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Lutto cittadino a Valfloriana per Ester Palmieri: la vicinanza tra le due mamme

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In tanti hanno partecipato ai funerali di Ester Palimieri, la mamma di 37 anni uccisa a Montalbiano, in Trentino, dall’ex compagno, Igor Moser, lo scorso 11 gennaio

Ester Palmieri [ph fb]

 

Trento – Le esequie si sono tenute, nel primo pomeriggio, nella chiesa della frazione del Comune di Valfloriana, in cui la donna viveva con i tre figli, di cinque, nove e dieci anni. “Tutti in questi giorni ci stiamo arrovellando per trovare un senso a ciò che senso non ha. Lasciamo a solo a Dio l’ultimo giudizio. La lotta contro la violenza sulle donne deve esserci, ma prima ancora serve il rispetto per chi mi è accanto, la vigilanza sulle mie emozione tossiche. Senza questo, il rispetto per le donne non ci sarà mai. Se riuscisse a dare uno scossone alle nostre coscienze, almeno non si sarebbe consumato del tutto invano il sacrificio di Ester”, ha detto, durante la funzione, don Albino Dell’Eva.

Nel primo banco vi erano i genitori di Ester assieme alla madre dell’ex compagno. Nei giorni scorsi, le due donne si sono incontrate più volte. “Questo episodio mi ha colpito – ha commentato Dell’Eva – quando la madre di Igor, con coraggio, decide di recarsi alla porta della casa della madre di Ester, di bussare e chiedere di entrare. Due donne, una più straziata dell’altra, scelgono di aprire la porta l’una all’altra. C’è una luce nel buio, piccola ma sufficiente per non perdere la speranza”.

Il lutto per Ester

Nella piccola comunità di 500 abitanti il giorno delle esequie la scuola primaria resta chiusa, come previsto da un’ordinanza firmata dal sindaco Michele Tonini. Intanto in un post su Facebook è arrivata la notizia della chiusura definitiva del centro olistico che Ester aveva aperto a Casatta (Valfloriana).

Il governo ha stanzia 60.000 mila euro per i tre figli della coppia attingendo al fondo vittime di omicidio. I bambini sono affidati ai nonni. Una tragedia che sconvolge la comunità: Ester – per 15 anni un lavoro come Oss – era titolare di un centro estetico e olistico nella frazione di Casatta; in passato era stata anche consigliera comunale. La coppia lascia tre figli piccoli che al momento dei tragici fatti erano a scuola. A trovare la donna senza vita, dissanguata, la madre, allarmata perché non riusciva a contattarla. L’uomo è stato trovato senza vita da un amico.

Uomini in piazza contro la violenza

Piazza Pasi, in centro a Trento, si è riempita sabato pomeriggio di centinaia di persone che hanno partecipato all’incontro dedicato all’appello “Uomini contro la violenza di genere”, promosso da 60 uomini della società civile, della politica e del mondo economico trentino che hanno deciso di dire “no” pubblicamente alla violenza sulle donne. L’appello, lanciato pochi giorni prima dell’ultimo femminicidio che ha colpito la comunità trentina, quello di Ester Palmieri, 37 anni, di Valfloriana, è stato firmato poi da circa 500 di altri uomini.

Tra i primi firmatari, il sindaco di Trento Franco Ianeselli. “Per tutti noi – ha detto in Piazza Pasi – è difficile pensare a quali possono essere le parole giuste da utilizzare dopo questa tragedia. Però il senso dell’appello è provare a trovare delle parole che aiutino a cambiare questa situazione”, ha detto Ianeselli, specificando che questo tema deve essere trasversale alle parti politiche: “Questa battaglia dobbiamo farla superando gli steccati. Io sono qui per dire che il Comune di Trento è pronto a fare la propria parte”, ha aggiunto il sindaco di Trento.

All’incontro erano presenti anche Carlo Micheluzzi, fratello di Viviana Micheluzzi, vittima di femminicidio nel 2022 in Val di Fiemme, in Trentino, e Massimo Baroni, papà di Alba Chiara Baroni, che nel 2017 a Tenno, sempre in Trentino, è stata uccisa dal fidanzato. In Piazza Pasi sono intervenute anche la protettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento Barbara Poggio e la deputata del Partito democratico Sara Ferrari.

“Se fino a qualche anno fa la violenza era agita perché le donne erano considerate proprietà degli uomini, oggi forse è più spesso legata all’incapacità di accettare il cambiamento e la libertà di autodeterminarsi delle donne”, ha detto Poggio, che ha aggiunto: “La prevenzione è ancora più importante dell’azione per colpire” dopo i casi di femminicidio. Nella prevenzione, secondo Poggio, la scuola ha il ruolo di decostruire gli stereotipi: “Le famiglie – ha detto – non sempre hanno gli strumenti per lavorare sulla violenza e sui modelli di violenza che stanno emergenza”.

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