiustamente coinvolto in un’accusa di abusi sessuali, ma la sua innocenza è stata infine riconosciuta.Nell’estate del 1995 si ritrovò a combattere contro un male tanto aggressivo quanto difficile da sconfiggere, che però non gli impedì di svolgere fino all’ultimo la sua missione. Quindici mesi più tardi il cancro si ripresentò e il 14 novembre 1996 il Cardinale si spense all’età di sessantotto anni.

Nonostante rivestisse ruoli di spicco all’interno della Chiesa e fosse spesso attorniato da uomini potenti, egli si contraddistinse sempre per un’umiltà fuori dal comune. Il cardinale Bernardin verrà sempre ricordato come alto prelato e sapiente mediatore in grado di trattare argomenti delicati, quali AIDS ed eutanasia, ma anche e soprattutto come Joseph, uomo semplice e di grande carisma.

Egli non mancò mai di passare almeno una volta l’anno un periodo nel paese d’origine attorniato da parenti e amici perchè, come egli stesso soleva dire "le mie radici sono qui". Nella sua vita affrontò con forza d’animo gli ostacoli più difficili, senza mai perdere la fede nel Signore. Concesse il perdono a quanti gli mossero accuse infamanti e senza fondamento che per un istante rischiarono di minare la sua indubbia integrità morale. La sua scomparsa ha provato molto la comunità che ha voluto rendergli omaggio dedicandogli una piazza nel centro del paese, proprio vicino alla chiesa di San Sebastiano, e l’ostello della gioventù di San Martino di Castrozza.

Depaoli ricorda il Cardinale Bernardin –
L’allora sindaco di Tonadico Marco Depaoli visse in prima persona la scomparsa di un personaggio di grande spessore per Primiero. Il decano di Primiero, don Gianpietro Simion – parente del cardinale – lo ricorda come una figura di grande carisma.

"Ci sono persone che, ad anni dalla loro scomparsa – scrive il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Depaoli, hanno lasciato un segno cosí indelebile da rimanere vive nella memoria di chiunque le abbia incontrate. Uomini e donne le cui parole e gesta, cariche di un profondo significato, hanno saputo influenzare positivamente il prossimo, tracciando una via che molti hanno seguito ed altri seguiranno. Ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere una di queste persone, il cardinale Joseph Bernardin. Nato e vissuto negli Stati Uniti, era figlio di una coppia di emigranti partiti dal mio stesso paese, Tonadico, e giunti a Columbia, in South Carolina, nel 1927, dove l´anno successivo avevano dato alla luce una delle figure piú importanti del ´900 per la Chiesa Cattolica al di lá dell´oceano.

Il Cardinale Bernardin, che divenne il piú giovane vescovo degli Stati Uniti nel 1966 ed in seguito fu Presidente della Conferenza episcopale statunitense, Arcivescovo di Chicago e infine Cardinale, non perse mai i legami con la sua terra d´origine, alla quale tornava ogni qual volta ne aveva occasione. E fu proprio ai piedi del nostre montagne che ho avuto modo di incontrarlo, di parlare con l´uomo prima che con il messo apostolico.

E forse questo è ció che piú mi è rimasto impresso: il ricordo di una persona mite, ma determinata, capace di sedere in mezzo ai potenti della terra da loro pari, come in mezzo agli umili, sostenendo con la sua fede le dure prove che alla fine la vita gli ha posto davanti. Parló di eutanasia e aids quando ancora erano argomenti tabú, fece valere le sue idee sia nelle sedi istituzionali, sia all´interno della Chiesa stessa.

Ha saputo insegnare l´importanza del dialogo tra religioni e realtá diverse, proponendosi come mediatore e venendo per questo apprezzato non solo dal mondo cattolico, ma da chiunque lo avesse incontrato, tanto da ricevere, nel 1996, la Medaglia Presidenziale della Libertá dal Presidente Bill Clinton. Quando fu coinvolto in una accusa infamante di un abuso su minore, non solo dimostró la sua innocenza, ma perdonó gli accusatori, e diede prova fino in fondo la sua fede incrollabile con la serenitá con cui seppe accettare un ineluttabile destino.

Ricordo ancora la gioia con cui rivedeva le montagne dove si era temprato il carattere della sua famiglia e dove ancora oggi molti suoi amici e parenti vivono. Una gioia che lui stesso racconta nel suo libro, scritto poche settimane prima della morte, “Il dono della Pace”: “Molti mi hanno chiesto – scrive Bernardin – di parlare del paradiso e della vita ultraterrena. Talvolta sorrido a tale richiesta, perché ne so tanto quanto loro.

Eppure, quando un giovane mi chiese se aspettavo con ansia di essere unito a Dio e a tutti coloro che se ne sono andati prima, feci un collegamento con qualcosa di cui ho parlato prima in questo libro. La prima volta che andai con mia madre e mia sorella nella terra natale dei miei genitori, a Tonadico di Primiero, nell’Italia del Nord, mi sembrava di esserci già stato prima. Dopo anni che sfogliavo l’album di fotografie di mia madre, riconobbi le montagne, il paese, le case e la gente. Appena entrammo nella valle, dissi: «Dio mio, questo posto lo conosco. Sono a casa». In qualche modo, penso che passando da questa vita alla vita eterna sia una cosa simile. Sarò a casa. Un insegnamento che è oggi più che mai vivo e presente nel cuore di lo ha conosciuto".

?GUARDA IL VIDEO DEL CARDINALE BERNARDIN 

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