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Covid in Trentino, altri 14 decessi. Fugatti: riaprire le piste da sci se la situazione sanitaria lo permetterà

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Fugatti: riaprire le piste da sci se la situazione sanitaria lo permetterà

Trento – Tutti i casi sono stati confermati dal tampone molecolare – esclusi dal conteggio dunque i positivi ai test antigenici rapidi. Numeri che portano i contagiati attuali in provincia di Trento a 2.579, in calo rispetto a lunedì. A restare alto, ancora una volta, il numero delle vittime, 14 nelle ultime ore. 42 – 1 in meno – i pazienti in terapia intensiva, mentre i ricoveri totali sono 478. È di nuovo un quadro critico sotto il profilo dei decessi quello rappresentato dal bollettino quotidiano dell’azienda provinciale per i servizi sanitari. 

“In Trentino il turismo vale il 20% del pil – ha detto ancora Fugatti – quindi una eventuale chiusura degli impianti ha ricadute molto ampie, anche su tutto l’indotto che dipende dall’attività sciistica. Se il Governo decide per la chiusura, gli aiuti del Governo non dovranno riguardare solo gli impiantisti e i maestri di sci, ma tutto il complesso di attività economiche che ruota attorno al turismo invernale”.

Riguardo alle scuole, il Trentino è stato l’unico territorio a non chiedere la Dad per le superiori, e l’unico ad aprire le scuole dell’infanzia fra giugno e luglio. “Noi crediamo alla scuola in presenza. – ha sottolineato Fugatti. – Se però il Governo prevede la chiusura con un dpcm, anche una provincia autonoma come la nostra deve adeguarsi”.

Alla conferenza stampa di martedì è quindi intervenuto l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli che ha esposto l’operato del Tavolo del Lavoro, realizzato in collaborazione  con l’Apss, che ha elaborato nuove linee guida per la gestione dei casi positivi nei luoghi di lavoro. Il documento sarà ultimato a breve e sarà oggetto di una prossima ordinanza provinciale.

Pier Paolo Benetollo, direttore f.f. dell’Azienda sanitaria, ha ricordato che “l’’Apss sta organizzando un nuovo servizio per comunicare la fine della quarantena ai cittadini risultati positivi al test. L’Azienda sanitaria invia all’interessato, cioè a chi è risultato positivo al contagio, un certificato di isolamento, in cui è indicata l’inizio e la fine della quarantena. L’isolamento durerà al massimo 21 giorni. Potrebbe però essere ridotto in presenza di un successivo tampone negativo. Il documento indicherà la possibilità di prenotare immediatamente con apposito codice, il tampone in questione. Martedì già 66 persone, seguendo queste istruzioni, si sono prenotate”.

Per quanto riguarda l’immunizzazione delle persone che sono state contagiate, a qualche mese dall’infezione, l’indagine effettuata ha dimostrato che ¾ degli interessati, a distanza di qualche mese dal contagio, avevano conservato gli anticorpi; ma ¼ di loro, invece, era nuovamente esposto al virus. Per questo si raccomanda la massima prudenza anche a chi ha già superato l’infezione e si è negativizzato.

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