Le indagini dei carabinieri – a caso ampiamente delineato – sono ora indirizzate per quantificare l’esposizione economica, diverse migliaia di euro, della donna a favore del nipote e sulla provenienza dell’arma, una pistola Franchi automatica cal. 22 con matricola abrasa, utilizzata per uccidere.
Tutto è rimandato comunque a quando, con banche e finanziarie aperte – rilevano i militari dell’arma del comando provinciale di Conegliano – si potrà accedere ai dati così come gli investigatori potranno approfondire la "storia" della pistola con le opportune indagini balistiche.
Secondo i militari dell’arma che a lungo hanno sentito la 63enne, la donna sarebbe stata pronta ad uccidere anche Pinuccia, la moglie del nipote, che al momento dell’omicidio era in casa ma in un’altra stanza. Laconica la giustificazione dell’omicida che ai militari, nel riconoscere le proprie responsabilità, avrebbe detto "mi sono tolta un peso dalla coscienza" riferendosi al difficile rapporto con l’ucciso.
- Altre notizie in breve dal Triveneto:
Venezia/Uccisi dal gas – Un uomo di 70 anni Lino Geromin e la colf brasiliana di 40, sono morte per le esalazioni da monossido di carbonio prodotte da un braciere con cui i due si riscaldavano. Il fatto è avvenuto in via Pasolini 6 a San Stino di Livenza (Venezia) ed è stato scoperto dal figlio della vittima dopo una serie di inutili telefonate.