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Dal Vietnam alle Dolomiti in bici: Valentina Brunet torna in Valle e si racconta

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LaVocedelNordEst con gli articoli di Liliana Cerqueni, ha seguito fin dagli esordi Valentina Brunet, cicloviaggiatrice primierotta di 33 anni, con alcune interviste pubblicate nella Rubrica ‘Cambio vita’, riprese da giornali e radio nazionali. Presto uscirà un libro di Valentina, con le emozioni provate in questo lungo viaggio in bici

 

di Liliana Cerqueni

Primiero (Trento) – Il viaggio in bicicletta di Valentina Brunet, 25.000 chilometri dal Vietnam all’Italia in due anni e mezzo, trova il suo epilogo nella serata del 31 ottobre in cui la protagonista ha ripercorso con il pubblico, passo dopo passo, le tappe del lungo viaggio. Valentina, sullo sfondo delle numerose fotografie scattate, ha condotto i numerosi partecipanti tra le distese umide del Vietnam, una rapida visita in Cina e Hong Kong, la vastità del deserto dei Gobi, le yurte mongole, l’accoglienza dei villaggi rurali senza tempo della Russia e gli scenari spettacolari della Siberia, i cavalli selvaggi, serpenti e arbusti spinosi del Kazakistan, i passi montuosi del Pamir a 4000 m. del Kirghizistan, i confini piantonati dai militari e i cicloviaggiatori morti per mano dei terroristi in Tajikistan, la mitica Samarcanda in Uzbekistan.

Sala gremita a Mezzano per ascoltare la giovane cicloviaggiatrice

E poi ancora, ha raccontato il suo approccio con la cultura dei Paesi arabi: l’obbligo di indossare l’hjiab, la discriminazione come donna sola, libera, straniera, diversa dai canoni riconosciuti in quegli stati, la sensazione di pericolo in alcuni momenti, la difficoltà a trovare protezione e sicurezza in un contesto di ostilità, pregiudizio e, in alcuni frangenti, di aggressione verbale e fisica. Valentina accenna però anche al sostegno che in questi casi i social network, le persone più aperte, i compagni di viaggio occasionali le hanno fornito.

Valentina sorridente con la madre

Riferisce del suo arrivo negli Emirati Arabi, a Dubai, il riappropriarsi di alcune comodità dopo le ristrettezze di tanto tempo, l’incontro con lo sceicco Awad, grande appassionato di turismo, e continua la narrazione con l’ingresso nell’Oman, Paese dove la bellezza del paesaggio è affiancata da una visione della donna legata fortemente agli aspetti più restrittivi della loro cultura.

Seguono Armenia, Georgia e le ultime migliaia di pedalate che la separano dal confine italiano, casa. Incalzata dalle domande, Valentina ricorda gli aspetti della quotidianità, dall’alimentazione alle condizioni di salute, dalle necessità logistiche alla comunicazione e ai rapporti con chi incontrava.

Un viaggio che lascia traccia profonda in chi lo affronta e la nostra cicloviaggiatrice riconosce il cambiamento perché, ha affermato, questo viaggio è servito ad abbattere pregiudizi, accettare positivamente ciò che capitava, affinare lo spirito di adattamento e comprendere ciò che è veramente importante nella vita. Viaggiare in bicicletta è vivere il paesaggio completamente, in tutti i suoi risvolti e assaporarne ogni aspetto, anche quello più scomodo.

Altri viaggi attendono Valentina, Canada e Patagonia tra i primi. Noi la seguiremo attentamente e le auguriamo la stessa forza e lo stesso coraggio con cui ha portato a termine l’esperienza conclusa.

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