Manzato: “Bene differenziare, i mari non sono tutti uguali”
Venezia – Fino all’1 settembre ci sarà il fermo pesca in tutto l’Alto Adriatico, con un calendario differenziato rispetto agli altri mari italiani, secondo una consuetudine avviata lo scorso anno in risposta alla richieste del Distretto Pesca Alto Adriatico, strumento di autogoverno della pesca voluto da Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. “Siamo ancora agli inizi dell’autogestione che vogliamo esercitare assieme alle nostre marinerie – ha sottolineato l’assessore alla pesca del veneto Franco Manzato – con il comune obiettivo di garantire la migliore gestione delle risorse del “nostro” mare e di assicurare un futuro al settore peschereccio, travagliato da una pesante crisi economica e del pescato.
L’ingresso della Croazia nell’Unione Europea – ha aggiunto Manzato – è una buona premessa per una gestione ancora più corretta e senza strappi, nella consapevolezza che l’Adriatico può e deve essere una ricchezza per tutti come lo è stato nei secoli trascorsi”.
“Le marinerie dell’Alto Adriatico – ha detto ancora l’assessore Veneto – anticipano di fatto il fermo biologico necessario a non depauperare le risorse ittiche, le quali non leggono le leggi e i regolamenti ma seguono i loro ritmi vitali di riproduzione e di crescita, con specificità non presenti nei mari profondi del Mediterraneo o negli oceani.
Le ringrazio fin d’ora di accettare questo periodo di “inattività”, della quale verificheremo, assieme, a settembre gli effetti che contiamo siano positivi. Nell’occasione valuteremo se servano altre azioni per favorire la riproduzione e la maturazione del pescato, oltre al controllo di quanto avviene sul fondale antistante alle nostre coste che, voglio ricordarlo, difficilmente supera i 30 metri di profondità e sul quale possono esercitare effetti le numerose attività di superficie che si svolgono in questa parte dell’Adriatico”.