NordEst

IL DIBATTITO/Primiero, Meneguz boccia la Petizione e rilancia il Comune unico

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"Ero stato contattato – scrive in una nota al nostro giornale online il consigliere della Comunità, Paolo Meneguz – , già una decina di giorni fa da Roberto Pradel che, tramite una mail, mi chiedeva un parere su questa possibile ‘petizione’. Me ne sono stato zitto e buono nella speranza che qualcun altro si facesse carico di stoppare una tale iniziativa.  Ma evidentemente così non è stato e quindi… devo proprio dire cosa ne penso.

Ovviamente, l’idea di risvegliare le coscienze sulle problematiche relative all’eccessiva, assurda e costosa frammentazione delle nostre amministrazioni pubbliche è sicuramente condivisibile. Dopo l’autunno 2010, sull’idea di costituire un comune unico per Primiero è calato un silenzio tombale! In quel periodo la proposta era entrata per qualche settimana nell’agenda politica, proprio nel corso della campagna elettorale per l’elezione dell’Assemblea della Comunità che vedeva schierate ben tre liste favorevoli a questa idea. Un silenzio che è stato rotto solo da un mio piccolo contributo sul quotidiano "L’Adige", in agosto e sulla "Voce del Nordest" dell’ottobre scorso.

Un silenzio tombale che da noi, come per molte altre questioni, si sviluppa in maniera quasi fisiologica, causato dall’assenza, in valle, sia di un’opinione pubblica, sia dei mezzi per poterla esprimere.

Fatta esclusione per "La Voce del Nordest", che si deve barcamenare tra il voler essere un giornale di lotta e il dovere essere un giornale di governo, coloro che in valle potrebbero/dovrebbero dare spazio all’opinione pubblica sono da sempre i "portavoce", a seconda delle stagioni politiche, di qualche protagonista delle sceneggiate della politica locale citate dal volantino.

Ma non sempre la "disperazione", causata dall’immobilismo così caratteristico della nostra valle, porta a fare scelte opportune. Insomma questa idea di promuovere una petizione, sia per il tipo di iniziativa, sia per il tipo di proposte in esse contenute, la considero né più né meno come Fantozzi giudicava "La corazzata Potëmkin".
Insomma perché una petizione? E poi rivolta a chi? Ai Sindaci? Al Presidente Dellai? Al Presidente del Consiglio? E per di più, "trasversale"! Come se ci fosse bisogno dell’anonimato per dar voce al 40% degli elettori che nell’ottobre del 2010 si sono espressi per il comune unico.

Nel volantino-petizione si auspica la costituzione di "un comune unico per tutto il territorio di Primiero", (piccolo specchietto per le allodole!) ma subito dopo, in subordine, si chiede "almeno poter veder nascere a breve due Comuni, uno per il Soprapieve e uno per il Sottopieve". Ed infatti le firme vengono raccolte con lo slogan "Firma anche tu per due comuni". Ovvero tre. Perché ai due "nuovi comuni" bisognerà aggiungere Canal San Bovo.
Quindi l’idea "vera", per la quale si raccolgono le firme è quella di costituire per il futuro un assetto amministrativo nel quale per governare diecimila abitanti ci dovrebbero essere quattro amministrazioni pubbliche: tre Comuni e una Comunità di valle.

Ora, considerato come stanno funzionando i rapporti tra Comunità e Comuni in questo momento (qualsiasi Sindaco è in grado di tener in scacco Presidente, Giunta e assemblea della Comunità), non oso immaginare cosa succederebbe qualora il Presidente della Comunità dovesse negoziare qualche scelta con un Sindaco che da solo rappresenterebbe più della metà dei cittadini dell’ intera Comunità.

Ma, aldilà di queste considerazioni, il volantino-petizione contiene una frase che mi ha veramente sbigottito.
Infatti coloro che l’hanno pensato e scritto evidentemente non si sono resi conto di una straordinaria contraddizione contenuta nel loro scritto.

Come si può iniziare un volantino con queste parole "In questi tempi di lacrime e sangue", a significare, credo, che in questo momento tutti dobbiamo fare dei sacrifici per rimettere in sesto l’economia del nostro stato, e finirlo scrivendo: "Questo processo di fusione delle Amministrazioni comunali verrebbe assistito da un contributo regionale" quale motivazione per formare due nuovi comuni?

