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Covid-19, in Veneto si sperimenta un nuovo test rapido

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E’ stato illustrato dal dottor Roberto Rigoli, primario di microbiologia a Treviso, durante la conferenza stampa del governatore Luca Zaia. La procedura per il tampone veloce, un test rapido (costo di 12 euro contro i 18 di un normale tampone) che in 7 minuti al massimo dà una risposta sulla positività

NordEst – Non dà una diagnosi definitiva ma segnala positività che va poi confermata. Già è stato provato sui kossovari arrivati in Veneto e ha evidenziato alcuni casi positivi. Il test agisce e cerca il virus  non cerca la presenza degli anticorpi. Il test, ha spiegato il governatore Zaia, è stato sperimentato l’Ulss 2 del Veneto su 1000 persone con il modello del “doppio”: alle stesse mille persone cioè è stato fatto sia il test rapido che il tampone normale.

Risultati identici tranne in un caso, un falso positivo.  Ora la Regione «trasferirà tutti i dati allo Spallanzani di Roma e al Ministero della Salute perché tengano in considerazione di inserire il test nel piano di sanità pubblica». 

❌❌❌ IN DIRETTA CON GLI AGGIORNAMENTI SULL’EMERGENZA CORONVIRUS. Con noi il dottor Roberto Rigoli, direttore delle Microbiologie del Veneto. ❌❌❌

Pubblicato da Luca Zaia su Lunedì 13 luglio 2020

«Questo test – ha spiegato Roberto Rigoli, primario di Microbiologia a Treviso e vicepresidente nazionale dei microbiologi – va a prendere l’ipotetico virus nella “cantina” dei batteri, nel retro faringeo, lo stempera in un liquido e lo distribuisce in una “saponetta”. Quando si mettono le goccioline nella saponetta, il liquido nasale inizia a migrare e c’è un punto in cui sono presenti degli anticorpi specifici contro il Covid-19: se esiste il virus, si attacca agli anticorpi specifici, c’è una reazione cromatica e avverte con una bandina rossa». È un test di screening per cui – ha ribadito – non facciamo diagnosi definitiva: se c’è è positivo, ma se lo fosse lo confermiamo con la biologia molecolare. La velocità dell’analisi ci consente immediatamente di isolare, l’ipotetico positivo. Ci sono altri centri che lo stanno provando, come a Vicenza».

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