In pratica si parte denunciando a gran voce "sprechi e costi" della politica per arrivare a giustificare la costituzione di due nuovi Comuni perché così si potrà ottenere un "nuovo" contributo regionale.
Il che equivale a dire che, da un lato si fa credere ai cittadini che si vorrebbero unire i comuni per risparmiare (e quindi un giorno far pagar loro pagare meno tasse…) e dall’altro invece si cerca di accedere furbescamente ad un contributo pubblico. Come se quelli erogati dalla Regione non fossero soldi pubblici ma il bottino che giustifica l’assalto alla diligenza!

Cari amici siamo fuori strada! È ora di finirla con queste finte mediazioni.
Il solo modo per ridurre i costi e gli sprechi dell’amministrazione pubblica in valle, quegli stessi sprechi che hanno fatto sì che in Italia la pressione fiscale reale abbia abbondantemente superato il 50%, è costituire un comune unico.

Un solo ente che spazzi via il delirio rappresentato dagli otto Sindaci, dai sette segretari, dalle otto Giunte, dal Presidente dell’Unione e dalla Giunta dell’Unione. Insomma dallo spreco rappresentato dal milione e duecentomila euro che ci costa questa follia. Un comune unico che nello stesso tempo faccia piazza pulita di un ente, la Comunità di Valle, vittima delle scelte imposte alla sua Giunta da una maggioranza, espressione di quegli stessi Sindaci, che bloccano qualsiasi decisione della Comunità, e che sono riusciti in questi mesi a tarpare le ali anche a quei pochi progetti che potevano giustificarne l’esistenza.

E non mi riferisco ai Piani irrealizzabili, quello Sociale e Territoriale per intenderci, che finiranno a far compagnia a quelli che già occupano scatoloni e scatoloni negli archivi della sede, ma a "Fare Comunità" l’unico progetto che, se attuato, poteva diventare un primo passo nella direzione giusta.

Vogliamo essere seri e non prendere in giro i cittadini? Allora prepariamoci – conclude Meneguz – ad organizzare una raccolta di firme per proporre un referendum in tutti gli otto comuni, per arrivare alla costituzione di un Comune unico che possa prendere il posto della Comunità di valle".

Paolo Meneguz
(Consigliere dell’assemblea della Comunità
Lista "Primiero una unita unica")

* * *

IL PUNTO/ "Primiero è per certi versi frontiera – scriveva nel lontano 1990 in ‘Cordiali saluti da Primiero’ il giornalista e amico della valle, Piero Agostini – perchè vi s’incrociano – e vi si sono incrociati nei decenni trascorsi, –  voglie di tradizione e voglie di novità, rispetto per le proprie radici e curiosità verso l’esterno, senso della comunità e senso dell’ospitalità". 
Questo potrebbe essere oggi il momento della novità.

Per quanto ci riguarda, "Lotta" e "Governo" – visto che ci chiama in causa l’ex assessore della Comunità, Paolo Meneguz – sono termini che stridono e non ci appartengono. Dopo quattro anni dal suo piccolo debutto, preferiamo definire La Voce del NordEst una testata indipendente ma "autonomamente schierata" dalla parte di chi ci legge. Non smettiamo mai di ricordare… che il nostro lavoro quotidiano, non gode di alcun contributo pubblico, sostegno provinciale o statale di alcun genere, contrariamente ai giornali in edicola.

Eppure anche questo intervento – speriamo ne seguano molti altri – ci conferma che anche noi a nostro modo, contribuiamo ad animare un dibattito, che oggi effettivamente fatica a nascere sui temi locali.
Anzi, il più delle volte, la voce contraria alla linea dettata dal politico di turno, viene accantonata come troppo critica, polemica o sopra le righe… Sforziamoci invece di creare una valle più lungimirante e costruttiva, mettiamoci qualche sogno in più e facciamola diventare assieme un ‘arcobaleno’, con i ‘colori’ di ognuno di noi!  

E allora proprio per questo è tempo di novità: dobbiamo interrogarci sul nostro futuro di valle, sulle priorità, sulle strategie, ma soprattutto sui ruoli dei nostri amministratori. Anche provinciali o nazionali, quando latitano sulle scelte importanti e ritornano quando è tempo di elezioni. 
Non si faccia l’errore di accantonare sin da subito qualsiasi proposta o progetto: è tempo di dialogo e confronto per un percorso innovativo, che sia però… una volta per tutte condiviso.
Se la gente sarà più avanti della politica, saranno gli amministratori a prenderne atto! 

Cz

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